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 2009  luglio 23 Giovedì calendario

SFIDA PER IL WIFI SUGLI AEREI CADE L’ULTIMA OASI «SCONNESSA»


NEW YORK – Su Gizmo­do. com Mark Wilson è invipe­rito. «La copertura WiFi sugli aerei entusiasma solo il mio capo – tuona il blogger infor­matico – che in questo mo­do mi costringerà a lavorare 24 ore su 24 e da ogni angolo del pianeta. Grazie alle linee aeree non riuscirò mai più a schivare il lavoro».

Se viaggiando quest’estate vedrete il vostro vicino di pol­trona in aereo navigare in In­ternet, non date insomma per scontato che lo faccia per sva­go o passione. La maggior par­te delle persone che in Ameri­ca usano le nuove tecnologi­che per accedere al WiFi ad al­ta quota sui voli di linee aeree quali Delta, American Airlines e United, lo fanno per lavoro, non per ricreazione.

Non è dunque strano se, a un anno e mezzo dal suo de­butto ufficiale negli States, i detrattori della connettività in flight superano i fan. «Le implicazioni del WiFi a bordo sono più culturali che tecnolo­giche », mette in guardia il New York Times che celebra le esequie dell’era in cui «un lungo viaggio in aereo era l’ul­tima oasi di pace e silenzio a prova di BlackBerry e di e-mail».

Fino a ieri volare era una delle rare pause socialmente accettate dai datori di lavoro. «Non era colpa tua se non ave­vi ultimato quel dato proget­to in tempo – teorizza anco­ra Wilson su Gizmodo.com ”, o se non eri riuscito a ri­chiamare quel cliente, amico o fratello. Eri lassù per aria. Non potevi farci nulla».

Ma la possibilità di naviga­re, scaricare la posta elettroni­ca, twittare ed altro al modico prezzo di 12,95 dollari per tut­to il volo, non disturba affatto Lisa Brothman. « una tecno­logia salva matrimonio – spiega la donna d’affari in un post a Newsweek.com – che mi consente di sbrigare tutto il lavoro in viaggio e, quando arrivo a casa, di dedicarmi so­lo a mio marito».

Secondo gli addetti ai lavo­ri è una strada ormai senza ri­torno. Tanto che una nuova ditta californiana, Row44, sta per lanciare la sua rivale tec­nologia satellitare per fornire wireless a minor costo a ben mille aerei Southwest e Alaska Airlines entro la fine del 2010, dando filo da torce­re alla Aircell, oggi leader del settore, che per connettersi fa pagare 12,95 dollari per tutto il volo.

L’incognita, adesso, è vede­re se in futuro la tecnologia sa­rà usata per consentire di tele­fonare in volo. Sia il sistema Aircell che quello Row44 so­no tecnicamente in grado di fornire conversazioni VoIP via Web anche se entrambi bloccano il servizio. Mentre in Europa telefonare a bordo è già una realtà, in Usa la lob­by anticellulari è fortissima. « una controversia politica incandescente – spiega John Guidon, AD di Row44 ”. Mentre strillare al telefonino in pubblico è la norma in Eu­ropa, qui da noi è tabù».