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 2015  luglio 20 Lunedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

L’affare Crocetta si risolverà con le elezioni anticipate, a quanto pare...

• Crocetta è il governatore regionale della Sicilia.
Sì, è finito nei guai per via di un’intercettazione telefonica... In ogni caso, dopo qualche giorno di incertezza, il Partito democratico s’è risolto a non sostenerlo più e a votare al più presto. Lui rifiuta di dimettersi, grida di essere vittima dei poteri forti, ma sarà difficile che resista: se il partito che lo sostiene all’Assemblea Regionale Siciliana gli toglie l’appoggio, lui non ha i voti per governare e ci vogliono le urne. I problemi di Crocetta, del resto, non sono poi quelli dell’intercettazione, ma quello dello spaventoso buco di bilancio che il governatore ha aggravato con la solita politica delle assunzioni e delle spese clientelari. E quello di un’instabilità perenne: da quando s’è insediato nel 2012 lo hanno mollato decine di assessori, tra cui gente come Antonino Zichichi o Battiato, che in un programma tv lo ha chiamato «poverino». Da ultimo se n’è andata, e sbattendo la porta, Lucia Borsellino, la figlia di Borsellino, che faceva l’assessore alla Sanità. L’intercettazione incriminata riguarda lei. Il medico personale di Crocetta, Matteo Tutino, chirurgo plastico gran protetto del governatore e al momento ai domiciliari, dice al telefono a Crocetta che Lucia Borsellino «va fatta fuori come il padre». Crocetta non reagisce e questa è la sua colpa. Ma di tutto questo riferiamo meglio qui a fianco. Preciso che di questa intercettazione riferisce l’Espresso , che dice di averla ascoltata ma non ci ha mostrato nessun documento materiale. I magistrati negano di avere agli atti un nastro simile. È un sottocaso nel caso, che potrebbe avere qualche conseguenza interessante più in là.

• In tutto questo si dà per scontato che tanti ragazzi di oggi (e qui in Gazzetta abbiamo i lettori più giovani d’Italia) sappiano qualcosa di Borsellino e della sua tragedia ricordata ieri in tutta Italia.
Erano ventitrè anni ieri. Ed era domenica anche il 19 luglio del 1992. Paolo Borsellino era un magistrato di Palermo che in coppia con Falcone aveva inferto alla mafia dei colpi durissimi. Falcone era stato ammazzato poche settimane prima (strage di Capaci, 23 maggio 1992), Borsellino dava interviste, spiegava, sapeva di essere nel mirino anche lui. Andava ripetendo una frase di Ninni Cassarà (poliziotto, ammazzato a 38 anni dalla mafia): «Noi siamo cadaveri che camminano». Da sette giorni annunciava che «il tritolo per me è arrivato» (era vero). Il giovedì 16 luglio, poco prima di interrogare il pentito Gaspare Mutolo, si fece confessare, lì, in mezzo alle carte dell’ufficio, da don Cesare Rottoli che era passato a salutarlo. Il giorno dopo, venerdì 17 luglio, andò a Roma a chiedere una scorta più numerosa e il capo della polizia, Vincenzo Parisi, gli rispose di no. Tornato a Palermo, passò in procura e fece qualcosa di mai visto prima: cercò uno per uno i suoi colleghi e li abbracciò quasi commosso, lasciandoli senza parole. Sentiva forse che era il suo ultimo giorno in quel palazzo.

• Come andò l’attentato?
Era facile ammazzare Borsellino, che aveva tre appuntamenti fissi: il Palazzo di giustizia, la chiesa di Santa Luisa di Marillac - dove quando poteva andava a sentire la funzione - e la visita all’anziana madre malata. La madre abitava in via D’Amelio. La scorta di Borsellino chiese che l’area prospiciente al civico 21 di quella strada fosse dichiarata «zona rimozione», ma dal Comune risposero di no. La madre del giudice, Maria Lepanto, aveva anche visto dei movimenti strani nel giardino sotto casa sua. Giunti sul posto i poliziotti avevano scoperto che dei cunicoli sotterranei permettevano ai malintenzionati di operare non visti...

• Lo ammazzarono quella domenica.
Sì. Borsellino, dopo un pomeriggio agitato, in cui non aveva fatto che fumare (era un fumatore accanito), si fece accompagnare dai sei agenti di scorta all’abitazione della madre, in via D’Amelio 21. Doveva venire anche il medico, per visitare la donna. La Croma si fermò, il magistrato scese, s’avvicinò al portone, mise il dito sul campanello e in quel momento esplose la 126 parcheggiata proprio lì, nella zona che non avevano voluto dichiarare «a rimozione forzata». Novanta chili d’esplosivo, un boato tremendo che uccise sul colpo il giudice, a cui vennero via di netto le braccia e le gambe, e col giudice cinque dei sei agenti, Emanuela Loi, appena tornata dalle vacanze in Sardegna, Agostino Catalano, Vincenzo Limuli, Walter Cosina, Claudio Traina.

• Il medico Tutino ha detto che la figlia di quest’uomo andrebbe fatta fuori come il padre...
Una frase inqualificabile. Se l’ha detta, naturalmente. (leggi)

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