MilanoFinanza, 3 febbraio 2016
Ma Buffett punta 830 milioni di dollari sul petrolio
Il crollo del prezzo del greggio ha forti ripercussioni sui risultati dei gruppi petroliferi, ma non spaventa il miliardario Warren Buffett, che in controtendenza, secondo quanto riportato da Fortune, ha incrementato da inizio 2016 la quota detenuta dal suo fondo Berkshire Hathaway nella società Phillips 66, con sede a Houston, in Texas.
La compagnia, specializzata nel settore raffinazione e trasporto sul listino di New York capitalizza 41,8 miliardi di dollari. Negli ultimi 12 mesi il titolo ha garantito un total return (performance più rendimento della cedola) del 10,7%, che è però negativo da gennaio (-4%).
Da gennaio il saggio di Omaha ha investito complessivamente 832 milioni di dollari per un totale di 11 milioni di azioni. La partecipazione in Phillips 66 è stata portata al 13,7%, diventando così la sesta maggiore partecipazione nel portafoglio di Buffett. Il fondo Berkshire Hathaway aveva già rivelato una quota nella società texana di raffinazione nel mese di agosto 2015 ed era nuovamente intervenuto in acquisto a settembre.
Il valore di mercato di Phillips 66 è più che raddoppiato dal momento del suo spin-off da ConocoPhillips avvenuto nel 2012.
I risultati trimestrali, che sono stati comunicati venerdì 29 gennaio, hanno evidenziato un utile netto in calo del 43% fino a 650 milioni di dollari, che corrisponde a 1,2 dollari per azione, contro 2,05 dollari di un anno prima. Rettificando i conti per le voci straordinarie, Phillips 66 ha però realizzato un utile di 710 milioni di dollari, che implica un profitto di 1,31 dollari per azione, circa 5 centesimi in più rispetto alle stime degli analisti. Nell’intero esercizio l’utile netto è stato di 4,23 miliardi di dollari.
Nel quarto trimestre i profitti da raffinazione sono scesi a 410 milioni di dollari da 1 miliardo nel terzo trimestre. La crollo è dovuto in gran parte al calo del 35% dei cosiddetti crack spread, ovvero la differenza tra il costo del petrolio e il prezzo dei prodotti raffinati. «La performance finanziaria del 2015 dimostra la capacità di resistenza del nostro portafoglio diversificato in uno scenario di bassi prezzi delle materie prime», ha però dichiarato fiducioso il ceo Greg Garland.