la Repubblica 22/7/2009, pagina 39, 22 luglio 2009
Si chiamava Operazione Eclisse e doveva portare alla fine della seconda guerra mondiale già nel dicembre del 1944
Si chiamava Operazione Eclisse e doveva portare alla fine della seconda guerra mondiale già nel dicembre del 1944. Perno della missione segreta era Glenn Miller, il leader della jazzband più famosa del tempo, temutissimo dalle alte sfere naziste per gli appelli alla deposizione delle armi che lanciava via radio agli sfiancati soldati della Wehrmacht. Al maggiore Miller l´attore David Niven, all´epoca ufficiale dei servizi segreti inglesi, aveva affidato i termini dell´armistizio che gli Alleati offrivano agli ufficiali nazisti disponibili a finire una guerra che ormai appariva perduta. Miller partì dall´Inghilterra per raggiungere Parigi dove fu intercettato dal gruppo di fedelissimi del Führer capitanati da Otto Skorzeny, che già aveva partecipato alla liberazione di Mussolini a Campo Imperatore l´anno precedente. Il povero Miller fu torturato per giorni: Skorzeny lo voleva costringere a introdurli alla presenza del generale Eisenhower per ucciderlo e tentare di cambiare i destini del conflitto. Miller non cedette, morì e il suo corpo scomparve. Questa sarebbe la verità sulla morte di Glenn Miller secondo Hunton Downs, ex ufficiale dell´esercito americano, che ha passato 40 anni cercando di svelare il mistero della scomparsa del jazzista, ufficialmente sparito in mare mentre volava verso la Francia. Era il 15 dicembre 1944 e l´artista aveva solo 40 anni. Nessuno sapeva nulla della missione e del ruolo di Miller, né i compagni della sua orchestra né lo stesso Einsenhower. Così quel gesto di eroismo è caduto nell´oblio, secondo Downs. La storia, chissà se vera ma appassionante e ben congegnata, è contenuta nel libro The Glenn Miller Conspiracy appena uscito negli Usa.