Notizie tratte da: Jesper Jespersen, John Maynard Keynes. Un manifesto per la «buona vita» e la «buona società», Castelvecchi, Roma, pagg. 156, € 17,50, 24 gennaio 2016
LIBRO IN GOCCE NUMERO 74
(John Maynard Keynes. Un manifesto per la «buona vita» e la «buona società»)
Vedi Biblioteca in scheda: manca
Vedi Database in scheda: manca
L’INTELLETTO PIÙ NITIDO –
Ragionamento economico. «L’oggetto della nostra analisi non è di fornire una macchina, o un metodo di cieca manipolazione, che ci dia una risposta infallibile, ma di fornirci un metodo organico e ordinato di escogitare problemi particolari; e, dopo di avere raggiunto una conclusione provvisoria isolando a uno a uno i fattori complicatori, dobbiamo ritornare su noi stessi e tener conto come meglio possiamo delle probabili reazioni reciproche dei fattori considerati. Questa è la natura del ragionamento economico» (Keynes, Occupazione, interesse e moneta, Teoria generale)
Anagrafe. John Maynard Keynes, nato a Cambridge nel 1883, primo figlio di John Neville Keynes, professore a Cambridge, e di Florence Brown, scrittrice e attivista. Famiglia di classe medio-alta, frequentò Eton e lavorò per il governo britannico fino alla fine della Prima guerra mondiale. Sposato felicemente con una ballerina russa, Lydia Lopokova, che non gli diede figli. Considerato il padre della macroeconomia.
Versailles. Finita la guerra, Keynes fu nominato capo della rappresentanza del ministero delle Finanze britannico ai negoziati di pace di Versailles. Era incaricato di contrattare le condizioni specifiche che i tedeschi dovevano accettare. Nel suo ruolo di funzionario del Tesoro britannico, Keynes aveva calcolato che la Germania non sarebbe mai stata in grado di pagare i danni di guerra che le venivano imposti. Al contrario, avrebbero costretto un Paese già umiliato in una situazione di forte miseria. Questa situazione divenne per lui insopportabile, tanto che disse: «Io lavoro per un governo che disprezzo, e il cui obiettivo è criminale» e si dimise nel giugno del 1919, abbandonando le trattative per la pace. Nel corso dei successivi tre mesi scrisse il libro Le conseguenze economiche della pace, che lo rese noto al grande pubblico.
Stupido. «L’intelletto di Keynes era il più nitido e chiaro di quelli da me incontrati. Quando ho discusso con lui, ho sentito che dovevo mettere in campo tutta la mia vitalità e, non di rado, mi sono sentito alla fine leggermente stupido» (Bertrand Russell, Autobiografia).
Posizione. Keynes ebbe una posizione centrale negli anni Trenta: era redattore dell’importante rivista economica britannica «The Economical Journal» e dipendente del King’s College, uno dei più antichi e ricchi college di Cambridge. Era inoltre membro del Circolo Bloomsbury (che tra gli altri comprendeva Virginia Woolf e Lytton Strachey) per il quale nulla era sacro al di là dell’«Amore, Bellezza e Verità».
Teoria. «[...] Immagino nel frattempo che quel libro sulla teoria economica che sto scrivendo rivoluzionerà – non subito ma nel corso di un decennio – il modo in cui il mondo pensa i problemi economici. Quando la mia teoria sarà stata incorporata e fusa con la politica, le passioni e l’ideologia [...] grandi cambiamenti saranno possibili» (da una lettera a Bernard Shaw risalente a quasi un anno prima del completamento della sua Teoria Generale).
Keynesiani. «Adesso siamo tutti keynesiani» (Richard Nixon agli inizi degli anni Settanta).
Giorgio Dell’Arti, Domenicale – Il Sole 24 Ore 24/1/2016