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 2009  novembre 05 Giovedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

I democratici hanno perso le ele­zioni in Virginia e nel New Jer­sey, e questo ha dato forza al­l’idea, serpeggiante da qualche settimana, che la stella di Oba­ma sia in declino. La sconfitta in Virginia era scontata. Nel New Jersey invece la competizio­ne era in bilico e il presidente era andato a impegnarsi perso­nalmente in favore di Jon Corzi­ne. Senonché Corzine è stato chief executive di Goldman Sa­chs, e questo curriculum lo ha fatto identificare come «uomo di Wall Street», un tipo di perso­na che in questo momento non è molto gradito dagli elettori americani. Il presidente si è par­zialmente rifatto a New York, per merito soprattutto delle di­visioni tra i repubblicani: Dede Scozzafava, costretta al ritiro da Sarah Palin, ha infatti invi­tato a votare in favore del candi­dato democratico.

Barack è presidente da un an­no. Si può fare un bilancio?
Vedo che tutti sono impegnati in questa storia dell’anno, che è del tutto falsa: Obama (nella foto Reuters, 48 anni) è entrato alla Casa Bianca lo scorso 20 gennaio, dato che i delegati eletti in novembre (loro sì un anno fa) lo hanno poi designa­to poco prima di Natale. Poco male, comunque: per far bilan­ci si può scegliere qualunque momento e il 5 novembre va bene come qualsiasi altro.

Quindi?
Quindi non c’è ancora materia sufficiente per sbilanciarsi, an­che se le fantasmagoriche pro­messe della campagna eletto­rale sono state ridimensiona­te, con danno per l’immagine di Barack. Per esempio, l’Iraq: il calendario del ritiro, alla fi­ne, è lo stesso di Bush. Dubbi anche i risultati in Afghani­stan: le elezioni, con l’affluen­za tanto bassa, sono state un successo piuttosto asfittico e fi­no a questo momento il tentati­vo di smorzare il potere di Kharzai puntando su Abdul­lah è fallito. Il finale della guer­ra è a tutt’oggi un’incognita, nonostante l’invio di altri sol­dati. Forse Obama sta meglio di Bush in Pakistan, dato che Islamabad ha messo in grande difficoltà i talebani di confine. Il modo con cui il presidente ha ricucito il rapporto con Pu­tin, rinunciando allo scudo, è spettacolare. Ma è saggio sorri­dere tanto ai russi, agli egizia­ni, ai cinesi? gente di cui ci si può fidare? Solo il tempo ci po­trà dire se la scommessa di Ba­rack è giusta. Allo stesso mo­do, sul resto dello scacchiere internazionale: la mano tesa all’Islam frutterà o alla fine sa­rà mozzata? Chi è in vantag­gio nella partita con Teheran? un fatto che gli americani non hanno aiutato la rivolta dei giovani iraniani. Il regime, nonostante le grandi difficoltà interne, è ancora in piedi. Idem in Birmania, idem in Su­dan. Diciamo che il Nobel per la pace non è sufficiente a pro­muovere una politica estera.

Politica interna?
Grandi difficoltà, come dimo­stra questo piccolo voto di ieri. La riforma sanitaria non è pas­sata e a quanto pare non passe­rà neanche adesso. Slittarla al­l’anno prossimo? E se nelle ele­zioni del 2010 ( mid-term ) i re­pubblicani riconquistassero il controllo del Congresso?

La crisi economica?
Sembra di capire che il Pil ame­ricano, in crescita addirittura del 3,5%, sia però molto legato agli incentivi concessi dal go­verno. Qui c’è però un giudi­zio positivo molto autorevole, che deve render prudenti an­che i più pessimisti. Lo ha dato Warren Buffet, il grande finan­ziere, mettendo sul tavolo 34 miliardi di dollari per compra­re Burlington Santa Fe Corp, il secondo più grande gestore della rete ferroviaria statuni­tense. Significa che Buffet pre­vede uno sviluppo delle ferro­vie americane, cioè un molti­plicarsi del traffico passeggeri e soprattutto del traffico mer­ci, eventualità che non potreb­be verificarsi - e durare - se non con un’intensa attività produttiva. Le incognite, su questo comparto, sono legate all’enorme quantità di debito pubblico americano possedu­to da cinesi e sauditi, e dal de­clino del dollaro che, cessan­do nel prossimo decennio di essere la moneta di riferimen­to del commercio internazio­nale, renderà forzatamente meno potenti gli Stati Uniti. Sono questioni che in un certo senso travalicano le responsa­bilità di Obama, il quale però è chiamato a gestire un passag­gio storico epocale. Con l’han­dicap di aver fatto troppe pro­messe per essere eletto.

Obama non ha cambiato l’im­magine degli Stati Uniti nel mondo? Non resta aperta, gra­zie a lui, la fiammella della spe­ranza?
Sì, questo è vero, ed è la ragio­ne per cui i giudici di Oslo gli hanno dato il Nobel. Ed è vero che sono passati, in definitiva, appena dieci mesi. Ci vorrà an­cora un anno almeno per capi­re se questa presidenza entre­rà oppure no nella storia del mondo. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 5/11/2009]
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