Gianluca Monti, La Gazzetta dello Sport 24/1/2016, 24 gennaio 2016
SARRI: «MI SONO SCUSATO MA NON LO FANNO TUTTI»
Il linguaggio del corpo spesso trasmette più delle parole. Maurizio Sarri ieri è parso meno rigido del solito in conferenza stampa. Più che provato dalle polemiche della querelle con Mancini, è sembrato sollevato dal fatto che la vicenda è ormai giunta al capolinea. «Sono contento che Mancini abbia accettato le mie scuse. Mi è dispiaciuto passare per razzista e omofobo, accuse che sono assolutamente prive di fondamento come potrei dimostrare chiamando in causa persone che però non è il caso di tirare in ballo». Certi momenti di tensione in futuro li gestirà diversamente: «Sono un sanguigno, ma è chiaro che devo fare dei passi in avanti sotto questo punto di vista. Ho sbagliato e mi sono assunto immediatamente le mie responsabilità, cosa che non fanno tutti in questo Paese».
COME MOU Sarri da mercoledì si è buttato ancor più del solito a capofitto nel lavoro. Ha trovato conforto nella squadra, cui chiede una grande prestazione in casa della Sampdoria: «Non penso che il gruppo possa risentire più di tanto delle chiacchiere di questi giorni, però vedremo come risponderanno i ragazzi. Dobbiamo aggredire la partita, come non abbiamo fatto con l’Inter». Sarri sembra Mourinho per come analizza la sconfitta di martedì: «Ho sbagliato io, mi sono fatto condizionare dall’eventualità del supplementare nel fare certe scelte a gara in corso». Insomma, Sarri ha pensato più al campionato. Scelta legittima quando sei in testa alla classifica: «Sappiamo che contro la Sampdoria sarà dura, Montella ha tanta gente di qualità in avanti. Cassano? Sa anche lui che avrebbe potuto fare di più in carriera. Ha un talento immenso, lo considero un vero pericolo».
GIOVANI E OBIETTIVI Vincere da capolista in trasferta: ecco l’ennesimo esame da superare. La vetta va puntellata, come la rosa del Napoli. Grassi arriverà domani, poi dovrebbe toccare a Barba. Si guarda al futuro, ma le aspettative dei tifosi erano altre. Sarri è molto diretto in merito: «Mi piacciono i giovani, però bisogna tener conto del contesto ed essere chiari sugli obiettivi nel breve-medio periodo. Questo è un anno di costruzione...». Un modo elegante per dire che da un organico così non si può pretendere lo scudetto. Sarri ha imparato che certi termini non vanno usati.