Marco Damilano, L’Espresso, 23 luglio 2009, 23 luglio 2009
MARCO DAMILANO PER L’ESPRESSO 23 LUGLIO 2009
Noi pazzi moderati Costruire un partito aperto e anti-comunista. Impedire a Franceschini e Bersani di distruggere il Pd. Un errore bocciare Grillo. Parola di sindaco.
Colloquio con Michele Emiliano
Michele Emiliano, appena rieletto sindaco di Bari con il 59 per cento dei voti, magistrato in aspettativa, segretario del Pd pugliese, è preoccupato. "Siamo in una situazione rischiosissima per chi ama il Pd. Vengono da me, mi dicono che il mio appoggio è decisivo e che devo decidere da che parte stare", racconta. Lui, intanto, insieme a Nichi Vendola ha mandato a casa un paio di assessori regionali sfiorati dalle inchieste sulla sanità. E spalanca le porte a Beppe Grillo nel Pd.
Com’è il congresso del Pd visto da Bari?
"Franceschini e Bersani mi sembrano Fast & Furious, ha presente, quelle macchine lanciate a folle velocità una contro l’altra. Vengono da me e mi chiedono: decidi con chi stare, il tuo appoggio è decisivo. A tutti ripeto: dovete fermarvi e stabilire i termini del congresso. Bersani deve capire che le primarie non vanno eliminate, sono un mezzo di validazione popolare dell’accordo sottoscritto dai militanti. Franceschini deve capire che con le primarie non si ribalta l’esito del congresso. Abbiamo l’estate per fare questo lavoro e creare più unità possibile".
A proposito: lei sta con Bersani o Franceschini?
"Bersani introduce contenuti importanti, non si va da nessuna parte con un partito non organizzato, lo dico da sindaco e da segretario regionale del Pd pugliese...".
Il doppio incarico che le chiedono di lasciare.
"Una sciocchezza. Il Pd deve essere il partito degli amministratori. O facciamo un salto indietro di anni, quando le segreterie comandavano e le istituzioni dovevano eseguire. Ho un’idea di partito aperto, con le primarie, con i leader di partito che fanno anche i sindaci. Ma su questo modello Bersani e Franceschini hanno le idee confuse".
Quali sono le altre condizioni che pone?
"A Bersani ho detto che deve lasciare le primarie e parlare del Mezzogiorno, altrimenti il mio voto non l’avrà. E poi c’è una cosa urgente, sul piano culturale".
Quale?
"Bersani deve assicurare il rinnovamento del partito a prescindere dalla componente Ds. Conosco tanta gente moderata, che vota a destra, che potrebbe aderire al Pd se fosse rassicurata che la nostra identità non sarà quella socialdemocratica ma democratica, in senso obamiano. Obama è giovane, nero, ambientalista, dialogante con l’Islam. Ed è anti-comunista. Ecco: dobbiamo finalmente avere il coraggio di dire che il Pd è un partito fraternamente anti-comunista".
Fraternamente, caro sindaco: come la prenderanno i militanti ex Pci?
"Il Pd deve sventolare la bandiera americana. Deve essere un partito europeo, occidentale, anti-comunista. Anch’io sono stato iscritto al Pci, ma avremmo imbracciato le armi per difendere l’Italia in caso di invasione sovietica. Il discorso più anti-comunista l’ha fatto Enrico Berlinguer a Mosca. Ai militanti post-comunisti bisogna dire di prendere atto di com’è fatto il Paese. Nella mia città per anni la sinistra si era presentata con slogan tipo ’l’altra Bari’ e aveva sempre perso. Nel 2004, quando mi candidai a sindaco, feci scrivere sui manifesti: ’Io voto Bari’. D’Alema tirò un sospiro di sollievo: ’Per la prima volta chiediamo il voto alle persone che esistono, non a quelle che non ci sono’. Se cerchiamo italiani che non sono mai esistiti, non toglieremo l’egemonia culturale a Berlusconi. Berlusconi legge e interpreta il Paese, i suoi elettori a Bari votano per me. Sono persone normali, che non rubano, non si fanno pagare le donne da un altro, chiedono di essere governati. E noi rispondiamo con un congresso dove rispolveriamo la divisione tra ex Pci ed ex Dc?".
Sergio Chiamparino propone una mozione dei non allineati. Lei aderirà?
"Credo che serva un gruppo di autorevoli pazzi che si assumano il compito di prendere i nostri amici Franceschini e Bersani e impedire loro di distruggere il Pd. Ignazio Marino ritiri la sua candidatura e lavori con noi per questo obiettivo. Chiamparino, Cacciari, Matteo Renzi costruiscano un congresso che sia una proposta per il Paese e non una resa dei conti".
In Puglia c’è D’Alema, che secondo Debora Serracchiani, la pasionaria dell’area Franceschini, dovrebbe farsi da parte. d’accordo?
"Sono un non dalemiano che presidia il Santo Sepolcro dei dalemiani. Per me, l’ho detto a Franceschini, non si rinnova il Pd senza D’Alema. il pilastro del Pd, pensare di fare il Pd senza di lui è pazzesco. Ma D’Alema deve capire che non può fare come Bearzot che si è tenuto in squadra Zoff, Gentile, Cabrini fino alla fine. Fuor di metafora: D’Alema non ha esaurito la spinta, i dalemiani sì, la squadra deve cambiare, se si vuole evitare la sconfitta. Su questo sono convinto che D’Alema la pensi come me. Anzi, mi correggo, sono io che la penso come lui".
In Puglia lei, lo sceriffo anti-comunista, ha fatto asse con Vendola per mandare a casa mezza giunta regionale coinvolta nello scandalo Asl.
" stata una decisione di Vendola, mi ha rovinato una vacanza in Sardegna... Ho cercato di evitare, senza mollare Nichi un attimo, che si potesse azzerare il lavoro di cinque anni. Nichi temeva che D’Alema non lo volesse più candidare per sostituirlo con Francesco Boccia e che facessero pagare a lui gli eccessi dei dalemiani, la questione morale. Io gli ho detto: devi trattare con D’Alema, non potrà che condividere le tue condizioni. Così è stato. Il vice di Vendola, Frisullo, se n’è andato, anche se sul piano giudiziario non c’è stato neppure un avviso di garanzia. Abbiamo fatto quello che si chiede alla politica: intervenire prima della magistratura".
Da ex magistrato: esiste una questione morale nel Pd?
"Non sono ex, sono in aspettativa. E in politica sono un berlingueriano puro. Il Pd deve fare della sobrietà una bandiera, anzi, della povertà. Anche perché i partiti poveri non sono: con il finanziamento pubblico, lo dico da segretario regionale, facciamo benissimo politica. Le nomine della sanità vanno strappate ai politici, le aziende municipalizzate vanno privatizzate: le nomine politiche sono un inquinamento".
La Puglia è un laboratorio del nuovo centrosinistra che va da Vendola all’Udc. vero che D’Alema pensa di candidare Buttiglione alla Regione?
"Buttiglione? Lei mi vuole deprimere... Con l’Udc si può ragionare se il Pd torna a occupare il centro, ad attrarre i voti moderati. Se invece pensiamo di appaltare a un partito incontrollabile la loro rappresentanza ci mettiamo nelle mani di Casini. E siamo fritti".
Cosa pensa della corsa di Grillo alla segreteria?
"Si deve candidare. Dirgli che è un provocatore, liquidare la cosa con il regolamento congressuale, è un errore. L’ho conosciuto quando è venuto a Bari, è un uomo mite e gentile che vuole fare politica, diamogli una possibilità: io gli farei fare l’assessore all’Ambiente nelle mia giunta. bravo, dobbiamo contrapporgli leader bravi e preparati. Cacchio!, se abbiamo paura di Grillo allora ha ragione lui, siamo il congresso del nulla".
E lei che farà? Il segretario regionale o punta a un ruolo più alto?
"In Puglia voglio che sia assicurata la linea del rinnovamento. E dopo due mandati mi sembra giusto che sia venuto il momento di portare la mia esperienza nel Pd nazionale. La mia disponibilità c’è. Fraterna".