ItaliaOggi 20/07/2015, 20 luglio 2015
SPERANZA
Roberto Speranza, pd, trentaseienne, è un giovane vecchio. Non a caso, Pier Luigi Bersani, quando era segretario del Pd, non solo lo aveva nominato deputato ma lo aveva anche subito intronizzato come capogruppo Pd alla Camera. Una carica questa che, un tempo, costituiva il punto di arrivo di un cursus honorum politico. Che Speranza sia un giovane che ragiona da vecchio (come il bimbetto che in un celebre film di Alberto Sordi cantava da baritono) lo hanno dimostrato anche le sue reazioni all’ipotesi che Renzi possa diminuire le tasse. Speranza ha fatto una premessa: «Che il Pd voglia scrollarsi l’immagine del partito delle tasse è un obiettivo del tutto condivisibile». Ma da lui e da Bersani mai praticato prima d’ora. «Però», aggiunge Speranza con un automatismo di tipo pavloviano, «serve progressività». Cioè, se anche per Speranza le parole hanno un senso, bisogna aumentare le aliquote, che è proprio l’opposto della cura che qualsiasi economista (di destra o di sinistra, di sopra o di sotto) propone per far uscire l’Italia dalla crisi.