varie, 5 novembre 2009
MURDOCH, PER VOCE ARANCIO
«Can we change the world? No, but hell, we can all try» (Possiamo cambiare il mondo? No, ma diamine, possiamo provarci!) (motto di Rupert Murdoch).
In Italia Murdoch è presente con la pay tv Sky, nata nel 2003 dalla fusione di Tele+ e Stream. Negli anni l’emittente è diventata il secondo gruppo televisivo per fatturato dopo la Rai. I suoi proventi nel 2008 hanno superato quelli di Mediaset (dato Agcom).
Ultima trovata di Sky: la Digital Key, una chiavetta Usb con funzione di sintonizzatore tv. Collegata ai decoder Sky Hd e MySky Hd, permette agli abbonati alla pay tv che non possiedono un televisore dotato di decoder di ricevere tutti i canali gratuiti disponibili sul digitale terrestre. Il gruppo di Murdoch non ha ancora confermato il prezzo della Digital Key: non dovrebbe superare i venti euro (meno di tutti i decoder, il cui costo oscilla tra i 30 e i 100 euro).
La scelta di lanciare sul mercato la Digital Key è nata dopo la rottura degli accordi commerciali tra la Rai e la tv di Murdoch, che prevedevano il conferimento sulla piattaforma Sky dei canali di Raisat. Anche se molti programmi Rai sono ancora presenti sulla piattaforma della pay-tv, viale Mazzini ha cominciato a oscurare (per ragioni di strategia commerciale ed esclusiva nei diritti) alcuni eventi speciali, dal calcio alla Formula uno. Questa chiavetta, una volta inserita nel retro del decoder - secondo Sky - consentirà all’abbonato di continuare a vederli.
Keith Rupert Murdoch nasce a Melbourne, in Australia, l’11 marzo 1931. Il padre, sir Keith Arthur, è giornalista e uomo di fiducia del primo ministro australiano durante la Prima Guerra Mondiale. La madre, Elisabeth Jolu Greene, proviene da una ricca famiglia di origine ebraica. «Discendo da una famiglia scozzese e gli scozzesi fanno attenzione ai soldi. Mi dà fastidio l’eccesso. Quando mi muovo a Beverly Hills e vedo quel lusso terrificante, lo trovo piuttosto offensivo».
Per gli amici è un uomo affascinante (charming man), per i nemici lo Squalo o il Lupo. La stampa americana lo descrive come un editore reazionario ossessionato dalle notizie. Gli inglesi, giocando con il nome di uno dei suoi giornali, lo chiamano Re Sole. Nella biografia The man who owns the news, Michael Wolff, editorialista di Vanity Fair America, scrive di lui: «La camicia di flanella genere Wal Mart, l’onnipresente canottiera, in mano un grosso peluche per la figliola. Dimesso, impacciato nel parlare, con l’atteggiamento spesso ottuso degli australiani».
Da giovane studia alla prestigiosa Geelong Grammar School, in Australia, poi va a Oxford. Ufficialmente frequenta la facoltà di Scienze politiche (tiene un busto di Lenin in camera), in realtà si dedica ai cavalli da corsa. Inizia la carriera giornalistica all’Adelaide News, quotidiano australiano del pomeriggio ereditato dal padre nel 1952. Qui si fa le ossa scrivendo titoli e andando a cercare storie da raccontare. In pochi anni l’Adelaide supera i confini della provincia e si afferma a livello nazionale. Nel 1952 acquisisce il Perth Sunday Times. Titoli come ”Lebbroso stupra una vergine e dà vita a un mostro” lo aiutano a conquistare il pubblico.
«Fuck Dacre. Publish» (al diavolo Dacre. Pubblichiamo) (così alla redazione del Sunday Times che gli chiedeva perché continuare a pubblicare i diari di Hitler dopo che Lord Dacre aveva detto che erano falsi).
Sbarcato in Gran Bretagna nel 1969, grazie ai finanziamenti della Commonwealth Bank, il secondo maggiore istituto di credito australiano, compra News of the World, il domenicale più diffuso, e il quotidiano The Sun. A forza di scoop sulla famiglia reale, sui personaggi famosi e sullo sport, negli anni Settanta porta entrambe le testate a vendere quattro milioni di copie. Più volte si scontra con Robert Maxwell, padrone del Mirror, di un pezzo di Mtv e di vari altri giornali e tv, morto in circostanze misteriose nel mare delle Isole Canarie nel 1991. Nel 1981 compra il Times e il Sunday Times. Otto anni dopo si lancia nell’avventura della tv satellitare con Sky Television. All’inizio accumula grandi perdite, negli anni la scelta si rivela vincente.
Nel 1985 prende la cittadinanza americana, necessaria per possedere stazioni televisive negli Usa. Appena può, compra gli studi della Twenty Century Fox a Hollywood e la catena di televisioni Metromedia, Tv Guide e la casa editrice Harper Collins. In poco tempo più del 22% del mercato editoriale americano è nelle sue mani. Fra il 1985 e il 1988 il suo impero cresce del 600%. Nel frattempo lancia l’attacco in Oriente: nel 1993 paga 525 milioni di dollari per assicurarsi la partecipazione di maggioranza in Star Tv, emittente satellitare con base a Hong Kong. Qui conosce Wendi Deng, sua attuale moglie. Il suo maggiore rivale rimane Ted Turner. Per competere con la sua Cnn, nel 1996 Murdoch crea Fox News Channel.
Oggi Murdoch si sveglia alle sei e fa ginnastica per un’ora con un allenatore personale. La sera va a dormire non più tardi delle dieci. Dice di sé: «Guardo poco la tv. Amo il serial 24 Hours su Fox e adoro i Simpson». Sulla trama del suo cartone animato preferito ha sempre l’ultima parola. In un episodio dei Simpson del 2008 Bart scriveva ripetutamente su una lavagna la frase: «Il Wall Street Journal è il meglio di sempre». Il riferimento era al passaggio di mano del quotidiano finanziario, che alla fine del 2007 è entrato nell’orbita Murdoch. Del WSJ si occupa personalmente: prima si è fatto sistemare un ufficio sopra la redazione centrale, poi ha cominciato a chiedere articoli più brevi e graffianti, più politica (sia interna che estera), più determinazione nel fare concorrenza al New York Times ecc.
Murdoch ha avuto tre mogli. La prima è stata Patricia Booker, hostess australiana da cui ha avuto Prudence, nata nel 1958. Dopo il divorzio (1967), ha sposato Anna Torv, giornalista del The Daily Telegraph di origine estone. Dalla loro unione sono nati Elisabeth (1968), Lachlan (1971) e James (1972). Il 25 giugno 1999 ha sposato la cinese Wendi Deng, vicepresidente di Star Tv, emittente di Hong Kong. Dall’ultimo matrimonio sono nate due bimbe, Grace (2001) e Chloe (2003).
Il rapporto di Murdoch con i figli è sempre stato difficile. Prudence sul padre: «Si tinge i capelli di nascosto ma basta guardare le sue foto dei giornali: è ridicolo». Murdoch sul figlio Lachlan: «Fin da quando ha quattro anni è sempre stato uno stubborn bastard (cocciuto bastardo)». Proprio Lachlan, il primo figlio maschio, sembrava predestinato alla guida del gruppo. Nel 2005 ha mollato NewsCorp ed è tornato in Australia, dove ha fondato la sua società di media, la Illyria Pty. Quasi contemporaneamente Elisabeth, la seconda figlia femmina, ha lasciato BskyB per aprire la sua società di produzione televisiva. Michael Wollf: «Il padre li aveva tentati, tormentati, illusi che uno di loro sarebbe stato l’eletto, ma poi li aveva abbandonati a se stessi facendoli sembrare degli sciocchi». Per ora l’erede designato è James, 36 anni, nato dal secondo matrimonio, presidente e ceo di NewsCorp America e Asia e chairman di Sky Italia e Star Tv.
Al momento del divorzio, Anna Torv accettò il pagamento di 1,7 miliardi di dollari, meno della metà del patrimonio cui avrebbe avuto diritto dopo 32 anni di matrimonio. La donna ottenne però che il pacchetto azionario della famiglia Murdoch nella News Corporation fosse messo in un trust. La sua amministrazione è in mano ai quattro figli adulti. Ciascuno dispone di un voto, Rupert ne ha quattro: alla sua morte il diritto si estinguerà e non sarà ereditato. Nonostante i tentativi di Rupert, nessuna modifica dell’assetto proprietario potrà essere fatta senza l’approvazione dei quattro figli adulti.
Il più prezioso collaboratore di Murdoch è il 69enne Roger Ailes, direttore del canale Fox. Dal 2002 nessun canale di informazione ha più ascolti della sua rete. L’anno scorso ha guadagnato 24 milioni di dollari, due in più del suo datore di lavoro.
Patrimonio di Rupert Murdoch: 4 miliardi di dollari. Secondo la classifica 2009 di Forbes, è la 132esima persona più ricca al mondo.
Dopo il matrimonio con Wendi Deng, lo stile di vita del magnate australiano è cambiato. Dalla casa da 350mila dollari in cui aveva vissuto fin dagli anni Settanta si è trasferito in un appartamento di Manatthan, 800 metri quadrati affacciati su Central Park (venti stanze, undici bagni, quattro terrazzi ecc.), costato 44 milioni di dollari. Nel 2007 ha comprato un veliero, il Roseharty, lungo quasi 56 metri. Dopo l’acquisto si è preoccupato di passare per un cafone: «Non ti preoccupare – l’ha tranquillizzato Wendi – tutti i nostri amici hanno grandi barche, non ti prenderanno per uno stravagante». Secondo alcuni anche l’acquisto del Wall Street Journal (costato 5,6 miliardi di dollari) è stato influenzato positivamente da Wendi.
L’impero di Murdoch, la News Corporation, terzo conglomerato di media al mondo per grandezza, sede a New York, ha 789 aziende in 52 paesi e 64mila dipendenti concentrati soprattutto in Australia, Regno Unito e Stati Uniti. Il fatturato del 2008 è stato di 30 miliardi di dollari (valore del gruppo: circa 68 miliardi). Murdoch possiede oltre 200 tra quotidiani e riviste (tra questi: New York Post, The Times, The Sun, News of The World, Wall Street Journal, Daily Telegraph, Sunday Telegraph, The Australian, Jerusalem Post, Weekly Standard, Times Litterary Supplement ecc.), tv via cavo e via satellite (l’asiatica Star Tv, la britannica BSky B, la giapponese JSkyB, la statunitense Fox Sport Net, Sky Italia, nata nel 2003 dalla fusione di Tele+ e di Stream ecc.), la casa di produzione cinematografica Fox Filmed Entertainment, case editrici (Harper Collins), Fox News ecc.
Nonostante i forti interessi nel campo del cinema e dell’intrattenimento, l’informazione rimane per Murdoch il maggiore degli interessi. «If that had happened, I would know about it» è solito ripetere. In un articolo dell’8 luglio scorso il quotidiano inglese Guardian raccontava che alcuni giornali britannici del gruppo Murdoch avevano risarcito con un milione di sterline tre vittime d’intercettazioni telefoniche illecite. Tra i vip spiati da News of the World e The Sun ci sarebbero Gwyneth Paltrow, Boris Johnson, George Michael ecc. La Camera dei Comuni ha deciso di convocare Les Hinton, Stuart Kuttner e Rebekah Wade, top manager di News Corp, per capire quanto fosse ramificata la rete di controllo dei telefonini vip messa in piedi dai giornalisti del gruppo.
Nel primo trimestre del 2009 i profitti di NewsCorp nel mondo sono diminuiti del 47% a 755 milioni di dollari. Ad andare male sono stati soprattutto i quotidiani e l’advertising. Oltre 3000 tecnici sono stati licenziati.
Il prossimo obiettivo di Murdoch sarà far pagare l’accesso ai siti Internet di tutte le testate della News Corporation, come già avviene per il Wall Street Journal. «Siamo nel bel mezzo di un dibattito epocale sul valore dei contenuti – ha detto Murdoch – è palese che il modello attuale non funzioni bene per molti giornali. Noi siamo stati all’avanguardia di questa discussione e siamo fiduciosi di poter trovare un nuovo modello. I giorni attuali dell’Internet finiranno presto».Gli uomini di Murdoch pensano a un’organizzazione su due livelli: pochi centesimi per leggere i singoli articoli, veri abbonamenti per accedere ad approfondimenti e commenti.