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 2016  febbraio 03 Mercoledì calendario

Perché Google vale più di Apple

Negli ultimi tre mesi del 2015 Apple ha fatturato più di quanto ha fatto Alphabet in tutto l’anno. Lo stesso vale per l’utile, visto che il gruppo guidato da Tim  Cook nel quarto trimestre ha riportato un utile netto di 18,4 miliardi di dollari, mentre per la controllante di Google l’utile di tutto l’esercizio è stato di 16,4 miliardi.
Allora perché Alphabet ha sorpassato Apple come società che capitalizza di più al mondo? Ecco tre motivi per cui Wall Street punta forte su Mountain View mentre Cupertino sembra essere uscita dal cuore.
Sebbene Apple faccia ricavi e profitti fenomenali grazie a iPhone, ora sembra che si stia trasformando da titolo hi-tech ad alta crescita in value stock, che dà dividendi me cresce poco. Intanto Alphabet cresce ancora a un ritmo veloce.
Nel quarto trimestre, il fatturato del colosso di Cupertino è cresciuto dell’1,7% annuo e il suo prodotto di punta ha accresciuto i volumi di vendite di non più dello 0,4%. Durante la conferenza per la presentazione dell’esercizio, Cook ha ammesso che le vendite di iPhone forse risulteranno in diminuzione anche nel trimestre in corso, in coincidenza con il lancio di iPhone 7.
Al tempo stesso, le entrate di Alphabet sono balzate del 17,8% sul quarto trimestre 2014, senza tener conto di quanto pagato da Google per acquisire il traffico web per i propri prodotti pubblicitari. Considerando questi ultimi il tasso di crescita schizza al 19,3%. E l’attività più redditizia di Big G, la pubblicità online, avanzando a un ritmo del 17%. «Tutta questione di traiettoria», commenta Jan Dawson, capo analista di Jackdaw. «Google cresce rapidamente ed è sempre più redditizia nonostante gli investimenti massicci in altre scommesse, mentre il fatturato della Mela ha a malapena denotato una crescita negli ultimi tre mesi e nel trimestre in corso calerà ancora». Le altre scommesse di Alphabet, apparse per la prima volta nei conti economici di lunedì, sono un’altra delle ragioni principali dell’ottimismo degli investitori. Il potenziale per futuri grandi business è un’altra importante arma contro Apple. Al di là di iPhone, anche le vendite di iPad e Mac si stanno riducendo, e anche se Apple rifiuta di rivelare i dettagli di vendita dei nuovi Watch, la prima nuova categoria di prodotto lanciata sotto la gestione Cook non sembra modificare gli equilibri. Durante la conferenza per la presentazione dei risultati, invece i vertici di Apple si sono concentrati sul potenziale dei servizi forniti a dispositivi mobili, una specialità di casa Google. Oltre alle attuali offerte, molti prodotti ad alto potenziale targati Apple non sono prossimi alla commercializzazione. La società sta lavorando allo sviluppo di un’auto elettrica, ma l’elaborazione e la realizzazione di questa tipologia di prodotto potrebbero richiedere anni. Inoltre, la tech company di Cupertino sembra finalmente muovere verso la realtà virtuale e aumentata, ma Google ha già riportato buoni risultati anche in quest’area. Larry Page, co-fondatore e ceo di Alphabet, è orgoglioso dei progetti per i lanci sulla Luna promessi dal gruppo, delle ingenti scommesse su tecnologie futuribili tra cui le auto a guida automatica, Nest, con il suo business della casa intelligente, e Google Fiber che fornirà servizi di banda larga. Sebbene stia anche perdendo del denaro in queste imprese, spiega Dawson, le «altre scommesse» hanno fatturato 448 milioni di dollari nel 2015, con una perdita operativa di circa 3,6 miliardi di dollari, e presentano agli investitori prospettive di grandi guadagni molto prima di un’eventuale Apple car. «Dipende tutto dalle stime di crescita per il 2016 e più avanti», ha ribadito lunedì mattina Daniel Ives, analista di Fbr Capital Markets. «Le nuove aree di crescita sono al centro di questo disarticolato panorama tech». Propensione a scommettere
Gli investitori si fideranno delle grandi scommesse di Page e company perché in passato hanno dato i loro frutti, in particolare nel caso di YouTube, che Google ha acquisito una decina d’anni fa per meno di 2 miliardi di dollari. Ruth Porat, cfo della holding, ha attribuito al noto social media per la condivisione di video, e ai progressi degli introiti della pubblicità su dispositivi mobile, il merito per l’aumento delle entrate del quarto trimestre. Google si è buttata su un investimento simile nel 2014 con Nest, che ha comprato per 3,2 miliardi di dollari.
Apple non si muove allo stesso modo, preferisce sviluppare all’interno e comprare giovani società hi-tech che possano contribuire ai suoi sforzi, come ha di recente fatto con una startup che si occupa di realtà virtuale. Anche una delle acquisizioni di più alto profilo realizzate sotto la guida di Cook, Beats Electronics, non è stata una scommessa su tecnologia del futuro, ma va letta come un completamento dell’offerta in catalogo. «Se si guarda alla storia di Apple, il gruppo non si è mai buttato sullo shopping di nomi di spicco», ha ricordato Brendan Connaughton, direttore investimenti di ClearPath Capital Partners, a MarketWatch in un’intervista della fine dello scorso anno. Alphabet agisce diversamente, e di fatto dispone di un migliore arsenale grazie al quale può essere attiva nel mercato dell’M&A. Il principale motivo è che dell’abbondante cassa di Apple, la stragrande maggioranza è vincolata in investimenti a lungo termine e parcheggiata all’estero in assenza di un progetto di rimpatrio.
Entrambi i player vantano simili disponibilità liquide e mezzi equivalenti effettivi a bilancio – la prima ha dichiarato 16,7 miliardi di dollari e Alphabet ne contabilizza 16,55 miliardi – ma la seconda ha più liquidità a portata di mano da canalizzare in potenziali acquisti. Porat ha spiegato che 43 dei 73 miliardi di dollari in contanti e titoli di Google si trovano all’estero, il che lascia alla società una potenza di fuoco disponibile a casa che è circa il doppio di quella di Apple. Inoltre, la holding di Mountain View non si è inserita nei mercati del debito quanto Apple, e al passivo ha iscritto circa 5,2 miliardi di dollari di debito a breve e lungo termine, mentre la seconda ha emesso più di 53 miliardi di dollari di debito a lungo termine e ha in programma di incrementare questa voce di bilancio.
In tale contesto la crescita attuale e potenziale di Google oltre il breve termine appare più realistica ai trader di Wall Street. Tuttavia la situazione potrebbe cambiare rapidamente se la Mela si tirerà fuori dallo stallo in cui si trova. «In fin dei conti Apple è molto superiore e genera molto più utile e cassa, e sul lungo periodo suppongo che tornerà presto alla crescita», ha concluso Dawson. «D’altra parte ha di fronte a sé un anno difficile, mentre Google sembra andare molto bene in relazione ai trend di breve termine».
(traduzione di Giorgia Crespi
© 2016-Dow Jones & co.)