Andrea Montanari, Milano Finanza 20/07/2015, 20 luglio 2015
PEARSON METTE IN VENDITA IL FINANCIAL TIMES. AXEL SPRINGER CI FA UN PENSIERO
Rivoluzione nell’editoria finanziaria internazionale? Ieri, l’agenzia di stampa Bloomberg ha rilanciato l’indiscrezione sulla possibile cessione, da parte del colosso anglosassone Pearson, del prestigioso quotidiano Financial Times. La notizia non è stata commentata ufficialmente della casa editrice inglese che ha chiuso il 2014 con ricavi consolidati di 4,87 miliardi di sterline, profitti operativi per 720 milioni e un utile pre-tasse di 305 milioni a fronte di un indebitamento netto di 1,64 miliardi di sterline.
E mentre Pearson non avrebbe preso alcune decisione formale in merito alla cessione di uno dei suoi principali asset, sul mercato circola voce, come riportato dalla stessa Bloomberg, che l’altro big dell’editoria continentale, ovvero il gruppo tedesco Axel Springer (fatturato aggregato di 3,04 miliardi, ebitda di 507,1 milioni e utile netto di 235,7 milioni), sarebbe tra i potenziali interessati a rilevare l’Ft. Testata che con una circulation media di 702 mila copie (il 70% rappresentato dagli abbonamenti in versione digitale), rappresenta oggi il 23% del giro d’affari complessivo di Pearson (il 42% arriva dalla divisione scolastica), e che potrebbe essere venduta a un controvalore di 1,6 miliardi di dollari (1,47 miliardi di euro). Nel caso si definisse realmente la cessione della testata, nel settore dei media finanziari si assisterebbe probabilmente a un effetto domino. Perché tra l’altro, il Financial Times Group detiene in portafoglio il 50% delle azioni di categoria B del settimanale The Economist. Inoltre, non va trascurato il fatto che in Spagna il gruppo Prisa per abbattere il fardello del debito (2,5 miliardi) ha messo in vendita il suo quotidiano specializzato in finanza, Cinco Dias.
L’interesse di Axel Springer, che ha in portafoglio tra le tante testate la Bild (il quotidiano più diffuso d’Europa con oltre 2,5 milioni di copie vendute in media ogni giorno) e Die Welt, è legato in particolare modo allo sviluppo del business digitale del Financial Times, visto che il gruppo tedesco da anni ha deciso di dare una svolta alla propria attività editoriale puntando in maniera decisiva sui contenuti a pagamento e sulla crescita del web. E proprio la digitalizzazione è una delle priorità che si sono dati i vertici di Pearson, a partire dal presidente Glen Moreno, per il futuro prossimo del quotidiano finanziario, almeno in base a quello che emerge dall’analisi della relazione di bilancio della casa editrice inglese, che ha interessi crescenti anche in Italia, soprattutto nel settore dell’editoria scolastica.
Ma al Ft, diretto da Lionel Barber, potrebbero essere interessati anche i grandi network americani (Rupert Murdoch controlla il rivale Wall Street Journal) o grandi fondi di private equity internazionali.