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 2016  febbraio 03 Mercoledì calendario

La passione troppo poco segreta di Cristiano Ronaldo per il lottatore Badr Hari

Le relazioni pericolose in versione inizio del 2016 twittano. Un bel “Just Married” (“Appena sposati”), magari, sotto un’immagine che vede Cristiano Ronaldo in braccio a Badr Hari, il re della kick boxing e, anche, delle intemperanze fuori e dentro il ring. I due sono a bordo piscina. Entrambi in pantaloncini attillati che mettono in mostra tutti i loro numerosissimi muscoli guizzanti. I due si trovano nella splendida villa marocchina di Badr, campione ammirato anche dallo stesso re del Marocco, una dimora, la sua, da mille e una notte.
E così il fatto che Cristiano e Badr, giovani, bellissimi, campioni incontrastati nel loro sport siano vicini, fa discutere. Molto. Il fuoriclasse del Real Madrid vola più che spesso a trovare il suo amico. Anche quattro volte in una settimana (del resto, un jet privato che ce l’hai a fare, altrimenti?).
Questa assiduità, alla fine viene notata, da tutti. E da una persona in particolare: Fiorentino Perez, presidente della squadra, che gli impone di non partire più alla volta del Marocco. Quasi mentre viene ripreso Ronaldo nell’ultima partita, quella contro l’Espanyol, segna una tripletta (come a dire, non sono i viaggi che inficiano la sua performance sportiva). Come da un po’ si era pure notato che, chiusa la storia con Irina Shayk, il fuoriclasse, papà di un ragazzino il cui nome della mamma rimane sconosciuto, non ha più avuto una fidanzata ufficiale.
A proposito, anche Badr, nato in Olanda da genitori marocchini, ha una bambina, stupenda, avuta da una bellissima ragazza che si chiama Daphne Romani. E ha pure avuto una vita sentimentale tempestosa, fidanzandosi addirittura con Estelle Cruijff, già, l’ex moglie di Ruud Gullit. E proprio una lite sulla biondissima signora in un locale di Amsterdam, con un avventore, reo secondo Badr di averla offesa, gli costò la libertà. Hari picchiò il tipo (come un campione di kick boxing può fare) e fu denunciato per aggressione. Messo agli arresti domiciliari, non li rispettò e finì in prigione... Una storia lunga, complicata, dove il campione finisce per fuggire in Marocco, perdere le sponsorizzazioni, perdere la fidanzata. «È una sorta di Tyson della kick boxing», spiega Carlo Di Blasi, il promoter di Oktagon, il più famoso torneo di kick boxing in Italia (la prossima edizione il 16 aprile a Torino), e presidente di Fight One (che è la federazione nazionale degli sport da combattimento), che conosce bene Badr: «Dal 2005, da quando era una promessa di questo sport e non il campione che poi ha perso il titolo per aver attaccato il suo avversario dopo lo stop dell’arbitro», sottolinea spiegando un po’ che tipo è. «Sul ring è di un’eccellenza straordinaria: è bello, ha stile, ha tutto. Ma non ha saputo gestire tutto questo, anzi, l’essere sotto i riflettori è stata la sua rovina».
Al contrario di Cristiano Ronaldo, che da qualche anno a questa parte gestisce la sua carriera con estrema intelligenza: è il primo calciatore a comportarsi e a trattale la propria immagine alla maniera di un divo di Hollywood. E, a proposito di media, si ha voglia di fare una domanda proprio a Carlo Di Blasi: ma nel mondo della kick boxing come è trattata l’omosessualità? «Nessun problema al riguardo. E il motivo della tolleranza che si vive nelle arti marziali e, in particolare, negli sport da combattimento, è che noi siamo stati degli emarginati fin da quando arrivarono in Europa queste discipline. Siamo stati considerati dei paria dello sport per molto tempo, anche poi se oggi ne siamo usciti grazie allo spessore culturale e umano di chi pratica questi sport a tutti i livelli. Quindi, visto che siamo stati noi le prime vittime del pregiudizio, come facciamo a essere a nostra volta intolleranti? Anzi, da promoter, posso dire che se oggi si accendesse sulla kick una luce perché c’è un affaire fra due campioni, ne sarei quasi contento».