Cristiano Gatti, il Giornale 22/7/2009, 22 luglio 2009
LA FABBRICA «LEGALE» DELLE BUFALE DA PRIMA PAGINA
Della pittoresca notizia, un dettaglio mi aveva stupito: più delle suore lanciate a 180 all’ora, più della loro giustificazione («volevamo correre al capezzale del Papa infortunato»), era la macchina su cui viaggiavano le monache volanti a sollevarmi incredulità. Una Fiesta. Sarà che mia moglie viaggia in Fiesta da una vita, vecchio modello e nuovo modello, ma posso giurare che una Fiesta a 180 all’ora io non l’ho mai vista. Tanto meno la mia. Nemmeno se spingo il piede fino a sfondare l’abitacolo. Non lo dico per parlarne male, non voglio tradire la fedeltà di una macchinetta molto affidabile: è per puro rigore statistico. In preda alla più meschina invidia, mi sono chiesto: ma dove diavolo l’hanno presa, le insidiosissime suore, questa formidabile Bat-Fiesta, se la fanno truccare a Maranello?
Adesso, finalmente, mi spiego tutto. Di quella notizia pittoresca non era irreale soltanto la Fiesta che viaggia come una Porsche, ma l’intero pacco dono: le religiose invasate, la motivazione mistica, la multa monstre. Un’inchiesta pignola di Avvenire, che ovviamente sui temi clericali deve metterci più impegno degli altri giornali, permette finalmente di ristabilire la verità: anche questa sarebbe una notizia partorita dalla fantasia disordinata di due avvocati romani. Questa come le altre, quasi sempre a sfondo religioso, tutte diffuse alle agenzie di stampa, con la massima tempestività, dal loro studio legale. Il fidanzato che mette su Internet le foto spinte della fidanzata, decisa a lasciarlo per farsi suora. Il prete fermato, sempre dalla Stradale, con un tasso alcolico in corpo da distruggere l’etilometro, immancabilmente giustificato da una scusa rispettabilissima: «Ho celebrato quattro messe» (anche qui, all’epoca, più o meno un mese fa, mi assalì un dubbio marginale, ma neanche tanto: avendo esercitato il mestiere di chierichetto, so per certo che quattro messe sono quattro sorsi di vin santo, non quattro fiaschi).
Tonache, ma non solo. Tra i fatti segnalati dal frenetico studio legale, il grottesco travalica spesso dai confessionali. Come dimenticare la novella boccaccesca finita sui giornali il 9 luglio: una sposa in viaggio di nozze alle Mauritius rientra in albergo e trova il marito, ancora in garanzia, già a letto con un’altra sposa, pure lei in luna di miele. Per giornali e televisioni, soprattutto in periodo estivo, sono notizie troppo belle - e tutto sommato abbastanza innocue - perché ci si debba perdere intere giornate alla ricerca di conferme. Questo, la premiata ditta Canzona - Orecchioni, deve saperlo benissimo, visto come maneggia la materia.
Per quanto i due avvocati cerchino di mimetizzarsi nel vago delle procedure, della privacy, della strategia legale, risulta evidente almeno un dato inconfutabile: sono fortunatissimi, perché tutti i fatti più curiosi della vita finiscono sulla loro scrivania. L’alternativa è una sola: sono professionalmente sempre fermi sullo stesso giorno del calendario, il primo aprile. A naso, dovendo Votare, voto la due.
Neppure l’Avvenire sembra avere dubbi. Per il giornale dei vescovi queste vicende si collocano nel solco glorioso della commedia italiana, eternamente popolata di avvocaticchi cialtroni e opportunisti. Per smascherare le grottesche montature, il quotidiano cita le smentite della Polizia stradale e degli istituti religiosi. Impossibile trovare un solo riscontro certo in almeno una delle paradossali notizie divulgate a mezzo stampa dallo studio legale.
La domanda, naturalmente, è: che cosa c’è dietro? Che cosa vogliono? Certo è difficile immaginare perché mai due avvocati, in uno stato di medio benessere mentale, s’inventino di suore Schumacher e di preti trimalcioni. Davanti a tanta fertilità creativa, la mitomania potrebbe sembrare una spiegazione sensata. Non sarebbe neppure così inedita: i manicomi, quando esistevano, erano pieni di gente che si credeva Napoleone. Anche fuori. E c’è poi sempre l’ipotesi della pubblicità a buon mercato: gli effetti di quest’era strana sono devastanti, le persone sono convinte di esistere soltanto quando il mondo parla di loro, in qualunque modo, a qualunque costo. Per fare fatturato, ci sono avvocati che vanno in televisione a dire cose incredibili.
Però è meglio rallentare, con le supposizioni malevole. Lo studio associato Canzona Orecchioni (o Infinocchia Creduloni?) potrebbe persino uscirne trionfalmente, come sempre in Italia, passando alla fine dalla scappatoia etica: basterà dire che hanno voluto smascherare la superficialità dei media e l’inattendibilità dei sistemi informativi, e bla bla, e bla bla, e blabla. Conoscono il genere, conoscono noi: sanno che siamo tutti pronti a berci pure questa.