Antonio Scuteri, la Repubblica 16/3/2011, 16 marzo 2011
SAFARI OUTLET, TUTTI A CACCIA DI SALDI
Signori,a bordo».
Il corpulento autista black è puntuale, e pretende puntualità. E così la variegata compagnia si affrettaa prendere posto sul bus. Qualche newyorchese doc, poi italiani, spagnoli, tedeschi. Si parte, lasciandosi alle spalle la stazione di Port Authority, e la splendida sede del New York Times, disegnata da Renzo Piano.
La destinazione,a un’ora di distanza dalle luci di Manhattan, è un’oscura località, Central Valley, famosa più che altro per le sue foreste di aceri. Ma quello che ogni giorno, tutti i giorni dell’anno, attira migliaia di visitatori non è il fascino dell’America rurale né un museo né una qualsiasi altra, consueta, attrazione turistica. No, è un outlet. Anzi, un super-outlet. Il Woodbury Common al primo sguardo sembra un sonnacchioso villaggio ottocentesco: case basse, tetti di legno spioventi, ristorantini, persino la torre dell’orologio. Ma non fatevi ingannare dal suo aspetto rustico. Dietro ogni facciata si nasconde un negozio (sono 195 in tutto) che non sfigurerebbe in via Condotti o in via della Spiga.
Un’orgia di lusso, una sfilata di tutti i grandi marchi della moda italiana, francese, americana. Le collezioni dell’anno precedente, e da un paio di anni anche quelle correnti, proposte con sconti del trenta, del cinquanta, persino del settanta per cento. Difficile resistere. E, infatti, non è un caso se uno degli store più gettonati è una valigeria: è facile farsi prendere dalla frenesia dello shopping, e accumulare così tante buste da rendere necessario, a fine giornata, l’acquisto di un borsone o di un trolley che possa contenerle tutte.
Il miraggio dell’affare: ecco perché migliaia di persone al giorno arrivano a Central Valley dopo aver affilato le carte di credito. Ed ecco perché altre migliaia salgono sui pullman che ogni ora partono dal Port Authority Terminal,o si iscrivonoa tour organizzati, rinunciando per un giorno alla magia di Manhattan, per raggiungere altri posti come Woodbury Common. New York, infatti, è circondata da una corona di mega outlet. Nel raggio di un paio di ore di bus o di treno se ne contano decine, grandi e piccoli. Nello stato di New York, o negli Hamptons, ma anche in New Jersey, in Pennsylvania, nel Connecticut. Megastore spesso associati in catene, come la Premium Outlets o la Tanger Outlet Center, con efficienti uffici informazioni presso i quali, una volta giunti sul posto, è straconsigliato andare per fornirsi di una mappa delle ottanta, cento o duecento boutique presenti. Indispensabile per pianificaree ottimizzare la visita.
Non che anche nel centro della Grande Mela manchino le buone occasioni. La "outletmania" dilaga sia nelle "special sales" che nei negozi specializzati sparpagliati per la città, dal Century 21 al Gaby’s Outlet. Ma, in generale, Ny è una metropoli cara, molto cara.E così sono in molti che, dopo aver ammirato gli scintillanti reparti di Sacks 5th Avenue o la multimilionaria boutique di Prada a Chelsea (e aver trasalito peri rispettivi prezzi), decidono di investire 30-40 dollari (il costo del biglietto del bus) e di fare una gita "fuori porta" per comprare gli stessi capi a prezzo ultraridotto. Anche perché la convenienza può raddoppiare, grazie agli "sconti sugli sconti". Ogni occasione è buona: il compleanno di Obama, il Thanksgiving, l’Independence dayo il prossimo Spring Break. In tutte queste occasioni chi si è registrato sui siti degli outlet riceve un avviso che annuncia una riduzione speciale del prezzo, che va ad aggiungersi a quella standard.
E ancora: coupon, carte fedeltà, offerte via web, promozioni dedicate ai nonni, ai single, alle bionde. La fantasia della corsa allo sconto (e della spinta, neanche tanto subliminale, a spendere, spendere, spendere) non conosce limiti.