
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ci si indigna perché il prezzo del petrolio è precipitato sotto i 27 dollari a barile e quello del carburante - benzina o gasolio - è sceso molto, ma molto di meno. Uno studio della Confartigianato mostra che, senza tasse, dovremmo pagare un litro di gasolio 44 centesimi e che la benzina, anche se il petrolio ci venisse regalato, non potrebbe costare meno di un euro. Ieri, il miglior prezzo della benzina (self-service) era in Veneto, 1 euro e 358. E, del gasolio, nelle Marche, 1 euro e 151. Qualcuno ruba, è la logica conclusione.
• I petrolieri?
Un poco, perché quando il prezzo del petrolio sale l’adeguamento è immediato, mentre quando scende ci devono pensare un po’ prima di decidere. Del resto fanno la stessa cosa anche le banche quando variano i tassi. Una clausola fatta abilmente inserire nella lenzuolata di Bersani del 2007 gli permette di pensarci tutto il tempo che credono per valutare se un tasso più basso non fosse per caso nocivo al cliente.
• Rubano i benzinai?
Per carità. I benzinai, qualunque cosa accada, incassano sempre quattro centesimi e mezzo per ogni litro che vendono. E qualunque sia il prezzo di giornata.
• Allora è lo Stato.
Nel senso che, quando hanno un problema, la cosa più facile per lo Stato o per le Regioni è quella di aumentare di qualche centesimo il prezzo della benzina. Siccome l’Iva si calcola sul prezzo totale, questi pochi centesimi producono un grasso ulteriore per l’ente tassatore perché l’Iva si calcola sul prezzo finale. Perciò tassa sulla tassa, come abbiamo scritto molte volte, noi e i nostri colleghi.
• Si può fare un elenco di questi eventi che hanno provocato i vari aumenti di pochi centesimi?
Abbiamo fatto un elenco di questo tipo, per la prima volta, nel 2007. “Il Fatto del Giorno” usciva da appena una settimana. Ecco qui: guerra d’Abissinia (1936), crisi di Suez (1956), tragedia del Vajont (1963), alluvione di Firenze (1966), terremoto del Belice (1968), terremoto del Friuli (1976), terremoto dell’Irpinia (1980), missione in Libano (1983), missione in Bosnia (1996), rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (2004). Ognuna di queste accise (le tasse sulla benzina si chiamano così) aveva uno scopo, quello di soccorrere i cittadini colpiti da una calamità o da un’emergenza. Passata la calamità, sanata l’emergenza, la tassa si sarebbe dovuta dissolvere. Invece i vari governi, senza eccezione, hanno tenuto in piedi tutto il sistema, solo di tanto in tanto accorpando le varie voci, per evitare che si vedesse da che cosa era stato determinato l’aumento. Non era infatti un bel vedere. L’ultimo accorpatore, se non sbaglio, è stato Enrio Letta. Nel frattempo però i ritocchi verso l’alto sono continuati, così come sono continuate le emergenze. Ecco qua un aggiornamento riferito agli ultimi anni: finanziamenti allo spettacolo e alla cultura (c’era stata una forte iniziativa di Muti contro i tagli decisi da Tremonti), emergenza in Nord Africa e alluvione in Liguria e Toscana (tutt’e tre questi aumenti sono del governo Berlusconi, anno 2011), decreto Salva Italia di Monti (per reperire risorse urgenti la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2011 la benzina aumentò di 8,21 centesimi e il gasolio di 11,21), altro aumento, deciso da Monti nello stesso decreto, messo in cantiere per il 2013, a metà 2012 due centesimi per il terremoto in Emilia e 42 centesimi per l’emergenza Abruzzo, altri 24 centesimi nel 2014 ad opera del governo Letta (decreto del Fare) più altri aumenti già stabiliti nel medesimo decreto per il 2017-2018. Renzi ha già fissato un aumento delle accise per il 2019. In conclusione siamo passati da 56 a 74 centesimi al litro per la benzina, e da 42 a 62 centesimi per il gasolio. Ci metta l’Iva e siamo a un euro di tasse. Anche si ci regalassero il petrolio...
• Che si può fare?
Il ministro delle Finanze tedesco, il terribile e intelligentissimo Wolfgang Schäuble, propone di caricare il prezzo della benzina di un altro euro col quale finanziare l’emergenza migranti. Sarebbe una tassa europea. L’hanno preso tutti a ridere, ma io penso che ci si arriverà, a favore dei migranti o di qualos’altro. Nel 2013 eravamo arrivati a pagare la benzina 2 euro, e il consumo era diminuito. Adesso siamo a 1 euro e 4, e tutti prevedono che il prezzo del petrolio andrà ancora più giù e resterà basso per un pezzo. Dunque lo spazio per nuove accise c’è, eccome. Da parte dell’Europa, da parte dell’Italia e da parte delle Regioni italiane che non avessero già provveduto. Allegria.
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