la Repubblica, 20 luglio 2015
L’amaro record di Elisabetta. Il prossimo 10 settembre diventerà il sovrano più longevo della monarchia britannica. In 63 anni non ha sbagliato una mossa, ma l’immagine di lei bambina che fa il saluto nazista potrebbe rovinare l’evento. E ora tutto vogliono sapere se i Windsor flirtavano con i nazisti, ma gli archivi restano segreti
Doveva essere una giornata da record: il sorpasso della regina Elisabetta sulla regina Vittoria, il prossimo 10 settembre, come sovrano rimasto più a lungo sul trono nella storia della monarchia britannica. Record sarà, ma amaro o comunque meno lieto del previsto, adombrato dallo scoop del Sun sulle immagini di Elisabetta, all’età di 7 anni, che fa il saluto nazista nel castello di Balmoral, in Scozia, dove la famiglia reale trascorre abitualmente le vacanze estive, imitando il braccio teso di sua madre e di suo zio, destinato a diventare re con il nome di Edoardo VIII. Un re che abdicò per poter sposare una divorziata, l’americana Wallis Sampson, ma la cui memoria è sporcata da scandali ben più gravi, quali le sue simpatie per il nazismo e il suo incontro con Hitler, in Germania, nel 1937, neanche dodici mesi dopo essere sceso dal trono. Naturalmente nessuno accusa Elisabetta di essere stata una simpatizzante del Terzo Reich: era solo una bambina. E inizialmente Buckingham Palace ha reagito alla pubblicazione delle foto accusando il tabloid londinese di “strumentalizzazione”: in pratica un tentativo di infangare Sua Maestà per vendere più copie. Ma ventiquattro ore dopo la vicenda rimbalza dalla prima pagina di un quotidiano popolare alle argomentazioni di storici e politici, molti dei quali chiedono a palazzo reale di «aprire i suoi archivi» e fare piena luce sui rapporti tra i Windsor e il nazismo.
«La famiglia reale non può nascondere la propria storia per sempre, questa si chiama censura e la censura non è un valore democratico», afferma Karina Urbach, studiosa dell’Historical Reseach Institute presso la University of London, autrice di “Go betweens for Hitler” (Messaggeri per Hitler), un libro inchiesta sulle relazioni fra i reali britannici e il nazismo. La Urbach ha raccontato all’ Observer di avere visitato più volte gli archivi di Buckingham Palace: «Ma ogni materiale dopo il 1918 è inaccessibile e ci sono indizi che fanno credere che una grande mole di documenti, in particolare la corrispondenza privata tra i Windsor e alti responsabili della Germania nazista, siano stati deliberatamente distrutti». Le fa eco Helen McCarthy, storica della Queen Mary University: «Se gli archivi reali fossero più accessibili, scoop definiti scioccanti come quello del
Sun potrebbero essere esaminati in un contesto più ampio e comprensibile». È la linea di difesa del Sun, che definisce le immagini «storicamente importanti», giudizio condiviso dal deputato laburista Paul Flynn, che preannuncia un’interrogazione per aprire gli archivi reali: «Era una parte cruciale della nostra storia, quando avevamo un futuro re che flirtava con nazisti e camice nere. Abbiamo bisogno di conoscere la piena verità».
I difensori dei Windsor notano che nel 1933 o 1934, data a cui risalgono le immagini in questione, Hitler non aveva ancora dimostrato tutta la sua follia omicida; e aggiungono che Elisabetta aveva appena 13 anni allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel corso della quale servì la patria come ausiliaria dell’esercito. Sette anni dopo la fine del conflitto, quella giovane donna salì al trono per la morte improvvisa del padre, Giorgio VI, succeduto al proprio fratello quando Edoardo VIII abdicò per sposare una divorziata. Correva il 1952. Alla Casa Bianca c’era Harry Truman, al Cremlino Josif Stalin, a Pechino Mao Ze Dong, in Vaticano Pio XII, a Palazzo Chigi Alcide De Gasperi e a Buckingham Palace, dunque, arrivava Elisabetta II. Sessanta tre anni e sette mesi più tardi, gli altri leader, da tempo sepolti, sono soggetto per i libri di storia, mentre Elisabeth Alexandra Mary di Windsor è ancora lì, inamovibile, imperturbabile, sempiterna, sul punto di superare la regina Vittoria come monarca più longevo della storia britannica. Un monarca che ha accompagnato senza sbagliare una frase, un gesto, una mossa, tredici primi ministri da Churchill alla Thatcher, da Blair a Cameron; che ha avuto un solo momento di crisi, quando alla morte della principessa Diana non dimostrò subito di condividere apertamente il cordoglio dell’opi- nione pubblica; che è rimasta amata e popolare pur tra divorzi dei figli, marachelle dei nipoti e gaffes del marito. Una regina perfetta. Eppure, adesso, il breve filmato che la mostra mentre fa il saluto nazista pone non tanto lei stessa quanto la sua famiglia in una prospettiva diversa. Delle simpatie nazista di Edoardo si sapeva. Ma erano condivise da tutta la famiglia? Era suo fratello, il futuro re Giorgio VI, il re “balbuziente” che avrebbe dichiarato guerra alla Germania nazista, colui che ha girato quel film su un gruppo di famiglia in un esterno in cui tutti sembrano spassarsela con le braccia tese in un saluto al Reich?
Ce n’è abbastanza per solleticare la legittima curiosità degli storici, insieme ai dubbi di qualche politico e dell’ostinata minoranza anti-monarchica che vorrebbe farla finita con i Windsor e trasformare la Gran Bretagna in una repubblica. Come minimo, l’immagine della piccola Elisabetta che tende il braccio a Hitler offuscherà il record che la regina si appresta a stabilire ai primi di settembre. La longevità non è un merito di per sé. I suoi biografi sostengono che è stata non solo una sovrana di lunga durata ma anche una grande sovrana – una delle più grandi della storia nazionale, mettendola sullo stesso piano di altre teste coronate che hanno lasciato un segno nell’identità britannica, da Riccardo Cuor di Leone a Enrico VIII alla regina Vittoria. La macchia nera di una foto del 1933 non muterà radicalmente l’opinione dominante, ma potrebbe guastare la festa. Non che il 10 settembre la casa reale voglia celebrare: sarebbe in ogni caso di cattivo gusto, oltretutto Vittoria è una sua antenata. Di feste Elisabetta ne ha già avute abbastanza, avendo celebrato il Giubileo d’oro nel 2002 (cinquant’anni sul trono) e quello di Diamante nel 2012 (sessant’anni sul trono); preferisce aspettare, per ricevere altri auguri ufficiali, il suo novantesimo compleanno, anch’esso poco lontano, nell’aprile 2016. Dunque il 10 settembre niente colpi di cannone, passaggi della squadriglia acrobatica sul cielo di Londra, folle che sbandierano l’Union Jack davanti a palazzo reale. Del resto quel giorno probabilmente non sarà nemmeno a Londra, bensì ancora in vacanza in Scozia, al castello di Balmoral. Lo stesso castello dove, a 7 anni, fu immortalata nel saluto che è finito ora sulla copertina del Sun e sulla bocca di tutti i suoi sudditi. Non c’è da sorprendersi che Elisabetta sia “furibonda”, come riferiscono fonti di palazzo. E che voglia sapere chi e in che modo ha dato quel filmato al tabloid. Ma il rischio, per lei e per la monarchia, è che nelle prossime settimane crescano le richieste di fare uscire altre immagini e documenti dal passato dei Windsor.