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 2015  luglio 20 Lunedì calendario

L’ARTE È UNA PISCIATA IN PIAZZA

Prendete un uomo nudo, con un fisico asciutto e il corpo sporco di chiazze marroni. Poi nel tardo pomeriggio di un torrido sabato di mezza estate lo mettete nel bel mezzo di una pubblica piazza nel cuore di un paese di poco più di 20mila anime lungo la via Emilia, a due passi dalla Riviera romagnola.
Lo fate un po’ ballare, trastullare, pizzicarsi la pancia e maneggiarsi il membro, grattarsi in qua e in là, fino a un’orinata finale con spruzzi gialli sull’incolpevole asfalto e sulla sua faccia.
Ebbene, fate tutto questo nell’ambito del Festival Internazionale del Teatro di Piazza di Santarcangelo di Romagna e non si tratterà né di una pagliacciata, né tantomeno di un reato (atti osceni in luogo pubblico?) e nemmeno di una trovata di pessimo gusto o di una mancanza di rispetto verso le famiglie con bambini capitate da quelle parti.
Niente di tutto questo. Anzi, chi lo pensa è un reazionario medievale che vuole censurare le forme artistiche di libera espressione. Dietro il paravento del «ma questa è arte» può passare di tutto, e guai a chi osa aprire bocca. Poco importa poi se, a proposito di arte, Tonino Guerra era riuscito a rendere celebre Santarcangelo per le sue scenografie felliniane, i suoi disegni e le sue poesie; adesso lo splendido borgo romagnolo deve ricorrere allo svuotamento di una vescica urinaria maschile per fare parlare di sé. Ma tranquilli, sempre di arte si tratta, almeno così dicono.
Se poi la filosofia seguita dall’ente organizzatore Santarcangelo dei Teatri, presieduto dal sindaco pd Alice Parma, è quella del «purché se ne parli», l’esibizione del ballerino Frank Willens che sabato scorso ha interpretato la performance (untitled)(2000) di Tino Sehgal è stata uno straordinario successo. Foto e video della orinata sono rimbalzati su tutti i social-network, rilanciati dalla stampa locale e non solo (l’Ansa ha fatto un lancio nella giornata di domenica), e sull’episodio si sono avventati gli esponenti del centrodestra locale infuriati per i «quasi 800mila euro tra finanziamenti europei, regionali e comunali» incassati dalla manifestazione. Di sicuro, con un decreto del 10 ottobre 2014 la direzione generale spettacolo del Ministero dei Beni culturali ha stanziato 95mila euro per Santarcangelo dei Teatri alla voce «Rassegne e Festival», mentre altri 126mila sono stanziati poche settimane fa dalla stessa direzione per l’anno 2015. Insomma, la orinata in pubblico è costata parecchi quattrini pubblici.
A (cercare di) spiegare l’accaduto è infine intervenuta domenica la direttrice artistica del festival, Silvia Bottiroli, con una lunghissima nota stampa. Tra le varie motivazioni addotte, la responsabile ha precisato che la discussa performance altro non è se non una «una storia del Ventesimo secolo attraverso un assolo maschile che ripercorre la storia della danza del Novecento, proponendoci un vertiginoso viaggio nel tempo». Aggiunge poi: «Prima il corpo che scende dalle punte e dai canoni rigidissimi del balletto classico per riavvicinarsi a una dimensione spirituale; poi la danza che ridà legittimità ai movimenti e ai gesti più elementari della quotidianità, a ribadire il suo legame indissolubile con la vita». Per quanto riguarda l’ultima scena, «che parte da Fontaine di Marcel Duchamp e la attraversa abbandonando l’oggetto per lasciare alla scena l’atto» ed è «stata vista da spettatori in diverse città europee e in alcuni dei maggiori festival di danza», Bottiroli parla di «un corpo, un danzatore, che si fa fontana, facendo sgorgare uno spruzzo di pipì, nella posa del Manneken Pis di Bruxelles». «Si tratta quindi – specifica - non già di una facile provocazione, che sarebbe peraltro puerile e poco efficace, ma di una dichiarazione rispetto al rapporto tra danza e storia, tra dimensione dell’arte e dimensione della vita individuale e politica. E si tratta di un gesto fortemente coreografato, inserito all’interno di un contesto artistico specifico e dichiarato come tale, da uno dei maggiori protagonisti della scena artistica contemporanea». Insomma, cari puritani criticoni che non capite un tubo di arte, alla fine una pisciata vi seppellirà.