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 2009  luglio 22 Mercoledì calendario

L’OMS AGGIORNA IL BILANCIO: OLTRE 700 MORTI PER L’H1N1


DIFESE E STRATEGIE - Dibattito aperto sulla possibilità di un rinvio dell’apertura delle scuole Fazio: eventualità che non abbiamo mai preso in esame
La nuova influenza ha già causato oltre 700 morti e infettato almeno 125mila persone nel mondo. Le vittime ufficiali dell’H1N1 sono così aumentate di oltre il 60% rispetto a due settimane fa.
L’Organizzazione mondiale della sanità aggiorna i dati sui decessi riconducibili alla pandemia e tratteggia un quadro preoccupante che, commenta da Ginevra la portavoce Aphaluck Bhatiasevi, «non riflette lo stato attuale dell’infezione», ma include solo i casi che sono stati confermati in laboratorio.
Dopo aver dichiarato l’11 giugno la pandemia, infatti, la settimana scorsa l’Organizzazione ha rinunciato a pubblicare continui aggiornamenti sui nuovi contagi e consigliato ai paesi già colpiti dal virus di non procedere al conteggio di ogni singolo caso, ma di sorvegliare gli eventi insoliti e segnalare solo i decessi. Il rapporto dell’Oms, dunque, tiene conto solo dei dati ufficiali. Ma non conforta. Il mese scorso il bilancio pubblicato dalla stessa Organizzazione, che coordina la risposta globale alla nuova influenza, parlava di 231 decessi e un totale di 52.160 casi accertati. Nel report del 6 luglio, poi, la cifra è salita a 429 morti e 94.512 contagi. Ora, due settimane dopo quest’ultimo bilancio, si registra una crescita esponenziale.
Per contenere la pandemia, la portavoce Bhatiasevi considera che la chiusura delle scuole sarebbe «una delle misure che gli stati potrebbero considerare». La posizione ufficiale dell’Oms però rimane quella già espressa: è compito di ogni autorità sanitaria nazionale decidere quali misure imporre per rallentare la diffusione, anche perché ogni paese affronta diversi livelli di intensità nei contagi, e in tempi diversi. Ma l’Oms continua a sconsigliare la chiusura degli istituti scolastici.
Un tema che ha già suscitato più di una controversia all’interno dei vari paesi, inclusa l’Italia, nonostante ieri il viceministro alla Salute, Ferruccio Fazio, ha assicurato che il governo non ha «mai parlato di ritardo nell’apertura delle scuole». In una ricerca pubblicata pochi giorni fa su Lancet, Neil Ferguson e alcuni colleghi dell’Imperial college di Londra hanno scritto che chiudere le porte degli istituti potrebbe ritardare la diffusione, non arrestare l’influenza, ma che il governo dovrebbe preoccuparsi comunque di stabilire dei piani che vadano in questa direzione. Perché il virus H1N1 «potrebbe diventare più forte, e così l’attuale approccio di non raccomandare necessariamente la chiusura delle scuole in Europa e in Nord America potrebbe essere ridiscusso e rivisto in autunno».