Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  luglio 20 Lunedì calendario

SPERANZA

Roberto Speranza, pd, trentaseienne, è un giovane vecchio. Non a caso, Pier Luigi Bersani, quando era segretario del Pd, non solo lo aveva nominato deputato ma lo aveva anche subito intronizzato come capogruppo Pd alla Camera. Una carica questa che, un tempo, costituiva il punto di arrivo di un cursus honorum politico. Che Speranza sia un giovane che ragiona da vecchio (come il bimbetto che in un celebre film di Alberto Sordi cantava da baritono) lo hanno dimostrato anche le sue reazioni all’ipotesi che Renzi possa diminuire le tasse. Speranza ha fatto una premessa: «Che il Pd voglia scrollarsi l’immagine del partito delle tasse è un obiettivo del tutto condivisibile». Ma da lui e da Bersani mai praticato prima d’ora. «Però», aggiunge Speranza con un automatismo di tipo pavloviano, «serve progressività». Cioè, se anche per Speranza le parole hanno un senso, bisogna aumentare le aliquote, che è proprio l’opposto della cura che qualsiasi economista (di destra o di sinistra, di sopra o di sotto) propone per far uscire l’Italia dalla crisi.