
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
La questione di oggi, relativamente alla tragedia giapponese, è se ci si possa fidare di quello che le autorità di quel paese dicono ai loro cittadini e al resto del mondo.
• Perché questo dubbio?
Ogni tentativo di tranquillizzare o di minimizzare viene smentito da quello che si vede succedere e dalle notizie di nuove esplosioni o incendi.
• Non c’è stata una nuova scossa?
Su questo, niente da dire. Il terremoto si è verificato nella prefettura di Shizuoka, era di magnitudo 6.4, dunque più forte del nostro abruzzese che fu di 5.9. Era stato preannunciato, gli edifici hanno resistito e non vi sono state nuove onde assassine. Ma che dire dell’impianto di Fukushima? Il livello delle radiazioni è «considerevolmente aumentato», nonostante le rassicurazioni dei giorni scorsi, l’area evacuata riguarda a questo punto un raggio di 30 chilometri, duecentomila persone mandate via mentre quelle più vicine alla centrale, che non si sono potute muovere da casa per non essere contaminate, devono per ordine del governo restar chiuse dove si trovano. Mentre accadeva questo, il governo faceva sapere che l’inquinamento radioattivo è in calo. Ma come crederci? Le notizie che arrivano da Fukushima sembrano descrivere oggi una situazione molto più compromessa di ieri, e infatti l’autorità francese valuta il rischio a quota 6 sulla scala di riferimento internazionale Ines, il cui livello massimo è il 7 (Chernobyl). I giapponesi hanno invece sempre parlato di un livello 4. Senonché i reattori fuori uso, e a rischio fusione, sono a questo punto quattro su sei. Reattore 1: tetto e muri di contenimento crollati, per via delle esplosioni, il combustibile fissile è surriscaldato, una piccola quantità di cesio radioattivo è fuoriuscita, le autorità sostengono che questo non significa necessariamente che vi sia stata una fusione parziale. Però qui, a lottare contro la catastrofe, sono rimasti in 50, su 750 addetti, e a loro rischio. Reattore 2: l’Aiea (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) dice che le esplosioni «potrebbero aver compromesso l’integrità della sua principale struttura di contenimento». Il direttore generale dell’Agenzia, Yukiya Amano, parlando a Vienna, ha anche ammesso che il nocciolo potrebbe aver subito danni «limitati», però «inferiori al 5%», mentre il presidente dell’Autorità francese per la sicurezza nazionale, André-Claude Lacoste, forse lo smentiva annunciando che questo reattore «non ha più tenuta stagna». Reattore 3: se non abbiamo capito male, questo è quello che ha provocato il livello più alto di radiazioni. Le radiazioni si misurano in millisievert, qui ne risultano 400, a quota mille si accusano nausea e vomito, a quota cinquemila la metà delle persone colpite muore in un mese. Reattore 4: s’è aggiunto ieri, per via di una nuova esplosione con incendio, alla lista di quelli a rischio. Le autorità giapponesi hanno prima detto che le fiamme erano state domate, poi s’è saputo che la Tepco vuole bombardarlo con acqua di mare per raffreddare il combustibile nucleare. Il premier Naoto Kan ha ammesso che qui la fuoriuscita radioattiva ha fatto salire il livello di inquinamento ben oltre la soglia ammessa.
• In Giappone non c’è polemica su queste mezze verità?
Naoto Kan ha criticato pubblicamente la Tepco per il modo con cui dà le notizie.
• Non ci sarà, in queste comunicazione contradditorie, anche la volontà di non creare panico? Qualche volta dire poco, dire niente, mentire può essere indispensabile.
Sì, lo capisco. Il Giappone è circondato dal mare, un arcipelago di 6.852 isole da cui non si può fuggire. Del resto il comportamento dei giapponesi e degli stranieri testimonia che il panico ha cominciato a serpeggiare davvero. Il livello di radioattività nella città di Maebashi, a cento chilometri della capitale, è cresciuto di dieci volte. Cominciano a registrarsi fughe verso qualche paese straniero o verso sud (Nagoya, Osaka). Lufthansa ha deciso di deviare verso queste due città i suoi voli per il Giappone, chiudendo Tokyo e facendo scalo a Seul per i cambi di equipaggio, in modo da restare in quel paese il meno possibile. Air China ha cancellato tutti i voli verso il Giappone. Alitalia viaggia con due equipaggi, in modo da non pernottare.
• Il panico si sta diffondendo anche nel resto del mondo?
La Merkel non chiuderà due reattori, come ha annunciato domenica, ma sette. I francesi, che stanno costruendo una nuova centrale a Flamanville, hanno deciso di sottoporre a revisione completa tutti i loro 58 reattori. La Ue effettuerà test di resistenza su tutte le centrali europee. Gunther Oettinger, commissario europeo per l’energia, ieri ha dichiarato: «In Giappone si parla di apocalisse. Credo che la parola sia particolarmente ben scelta». [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 16/3/2011]
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