La Stampa Emanuela Minucci 22/07/09, 22 luglio 2009
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LE CITTA’ SONO COME DONNE INNAMORATE - Devi trattarle bene e si innamoreranno sempre più di te. Altrimenti ti tradiscono. E vengono fuori le new town d’importazione londinese: universi asfittici ripiegati su se stessi. Mentre le città per essere davvero tali devono poter dialogare con se stesse. Che c’entrano le donne innamorate con la crescita urbanistica? Chiedetelo a un signore romano che di nome fa Massimiliano e di cognome Fuksas e di professione fa, appunto, il disegnatore di città. Un architetto globale -la definizione di archistar gli sta stretta- che, non appena gli chiedi di commentare quel decreto da 550 milioni di euro che servirà a costruire 100 mila alloggi di edilizia popolare, la butta in politica. "Perché l’architettura può influire soltanto al 20 per cento sul risultato di vivibilità delle città. Il resto lo fanno gli uomini, gli amministratori scegliendo se alimentare la cultura della paura o le occasioni vere delle città: piazze, verde, biblioteche, eventi, teatri". -D’accordo Fuksas, le città si fanno con le scelte politiche. Ma gli architetti decidono il mezzo con cui centrare il fine. Come dovranno essere questi alloggi giusto per evitare gli errori del passato? "Berlusconi deve andare a lezione da Sarkozy. Lui è partito da un’idea precisa: quella di far dialogare i quartieri costruiti ex novo nella grande Parigi oltre che con il centro anche fra loro. E anche qui dobbiamo costruire partendo dalle periferie: là sta il nostro futuro. In quei quartieri bisogna ricostruire, abbattere il Brutto, ma soprattutto dotarli di nuovi servizi e di verde. Insomma, bisogna smettere di costruire guardando al singolo insediamento. Bisogna sempre pensare di disegnare un insieme, un panorama, una vision al posto del singolo grattacielo o caseggiato. Dialogo: questa deve essere la parola d’ordine. Case che risparmiano territorio perché è una risorsa e possono anche non essere altissime, ma solo distanti pochi metri una dall’altra. Se accanto a quelle case ci saranno servizi, infrastrutture, piazze, ma soprattutto eventi l’architettura potrà aiutare l’amministrazione a rendere i cittadini più felici". -Risparmio del territorio, sempre più prezioso, ma quali accorgimenti tecnici adottare per l’urbanizzazione del futuro? "Dobbiamo usare materiali eco-sostenibili, trasformare un edificio in una fonte di energia, eliminare qualsiasi elemento tossico dalle costruzioni. E poi, imparare ad usare, insieme ai mattoni, anche le foglie. Dagli architetti vorrei sentire che costruiscono boschi oltre che condomini" -Fin qui il "come costruire". E del famoso mix sociale decantato dagli amministratori per evitare l’effetto-ghetto che pensa? "Ben venga il mix, ma mi lasci dire di più. In Italia abbiamo 5 milioni di migranti. Io offrirei parte di quelle case a loro. Perché sono giovani e sono gli unici che fanno figli. E perché rappresentano una nuova linfa e le città per crescere bene hanno bisogno di gente così". -Qui però torniamo alla politica. Chi la sentirebbe la Lega con un piano casa che privilegia gli stranieri? "Guardi che io sto solo offrendo qualche consiglio ai nostri amministratori per costruire con criterio questi 100 mila nuovi alloggi. L’Italia non deve diventare un paese per vecchi".