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 2015  luglio 20 Lunedì calendario

BORSA ITALIANA AI MASSIMI DELL’ANNO

Lo spread Btp-Bund guida la volata del listino italiano, trainato dalle banche. Dai 160 punti ai quali era stato spinto dalla tempesta greca, il differenziale di rendimento tra decennali italiani e tedeschi si è portato ieri fin sotto 110 centesimi in apertura (10 in meno rispetto alla chiusura dell’ottava precedente) e, sostenendo i corsi delle banche italiane, si è confermato il principale propellente del Ftse Mib. Adesso i titoli bancari tentano di prendere nuovo slancio, di più ampio respiro. Il passo non sarebbe da poco, perché sancirebbe l’uscita dai minimi degli ultimi sei anni in cui è rimasto invischiato l’indice delle blue chip.
A parte la fine dell’incertezza, il recupero dei listini europei a maggiore vocazione industriale, come il Dax, ha tratto spunto dal nuovo indebolimento dell’euro, che ne favorisce le esportazioni: sceso fin dalle prime battute della settimana sotto il sostegno ben visibile a quota 1,105, il cambio con il dollaro è giunto alla fine della settimana scorsa a un passo dall’importante livello, attorno a 1,08, di fine maggio, sotto il quale l’euro farebbe rotta verso il minimo dell’anno segnato in marzo e bissato in aprile a 1,05-1,045. L’indebolimento aveva spinto l’indice di Francoforte al record storico segnato il 10 aprile a 12.390 punti. Al momento il recupero del Dax si è fermato a 11.800, poco sotto l’ultima area di resistenza compresa tra 11.900 e 12.100 punti, che separa il benchmark dell’Eurozona dal massimo storico, ma l’aspettativa di ulteriori indebolimenti della moneta unica gioca a suo favore. L’accelerazione subita dal Qe e la prospettiva di una Grecia sempre più debole e sempre più problematica all’interno dell’euro, assieme a quella del primo aumento dei tassi Usa, ormai certo entro l’anno (ventilato dalla Fed ma osteggiato dal Fmi), sono senz’altro in grado di spingere il cambio euro-dollaro sui minimi del 2015, avvicinandolo a una parità che sembra quasi inevitabile entro il primo semestre 2016. Tale scenario fornirebbe al Ftse Mib, grazie al traino del mercato tedesco e il beneficio del minieuro sulle blue chip industriali (come Finmeccanica , Luxottica ed Exor ), il carburante necessario a un recupero più ampio. Il passaggio sopra la soglia di 24.000 punti darebbe infatti un nuovo segnale rialzista di breve termine, mentre la capacità di oltrepassare il successivo ostacolo a 24.500 punti, tracciato sul picco raggiunto dopo la caduta del 2008-2009, segnalerebbe l’uscita dai minimi degli ultimi sei anni in cui è rimasta invischiata Piazza Affari. Sopra il livello a 24.500 punti scatterebbe dunque un segnale di acquisto di medio termine, che aprirebbe la strada del ritorno verso quota 29.000 (che sarebbe metà del recupero rispetto al massimo del 2007, anno dal quale è partita la grande discesa) e soprattutto riproporrebbe un allargamento degli scambi ai titoli più piccoli in grado di consolidare l’avanzamento del mercato, come accade da qualche settimana.

Che ci sia spazio per un allungo del Ftse Mib trova conferma nell’analisi del Ftse Banks Italia, l’indice settoriale delle banche che rappresenta l’asse portante di Piazza Affari, a causa del rilevante peso sul listino. Il superamento del massimo del 26 giugno, a 18.314 punti, avvenuto nella seduta di ieri da parte del Ftse Banks Italia, trova infatti solo una debole resistenza a quota 19.000 sulla strada che conduce fino al successivo ostacolo di rilievo, tracciato su una serie di massimi relativi realizzati nel 2010 e a inizio 2011, e ben visibile a 21.500 punti. Il fatto che questi massimi relativi siano già alle spalle del Ftse Mib dimostra l’elevato potenziale di recupero attribuibile alle banche italiane, rimaste sensibilmente più indietro rispetto all’indice delle blue chip. Gli stessi massimi relativi sono peraltro ben visibili anche sull’indice Eurostoxx Banks in coincidenza di quota 200: il superamento del grosso ostacolo a 163,35 punti, tracciato sul picco dell’aprile 2014, avvicinato altre due volte senza successo fino a oggi e testato nell’ultima seduta, ne riaprirebbe la via del ritorno attorno a quota 180, pur in presenza di una debole resistenza intermedia.