
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Berlusconi ha firmato ieri il decreto che stanzia duecento milioni per costruire centomila alloggi in cinque anni, destinati a famiglie a basso reddito, giovani coppie, anziani in condizioni sociali svantaggiate, studenti fuori sede, sfrattati, immigrati regolari a basso reddito residenti da almeno dieci anni in Italia o da almeno cinque anni nella stessa Regione…
• Duecento milioni diviso centomila fa duemila euro. Duemila euro ad alloggio?
E’ un piano in cinque anni. Suppongo che i duecentomila euro siano per il primo anno, cioè per i primi 20.000 alloggi. Fa 10.000 euro ad alloggio che è sempre poco. Il ministro per le Infrastrutture Matteoli ha però spiegato che prossimamente ci saranno altri 350 milioni, col che arriveremmo a 27.500 euro ad alloggio. Non è granché, ma teniamo conto che si tratta di edilizia popolare. Matteoli ha aggiunto: «Il Piano consiste in un insieme di interventi di edilizia residenziale pubblica, project financing, agevolazioni alle cooperative edilizie e un sistema integrato di fondi immobiliari, cui è devoluto uno stanziamento di 150 milioni di euro che a regime si stima attrarrà investimenti per 3 miliardi». Cioè, il governo immagina di mettere una prima tranche, poi dovranno arrivare i privati, attratti da condizioni di favore particolari, e infine – lo dice ancora il ministro - «la collaborazione anche finanziaria di Regioni ed Enti locali», i quali potranno mettere a disposizione aree demaniali da riqualificare. In questo caso, i terreni saranno praticamente gratuiti. Direi che l’insieme sta in piedi.
• C’è qualche rapporto col Piano casa di cui si parlò qualche mese fa, quello che prevedeva di aggiungere una stanza alla villetta o di trasformare lo sgabuzzino in bagno?
Certo, è la prosecuzione di quel piano.
• Ma le Regioni e i Comuni non s’erano rivoltati promettendo sconquassi?
Da allora a oggi sono stati fatti accordi tra Stato ed Enti Locali, e qualche Regione ha legiferato seguendo le impostazioni del governo, quando non le ha anticipate. Hanno già varato un loro Piano casa che regola gli interventi su ville, villette e ultimi piani dei condomini Piemonte, Veneto, Provincia di Bolzano, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lombardia, Provincia di Trento, che però non ha bisogno di un piano casa perché offre incentivi alla ristrutturazione già nella normativa ordinaria. Sono in dirittura d’arrivo Lazio e Campania. Le abitazioni interessate da questi provvedimenti sono 4.091.183, per una percentuale, relativa all’intero patrimonio immobiliare italiano, del 47,3%. Al ministero si lamentano che non abbiano ancora legiferato Molise, Sardegna, Sicilia, Basilicata, Calabria e Abruzzo dove più della metà della popolazione vive in villette mono o bifamiliari.
• Se tutte le Regioni legiferassero secondo i desideri del governo, quanti sarebbero gli alloggi potenzialmente ristrutturabili?
Nove milioni e mezzo. Un ampliamento del 20% comporterebbe una crescita complessiva della superficie abitabile di 490 milioni di metri quadrati. Si movimenterebbero una sessantina di miliardi, con effetti benefici sul settore edilizio, che è in crisi: entro la fine del 2009 un edile su otto avrà perso il posto, secondo i calcoli di sindacati e associazioni imprenditoriali. Gli uomini di Berlusconi rimpiangono i ritardi con cui le Regioni si sono decise a varare i loro piani perché in questo modo s’è perso il periodo estivo, durante il quale, secondo il Cresme, si compiono il 70% degli interventi di ristrutturazione. La Lombardia, per esempio, ha varato il piano adesso, ma non potrà renderlo operativo fino al 16 ottobre. Bisogna aspettare le delibere dei Comuni a cui le Regioni devono lasciare una finestra temporale per correggere o limitare quanto stabilito al loro livello. Si fa comunque parecchio affidamento sugli edifici fatiscenti, che potranno essere abbattuti – se privi di valore storico e non abusivi – e ricostruiti anche in un sito diverso e con aumenti di cubature fino al 35%. In tutta Italia gli immobili in stato pessimo, ma abitati, sono 332 mila e un terzo di questi si trova nelle Regioni che hanno già legiferato, con una concentrazione particolare in Campania.
• Non saremo ricoperti dal cemento?
Il pericolo c’è e in un’intervista al Corriere della Sera Giulia Maria Crespi, presidente del Fondo Ambiente Italiano, ha lanciato un grido altissimo contro i politici di tutti gli schieramenti, pronti, a suo giudizio, a devastare il paesaggio italiano. Ieri le ha risposto, sempre sul Corriere, il ministro Bondi. Ma, le dico la verità, la risposta m’è parsa debole. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 22/7/2009]
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