Corriere della Sera, 24 gennaio 2016
Jennifer Lahl, paladina della lotta alla maternità surrogata (utero in affitto), verrà a Roma per il Family Day
«Saluti dalla California, la capitale del turismo riproduttivo». Jennifer Lahl, la più conosciuta promotrice della petizione per vietare in tutto il mondo la maternità surrogata, inizierà così il suo discorso al Family Day sabato 30 gennaio. L’invito le è arrivato pochi giorni fa e, nonostante i mille impegni, Lahl ha deciso di volare a Roma: «Se è importante per la causa non mi tiro indietro – ha detto al Corriere – troppe coppie europee vengono da noi per sfruttare l’utero delle americane. Brooke Brown è morta per dare un figlio a una coppia spagnola. E anche Elton John si è rivolto a un’agenzia californiana. È ora di finirla». Insieme a Jennifer volerà a Roma anche Elisa Gomez, una madre surrogata del Minnesota, che ha partorito una bimba per una coppia gay dietro promessa che avrebbe potuto rimanere in contatto con lei. Ma i genitori intenzionali hanno cambiato idea e lei ha dovuto far causa (vinta) per essere riconosciuta madre della bimba e tuttora non riesce a vederla.
La presenza delle due donne non passerà inosservata in Italia dove infuria il dibattito sulla stepchild adoption contenuta nel ddl Cirinnà. L’emendamento del senatore Dalla Zuanna che prevede il carcere per chi fa un figlio all’estero con una surrogata è stata accolta come un insulto dalla comunità Lgbt. Ma il tema di un divieto mondiale della pratica è all’ordine del giorno. Il 2 febbraio se ne parlerà a Parigi all’Assemblea nazionale.