
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
La questione è sempre la stessa da parecchie settimane: stiamo uscendo dalla crisi o il peggio deve ancora arrivare? L’altro giorno al Senato, Tremonti ha ribadito che «la caduta si sta fermando. Le entrate in Italia tengono». Però ieri il Cnel ha rivelato che secondo i suoi calcoli i disoccupati in termini di ULA saranno al prossimo 31 dicembre 620-820 mila…
• Che significa Ula?
Unità lavorative annue. In pratica: si calcolano gli occupati a tempo pieno per dodici mesi e non i semplici occupati. Quindi uno che ha lavorato mezzo anno è una mezza Ula. Il dato del Cnel è piuttosto grave e ipotizza una percentuale di disoccupati prossima al 9%. Il Cnel scrive che «la disoccupazione continuerà ad aumentare e il ricorso agli ammortizzatori sociali sarà ancora significativo. L’utilizzo della cassa integrazione nell’ultimo bimestre ha registrato un rallentamento ma resta su livelli assoluti molto elevati, a testimoniare della profondità della crisi. Cruciali nel determinare le caratteristiche e l’intensità della ripresa saranno gli ultimi mesi del 2009 e i primi del 2010. Per questo motivo, è importante che ci sia piena consapevolezza del fatto che nei prossimi mesi potrebbero rendersi necessari ulteriori interventi per estendere e rendere ancora più flessibili i sostegni al reddito ». Il rapporto sottolinea che a scontare maggiormente la perdita di posti di lavoro saranno i precari e le donne, un dato quest’ultimo che altre ricerche contestano. Le donne percentualmente sarebbero meno colpite degli uomini dalla crisi perché mediamente più giovani, più brave e meno costose.
• A proposito di 2010, sento dire continuamente che a metà dell’anno prossimo sarà tutto finito e ricominceremo la vita di prima.
La vita di prima non credo. Proprio ieri il governatore Draghi, parlando alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, ha detto che «usciremo dalla crisi economica in corso con più disoccupazione e più debito». Il debito ad aprile è arrivato a 1748 miliardi di euro e alla fine di quest’anno sarà al 115,4% del Pil. Lo so che questi numeri sono noiosi, ma ai bei tempi l’Europa pretendeva che il rapporto tra debito e Pil fosse del 60 per cento, cioè se tu producevi 100, dovevi avere un debito non superiore a 60. La crisi ha messo nei guai tutti e i tedeschi, per esempio, un tempo campioni di virtù ed efficienza, sono già all’80% e nel 2012 avranno un rapporto debito/pil peggiore del nostro. Noi l’anno prossimo saremo al 118 per cento. Tragedia? Chi lo sa. Samuelson, premio Nobel, ha scritto ancora l’altro giorno che dalla crisi non usciremo se gli Stati non si decideranno a fare ancora più debiti. Molti accusano Tremonti di timidezza, in questo senso, ma chi ha la ricetta sicura al cento per cento? Il governo tiene la linea del fare il meno possibile, e fino ad ora è difficile dargli torto.
• Come fa a dire che non bisogna dargli torto?
Il Financial Times , in collaborazione con Harris Poll, documenta che il giudizio degli italiani sul modo in cui il governo affronta la crisi è rimasto stabile: i soddisfatti sono sempre il 16 per cento, mentre in Francia sono scesi all’8 e in Europa in genere sono calati per tutti. Da noi è addirittura diminuita la percentuale di coloro che giudicano negativamente la condotta di Berlusconi e Tremonti relativamente alla crisi: dal 57 è passata al 56 per cento. Altro indice positivo: il differenziale tra Btp e Bund tedeschi è scesa a 113 punti. Sull’altro piatto della bilancia ci sono gli aggettivi del Cnel: siamo in una «fase critica », di «profonda incertezza», in un «momento cruciale». Il governo metterà la fiducia sul decreto anti-crisi, quello che prevede lo scudo fiscale e le bacchettate alle banche che vogliono lucrare sui conti in rosso (le «commissioni di massimo scoperto »). Il decreto stabilisce che non si potrà applicare al tasso normale una maggiorazione superiore allo 0,5%. Le banche silenziosamente protestano. Numeri ufficiali non ce ne sono, ma pare che le perdite siano di qualche miliardo. Piuttosto dolorose in questo momento.
• Le banche come stanno?
E chi lo sa? Soldi in giro ne fanno circolare pochi e alla lunga questo può avere conseguenze pesanti.
• Gli americani? I cinesi? Si diceva che se all’estero ricominciano a comprare siamo salvi.
In America si parla di un nuovo pacchetto di stimoli, perché i 700 e passa miliardi tirati fuori l’anno scorso non sarebbero ancora sufficienti. Obama è contrario. Laggiù sono in rosso 48 Stati su 50, per un buco complessivo di 166 miliardi di dollari. Indovini chi approfitta della situazione comprando case oltre confine? Gli italiani: 14.500 immobili acquistati finora, +15% sul 2008. Siamo in crisi o no? [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 23/7/2009]
(leggi)