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 2011  marzo 16 Mercoledì calendario

NUCLEARE, L’ITALIA NON HA FRETTA

C’è chi teme e chi, invece,auspica un ripensamento sulla scelta italiana di puntare sul ritorno al nucleare civile come forma di indipendenza energetica. Il maremoto giapponese, che ha messo a rischio le centrali atomiche nipponiche, sta innescando nel nostro paese un dibattito che ripropone un interrogativo: va mantenuta o no la promessa del governo di centrodestra, che all’inizio della legislatura ha detto che per l’Italia è indispensabile sviluppare anche l’energia nucleare? In verità, nonostante l’annuncio governativo, secondo il quale entro la fine della legislatura sarà costruito il primo dei quattro impianti per l’atomo civile, la strada nucleare è stata soltanto imboccata e ancor poco percorsa.

Dice a Italia Oggi Carlo Stagnaro, direttore studi e ricerche dell’Istituto Bruno Leoni e uno dei massimi esperti italiani di economia energetica: «La definizione del quadro normativo è in grave ritardo.

In più non è ancora chiaro quale sia realmente il progetto del governo e quale significato abbiano i target più volte dichiarati. L’Agenzia di sicurezza non si è ancora di fatto insediata e, quindi, l’approvazione delle norme tecniche è in alto mare».

Non è tutta colpa dell’esecutivo, comunque. Certo titubanze e ripensamenti albergano nel Pdl. C’è chi ricorda come anche molti governatori del centrodestra in campagna elettorale si erano detti contrari alla costruzione delle centrali nel territorio regionale. Così come ieri sono emersi anche i dubbi di qualche ministro, come quello dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo («non resteremo sordi né ciechi dopo i fatti giapponesi»), rispetto a dichiarazioni più ferme di Paolo Romani (Sviluppo economico) e Maurizio Sacconi (Welfare).

Ma l’input politico dell’esecutivo è stato chiaro e univoco, tanto che il governo ha sostenuto l’accordo italo-francese fra Enel ed Edf per la costruzione di quattro nuove centrali con tecnologia francese. Anche se poi, notano gli osservatori, nel piano industriale dell’Enel non si rintracciano accenni sugli investimenti nel settore. E Terna, che deve adeguare la rete elettrica, ha appena elaborato un piano pluriennale che non contempla il ritorno all’atomo. È comunque fisiologico visto l’arco temporale di breve termine dei piani.

Però non sempre i propositi politici nazionali si sono tradotti in fatti. È il caso per esempio della scelta dei siti che langue. Il ritardo è anche dovuto alla volontà e alla necessità di coinvolgere e convincere cittadini ed enti locali. I quali di certo non hanno favorito tempi e procedure. L’ultimo caso è il decreto legislativo che fissa i criteri per definire i siti e le relative compensazioni economiche per i territori. L’ultima versione del decreto aveva recepito i rilievi della Corte costituzionale, prevedendo l’obbligo di un confronto con le singole regioni dove si intende stabilire una nuova centrale, ma aveva riconfermato il principio del confronto «non vincolante». Risultato: la stragrande maggioranza delle regioni ha bocciato il provvedimento, comprese Molise, Sicilia e Sardegna che non sono governate dal centrosinistra.

In queste condizioni si andrà a un referendum che avrà il massimo di caratura ideologica e che potrebbe determinare la fine di questa parentesi nucleare. «Gli ultimi interventi dell’esecutivo sul settore», aggiunge Stagnaro, «pur non riferiti specificamente al nucleare, hanno creato forte incertezza e trasmesso ai mercati la sensazione di una scarsa attenzione per la stabilità delle norme, con l’effetto di ridurre le prospettive del nucleare».

Significativo anche il caso dell’Agenzia per la sicurezza che doveva essere operativa da un anno. Il vertice dell’Agenzia è stato nominato, ma il presidente, l’oncologo Umberto Veronesi, ha fatto notare che «non abbiamo ancora una sede». Inoltre sulla figura del direttore generale dell’Agenzia c’è qualche fibrillazione: il ministro Romani propende per l’avvocato Alessandro Luciano, adesso nel cda dell’Enel, dalle ampie e consolidate relazioni politiche e istituzionali; Veronesi pare preferirebbe un tecnico del comparto.