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 2016  febbraio 03 Mercoledì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Beati gli americani che hanno primarie così spettacolari: il ciclone Donald Trump, che spinto dall’onda di un populismo demagogico doveva divorare gli avversari, è mancato poco che non si piazzasse addirittura al terzo posto. Dall’altra parte, la solida Hillary Clinton, la vera esperta di cose della Casa Bianca, sicura vincitrice secondo un sacco di gente, ha prevalso sul suo avversario Bernie Sanders grazie al lancio della monetina, metodo a cui si ricorre nei caucus quando i voti sono pari.

Stiamo parlando delle primarie in Iowa.
Certo. Primarie (anzi: caucus, qualcosa come riunioni di condominio) che sembrano suggerire questo: in campo repubblicano se la vedranno soprattutto il primo arrivato Cruz e l’uomo dell’establishment Marco Rubio, mentre forse la corsa di Donald Trump è già finita. Tra i democratici Sanders ha più tela da tessere di quanto si credeva, ma sembra ancora difficile che possa battere Hillary. Certo il voto del New Hampshire, tra una settimana, è diventato davvero decisivo. E siamo solo al secondo turno.  

Quali sono i risultati esatti?
Repubblicani: primo Ted Cruz col 27% dei voti; secondo Donald Trump col 24%; terzo Marco Rubio col 23%. Jeb Bush ha preso solo il 2,8 per cento, Carly Fiorina l’1,8. Direi che sono già stati eliminati tutti e che la corsa, da questa parte, è ristretta ai primi tre. In campo democratico Hillary Clinton ha raccolto il 49,8% dei voti e il suo avversario Bernie Sanders il 49,6. In sei seggi, Hillary ha avuto la meglio grazie al lancio della monetina. Sanders alla fine ha voluto che si ricontassero i voti. La lotta tra i due è talmente incerta che non si sa ancora a chi assegnare il cinquantesimo delegato (la Clinton, aiutata dalla monetina, ne ha ottenuti 28, Sanders 21).  

Che cos’è questa storia dei delegati?
Il sistema americano assegna a ciascun concorrente dei delegati e i delegati poi andranno a votare al congresso finale che nominerà il candidato. La procedura, benché suoni strana, è questa. Significa però che anche gli sconfitti mantengono una certa capacità di manovra. Per esempio, Jeb Bush, nonostante il risultato deludente, ha comunque ottenuto un delegato e ne raccoglierà qualcun altro nelle prossime tappe. A questi delegati il loro capo, subito dopo l’inevitabile ritiro, darà l’indicazione di votare, nel rush finale, per questo o per quel candidato. La cosa può portare ad accordi di un certo peso.  

Mi pare che la lotta sia soprattutto interessante in campo repubblicano.
In campo repubblicano regna l’incertezza più assoluta. Il vincitore dello Iowa, Ted Cruz, è un repubblicano di estrema destra, che ha vinto grazie all’appoggio delle chiese evangeliche e predica dalla mattina alla sera contro Wall Street e l’establishment. Il partito se lo trova in corsa contro la sua volontà, esattamente come gli è capitato con Donald Trump. Dicono, i repubblicani di provata fede, che la vittoria alle primarie di Trump o di Cruz cambierebbe la struttura stessa del partito, tarsformandolo in qualche altra cosa (anche se non si sa che cosa). I finanziatori repubblicani avevano puntato su Jeb Bush, mettendogli a disposizione 155,6 milioni di dollari. Adesso sposteranno i loro soldi su Rubio, candidato per bene, che dà tutte le garanzie, finanziato finora con appena 77,2 milioni. Trump dice di essere abbastanza ricco per non aver bisogno di finanziatori, e gli analisti spiegano la sua sconfitta in Iowa proprio con la distrazione del gran riccone, che non ha mandato abbastanza uomini suoi in giro per le contee dello Iowa a far propaganda. Tutto il contrario di Cruz, che ha battuto il territorio palmo a palmo. Si dice che Cruz sia uomo di straordinaria intelligenza. Avvocato, 45 anni, una carriera universitaria con risultati eccelsi, a 40 anni aveva vinto sette cause su nove alla Corte suprema, poi nello staff di George Bush jr., infine senatore del Texas.

• E su Sanders non puntiamo neanche un cent?
Lo Iowa potrebbe essere la sua rampa di lancio, come è successo tante volte in passato per i democratici. Ma è difficile. Hillary è piena di soldi, e Sanders sta troppo a sinistra per il gusto americano. La vittoria di Sanders tra i democratici e di Trump tra i repubblicani farebbe nascere il famoso terzo partito, guidato da Bloomberg. Una forza moderata e responsabile in mezzo a due matti. In casa repubblicana Bush ha già detto che, se vincesse Trump (ma forse anche se vincesse Ted Cruz) lui appoggerebbe Hillary. È già successo, per certi repubblicani, al tempo di Reagan: scandalizzati dalla candidatura di un tizio che non si sapeva neanche bene che cosa volesse, passarono pubblicamente dall’altra parte della barricata. (leggi)

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