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 2015  luglio 20 Lunedì calendario

Atene riaprono le banche ma sale l’Iva. I sondaggi dicono che la gran parte dei greci è dalla parte del premier e resta favorevole alla permanenza nell’euro. Solo il tempo ci dirà se saranno anche capaci di accettarne i costi

I giornali greci avanzano già dubbi. Si chiedono come farà il Paese a reggere nuove tasse, come farà Tsipras a reggere la fronda alla sua sinistra. Eppure nonostante un referendum, i dissidenti, l’internazionale anarchica sempre pronta a soffiare sul fuoco, gli strani piromani che la scorsa settimana hanno appiccato più roghi in giro per il Paese, i sondaggi dicono che la gran parte dei greci è dalla parte del premier e resta favorevole alla permanenza nell’euro. Solo il tempo ci dirà se saranno anche capaci di accettarne i costi. Oggi riaprono le banche, non la Borsa, per via delle forti limitazioni alla circolazione dei capitali. Resta il divieto di aprire nuovi conti correnti e un limite settimanale ai prelievi a 420 euro. Sempre oggi scattano gli aumenti dell’Iva per molti beni di prima necessità, per gli alberghi e i ristoranti delle isole. Mercoledì in Parlamento si vota il secondo pacchetto di misure concordate con Bruxelles, e fra di esse ci dovrebbe essere un capitolo sulle pensioni. In Grecia è un tema più delicato che altrove, perché dopo i tagli alla sanità è rimasto l’ultimo importante ammortizzatore a disposizione dei poveri. Il sottosegretario alle assicurazioni sociali Giorgios Romanias si dice pronto alle dimissioni contro l’ipotesi di nuovi tagli. In ogni caso Tsipras ha preso l’impegno con l’Europa di avvicinare l’età media di uscita dal lavoro agli altri Paesi europei. E poi le privatizzazioni, i tagli alla spesa, la ristrutturazione delle banche. Fra Bruxelles e Francoforte c’è chi vorrebbe applicare da subito le nuove regole europee che, in caso di fallimento possono prevedere un taglio dei conti correnti superiori ai centomila euro. Alexis Tsipras – racconta la madre – non ci dorme la notte. Il peso della responsabilità del successo o del fallimento è quasi tutto sulle sue spalle. L’ipotesi di andare a elezioni anticipate in autunno potrebbe essere la soluzione per rafforzarsi in Parlamento, dove d’ora in poi deve fare i conti con una fronda di trenta dei suoi. Ma può permettersi di fermare le macchine adesso? In Grecia parlare di elezioni è uno sport nazionale. In sei mesi di governo gli uomini di Syriza le hanno minacciate già quattro volte. Tsipras per ora è costretto a governare in mari agitati, nella speranza che gli dei – e i partner europei – lo assistano.