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 2009  luglio 23 Giovedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

La questione è sempre la stessa da parecchie settimane: stiamo uscendo dalla crisi o il peggio de­ve ancora arrivare? L’altro gior­no al Senato, Tremonti ha riba­dito che «la caduta si sta ferman­do. Le entrate in Italia tengono». Però ieri il Cnel ha rivelato che secondo i suoi calcoli i disoccupa­ti in termini di ULA saranno al prossimo 31 dicembre 620-820 mila…

Che significa Ula?
Unità lavorative annue. In prati­ca: si calcolano gli occupati a tempo pieno per dodici mesi e non i semplici occupati. Quindi uno che ha lavorato mezzo an­no è una mezza Ula. Il dato del Cnel è piuttosto grave e ipotiz­za una percentuale di disoccu­pati prossima al 9%. Il Cnel scri­ve che «la disoccupazione conti­nuerà ad aumentare e il ricorso agli ammortizzatori sociali sa­rà ancora significativo. L’utiliz­zo della cassa integrazione nel­l’ultimo bimestre ha registrato un rallentamento ma resta su li­velli assoluti molto elevati, a te­stimoniare della profondità del­la crisi. Cruciali nel determina­re le caratteristiche e l’intensità della ripresa saranno gli ultimi mesi del 2009 e i primi del 2010. Per questo motivo, è im­portante che ci sia piena consa­pevolezza del fatto che nei pros­simi mesi potrebbero rendersi necessari ulteriori interventi per estendere e rendere ancora più flessibili i sostegni al reddi­to ». Il rapporto sottolinea che a scontare maggiormente la per­dita di posti di lavoro saranno i precari e le donne, un dato que­st’ultimo che altre ricerche con­testano. Le donne percentual­mente sarebbero meno colpite degli uomini dalla crisi perché mediamente più giovani, più brave e meno costose.

A proposito di 2010, sento dire continuamente che a metà del­l’anno prossimo sarà tutto fini­to e ricominceremo la vita di pri­ma.
La vita di prima non credo. Pro­prio ieri il governatore Draghi, parlando alla Commissione par­lamentare d’inchiesta sul feno­meno della mafia e sulle altre associazioni criminali, ha detto che «usciremo dalla crisi econo­mica in corso con più disoccupa­zione e più debito». Il debito ad aprile è arrivato a 1748 miliardi di euro e alla fine di quest’anno sarà al 115,4% del Pil. Lo so che questi numeri sono noiosi, ma ai bei tempi l’Europa pretende­va che il rapporto tra debito e Pil fosse del 60 per cento, cioè se tu producevi 100, dovevi ave­re un debito non superiore a 60. La crisi ha messo nei guai tutti e i tedeschi, per esempio, un tempo campioni di virtù ed efficienza, sono già all’80% e nel 2012 avranno un rapporto debito/pil peggiore del nostro. Noi l’anno prossimo saremo al 118 per cento. Tragedia? Chi lo sa. Samuelson, premio Nobel, ha scritto ancora l’altro giorno che dalla crisi non usciremo se gli Stati non si decideranno a fa­re ancora più debiti. Molti accu­sano Tremonti di timidezza, in questo senso, ma chi ha la ricet­ta sicura al cento per cento? Il governo tiene la linea del fare il meno possibile, e fino ad ora è difficile dargli torto.

Come fa a dire che non bisogna dargli torto?
Il Financial Times , in collabora­zione con Harris Poll, documen­ta che il giudizio degli italiani sul modo in cui il governo af­fronta la crisi è rimasto stabile: i soddisfatti sono sempre il 16 per cento, mentre in Francia so­no scesi all’8 e in Europa in ge­nere sono calati per tutti. Da noi è addirittura diminuita la percentuale di coloro che giudi­cano negativamente la condot­ta di Berlusconi e Tremonti rela­tivamente alla crisi: dal 57 è pas­sata al 56 per cento. Altro indi­ce positivo: il differenziale tra Btp e Bund tedeschi è scesa a 113 punti. Sull’altro piatto della bilancia ci sono gli aggettivi del Cnel: siamo in una «fase criti­ca », di «profonda incertezza», in un «momento cruciale». Il go­verno metterà la fiducia sul de­creto anti-crisi, quello che pre­vede lo scudo fiscale e le bac­chettate alle banche che voglio­no lucrare sui conti in rosso (le «commissioni di massimo sco­perto »). Il decreto stabilisce che non si potrà applicare al tas­so normale una maggiorazione superiore allo 0,5%. Le banche silenziosamente protestano. Numeri ufficiali non ce ne so­no, ma pare che le perdite siano di qualche miliardo. Piuttosto dolorose in questo momento.

Le banche come stanno?
E chi lo sa? Soldi in giro ne fan­no circolare pochi e alla lunga questo può avere conseguenze pesanti.

• Gli americani? I cinesi? Si dice­va che se all’estero ricomincia­no a comprare siamo salvi.
In America si parla di un nuovo pacchetto di stimoli, perché i 700 e passa miliardi tirati fuori l’anno scorso non sarebbero an­cora sufficienti. Obama è con­trario. Laggiù sono in rosso 48 Stati su 50, per un buco com­plessivo di 166 miliardi di dolla­ri. Indovini chi approfitta della situazione comprando case ol­tre confine? Gli italiani: 14.500 immobili acquistati finora, +15% sul 2008. Siamo in crisi o no? [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 23/7/2009]
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