Riccardo Ferrazza, Il Sole-24 Ore 3/4/2008, pagina 15, 3 aprile 2008
Dalla simil-Lega ai «cloni» di Grillo. Il Sole-24 Ore, giovedì 3 aprile Quando ha visto un fac-simile della scheda elettorale Silvio Berlusconi ha sgranato gli occhi e al primo comizio si è subito raccomandato: «Nonne, nonni e Silvio di turno» devono fare delle prove e mettere la crocetta su una riproduzione prima di entrare nell’urna, perché di fronte a una tale messe di simboli la «vista può cedere»
Dalla simil-Lega ai «cloni» di Grillo. Il Sole-24 Ore, giovedì 3 aprile Quando ha visto un fac-simile della scheda elettorale Silvio Berlusconi ha sgranato gli occhi e al primo comizio si è subito raccomandato: «Nonne, nonni e Silvio di turno» devono fare delle prove e mettere la crocetta su una riproduzione prima di entrare nell’urna, perché di fronte a una tale messe di simboli la «vista può cedere». A spiazzare, però, nel lenzuolo sui cui andrà espresso il voto, non è solo la quantità di loghi ma la loro disposizione: la mappa bipolare è saltata e sostituita da una striscia unica con una successione di contrassegni che cambia a seconda della circoscrizione, in quanto decisa da un sorteggio. Un «big bang» nel quale a volte capita che i due principali partiti Pd e Pdl siano allineati o che ad aprire la sfilza sia un "partitino" che, sfruttando la fortuna e magari l’assonanza nel nome (questo, invece, non casuale), può sperare di raccogliere consensi in più. il caso della lista "Grilli parlanti" (prima alla Camera in Lombardia 1): nessun collegamento con il blogger Beppe Grillo (anche se al Senato uno dei candidati si chiama proprio così), stella dell’anti-politica che non presenta propri candidati alle elezioni nazionali; qualche elettore fan del comico genovese potrebbe, però, rimanere ammaliato da quel nome amico che spunta non appena si comincia a leggere la scheda. Vita complicata anche per chi cercherà i simboli storici: falce e martello, fiamma e loro derivati (lasciando da parte lo scudocrociato al centro del caso Pizza) si troveranno sulle schede ma nella maggior parte dei casi sono esibiti da soggetti diversi rispetto ai titolari tradizionali che hanno deciso invece di rinunciarvi in nome della novità. Battaglia dura anche per i "partiti identitari": il Carroccio dovrà vedersela con le "leghe" concorrenti. Falce e martello I nostalgici del Pci non resteranno delusi: anche in queste elezioni troveranno l’emblema comunista. Ma attenzione: tracciando la croce sulla falce e martello non si darà il proprio voto né a Rifondazione comunista di Fausto Bertinotti, né ai Comunisti italiani di Oliviero Diliberto – confluiti con Verdi e Sinistra democratica nell’"arcobaleno" – ma alla Sinistra critica dell’ex senatore Prc Franco Turigliatto o al Partito comunista dei lavoratori guidato dal trotzkista Marco Ferrando. Un’"esclusiva" che, quando si abbina a un buon piazzamento sulla scheda (come in Lombardia al Senato per Turigliatto), può sortire risultati insperati. La fiamma Discorso speculare per i sostenitori della destra. Chi non avesse seguito da vicino le cronache politiche, nell’urna cercherà naturalmente la fiamma di Alleanza nazionale. E, nel Lazio per il Senato, la troverebbe con facilità: basta arrivare fino alla terza casella. Peccato, però, che a utilizzare il simbolo post-fascista che fu dell’Msi non è il partito di Gianfranco Fini (approdato sotto le inedite insegne del Pdl e scivolato, in questa scheda, nell’ultima posizione della linea) ma la Destra di Francesco Storace e Daniela Santanché che, per aggiungere alla propria fiaccola il "tesoretto" della fiamma, ha stretto prima un accordo con la Fiamma tricolore di Romagnoli e ha rischiato pure di rimanere fuori dalla competizione per la "confondibilità" del proprio contrassegno con quello di An. Una fatica che gli irriducibili della destra sociale potrebbero premiare. Le leghe Avrà fatto storcere il naso ai dirigenti leghisti la scheda (ancora provvisoria vista la riammissione della Dc) con cui si attribuiscono in Lombardia i seggi di Palazzo Madama: nella griglia dei simboli il Carroccio è insidiato da due concorrenti, il Fronte Nord-Fronte indipendentista Lombardia e la Lega per l’autonomia-Alleanza lombarda. Entrambi, per sfortuna della Lega, sono in bella evidenza all’inizio di ciascuna delle due strisciate di simboli. I fan del Senatùr devono invece cercare il nome di Bossi più avanti, nel contenitore che abbina la Lega al Pdl. A proposito di coalizioni: il voto va espresso solo su uno dei partiti apparentati, facendo attenzione, come hanno fatto notare dal Viminale, a non far scivolare la "x" con una gamba nel simbolo accanto. Riccardo Ferrazza