varie, 5 novembre 2009
SALVARE IL MONDO INSIEME A AL GORE PER VOCEARANCIO
«Non sono mica Al Gore… In realtà io faccio una vita piuttosto normale, insieme alla mia famiglia semplicemente cerchiamo di rispettare l’ambiente nei piccoli gesti quotidiani» (Jovanotti).
Al Gore sta cercando 25 ambasciatori italiani per il suo The Climate Project, per sensibilizzare anche in Italia l’opinione pubblica sui problemi climatici. Elena Bonapace, The Climate Project Italia: «Il profilo dell’ambasciatore che cerchiamo deve includere certamente conoscenze dei temi ambientali, buone capacità espositive, nella ripetizione one to one, e soprattutto deve essere in grado di arricchire il progetto in tutti gli ambiti possibili, da quello scientifico a quello legale. fondamentale convertire il cuore e la mente delle persone per ottenere un vero cambiamento, ma per questo abbiamo bisogno di una cavalleria in grado di diffondere il credo di Al Gore».
In più per aspirare a diventare un portavoce di Gore bisogna dare la propria disponibilità a tenere almeno dieci presentazioni nel corso dell’anno. Fino a fine dicembre è possibile inviare il proprio profilo sul sito www.theclimateprojectitalia.it. I candidati verranno selezionati direttamente dalla sede centrale negli Usa e quelli scelti seguiranno un corso formativo che si terrà nei primi mesi del 2010 in una città europea ancora da definire, tenuto direttamente dal premio Nobel.
The Climate Project è un’organizzazione non profit creata nel 2006 da Al Gore per far conoscere i pericoli del surriscaldamento globale e le le buone prassi per evitarlo. Oggi conta su 3.000 volontari in Usa, Australia, Canada, India, Spagna, Regno Unito, Indonesia, Messico e Italia.
«Le abitudini individuali, il cosiddetto stile di vita, è importantissimo. E difatti il road-show del nostro The Climate Project cerca di divulgare il più possibile studi e ricerche che l’Ipcc dell’Onu pubblica ogni sei mesi. E cerchiamo di renderli comprensibili al maggior numero di persone. Per cambiare le proprie abitudini, l’individuo deve capire il motivo per cui deve farlo» (Mario Alverà, direttore The Climate Project Italia).
Le serie tv I Cesaroni e Un medico in famiglia si sono impegnate a sostenere The Climate Project (guarda qui il video) e a rispettare l’ambiente durante le riprese nel 2009. Ecco le dieci regole proposte da Al Gore per contribuire ogni giorno a salvare l’ambiente:

• risparmia la luce e spegni lo stand-by della televisione

• non prendere la macchina se non necessario e se puoi usa la bicicletta

• usa il treno al posto dell’aereo per le brevi e medie distanze

• fai la raccolta differenziata

• controlla la pressione delle gomme dell’auto (sgonfie fanno consumare più benzina)

• limita il consumo dell’acqua calda

• evita imballaggi eccessivi

• riscalda e raffredda meglio la casa e l’ufficio

• pianta un albero

• mangia meno carne
«Lei ha un nome magico, Al Gore (’gore” significa sangue rappreso e indica i film dell’orrore cruenti, ndr). Suo padre è stato al Congresso per 32 anni. Lei ha carattere, non ha piedi d’argilla né scheletri nell’armadio. intelligente e ben informato. stato in Vietnam, ha fatto il giornalista investigativo ed è anche religioso. Per un anno ha studiato teologia ed è un battista devoto. troppo perfetto per essere vero: ma è sicuro d’essere davvero così perfetto?». «Beh, forse sì» (dialogo in diretta tv nel 2000 tra l’anchorman John McLaughlin e Al Gore).
Albert Arnold ”Al” Gore, figlio del senatore Albert senior, iniziò la carriera politica nel 1976, entrando al Congresso, in seguito al Senato. stato vicepresidente degli Stati Uniti dal 1993 al 2001, con Bill Clinton. Nel 2000 fu candidato alla presidenza dal Partito Democratico ma fu sconfitto da George W. Bush (dopo che per diverse settimane il risultato elettorale era rimasto in bilico a causa dello stretto margine di voti che separava i due contendenti in Florida).
«Quando mi presento alle persone dico sempre: ”Piacere, sono stato il prossimo presidente degli Stati Uniti”».
Nel 2002 la moglie Tipper gli suggerì di tirar fuori dalla cantina le vecchie diapositive in bianco e nero. Gore le aveva messe insieme nel 1989 per accompagnare una presentazione sui rischi delle emissioni tossiche e il surriscaldamento del clima, che molti anni prima aveva portato in giro, davanti a platee anche di dieci persone. Le trovò piene di polvere, le sistemò alla meno peggio su un vecchio proiettore Kodak e le lanciò su uno schermo. Alcune le aveva inserite sottosopra. «Forse dovresti digitalizzarlo e riprendere la lezione», suggerì la moglie. Lui sorrise, annuendo non molto convinto.
Il documentario An Inconvenient Truth (Una scomoda verità), realizzato nel 2006, è stato visto da decine di milioni di persone, ha incassato 50 milioni di dollari, ha venduto 1,6 milioni di copie in dvd e ha vinto due premi Oscar.
« uscito il primo film di Al Gore, An Inconvenient Truth, una descrizione scientifica del riscaldamento globale. Anche Bush ha detto di aver visto un film in tema: L’era glaciale 2 - Il disgelo!» (Jay Leno).
La tesi sostenuta da Al Gore nel documentario: l’umanità è seduta su una bomba ad orologeria. Se la maggioranza degli scienziati del mondo ha ragione, ci rimangono solo 10 anni per allontanare una catastrofe che potrebbe spedire l’intero pianeta verso un collasso che comporterebbe climi estremi, inondazioni, siccità, epidemie e ondate di calore. necessario ridurre in maniera drastica le emissioni di gas serra attraverso una cooperazione a livello globale e un comportamento più attento e consapevole da parte dei singoli individui.
Secondo James Taylor, ambientalista dell’Heartland Institute, «la riduzione dei consumi e l’aumento astronomico del prezzo delle fonti energetiche proposti da Gore costerebbero agli Usa intorno al 2,3% del prodotto nazionale lordo. Questa sì sarebbe una catastrofe».
Nel 2007 ha vinto il Nobel per la Pace insieme all’Ipcc, (Comitato Intergovernativo dell’Onu per i Cambiamenti Climatici), «per i loro sforzi per costruire e diffondere una conoscenza maggiore sui cambiamenti climatici provocati dall’uomo e per porre le basi per le misure necessarie a contrastare tali cambiamenti».
«La scelta di dare un premio per la pace a chi si batte per l’ambiente nasce dalla considerazione che i cambiamenti climatici mettono in crisi la convivenza pacifica, scateneranno sempre più migrazioni, lotte per le risorse naturali a partire dall’acqua, guerre e conflitti» (Mario Calabresi).
Nella sua perorazione quotidiana, Gore sostiene che si registreranno 2°C in più nelle temperature medie del prossimo secolo, mentre in quello precedente la crescita è stata solo di 0,6°C. Il geologo Mario Tozzi: «Anche la temperatura delle acque oceaniche è cresciuta come mai dalla fine dell’ultima glaciazione a questa parte. I due fatti insieme porteranno a un innalzamento del livello medio dei mari fino a quasi un metro nei prossimi cento anni. Su questi dati si registra l’accordo dei principali organismi internazionali che studiano il clima».
Secondo il Sunday Times Gore ha guadagnato oltre 90 milioni di euro negli ultimi nove anni grazie a libri, conferenze e investimenti in tecnologie e aziende ambientaliste. Il premio Nobel ha un cachet di 175mila euro a discorso (ne tiene quasi 150 all’anno, ma molti sono gratuiti), possiede azioni di Google (di cui è consulente) per 22 milioni di euro e di Apple per 4,5 milioni, è socio della Kleiner, Perkins, Caufield & Byers, la più importante società di venture capital di Silicon Valley.
«Il segnale di collegamento di un modem è più entusiasmante dei discorsi politici di Al Gore» (Beppe Severgnini).
Live Earth, il concerto planetario che si è svolto il 7 luglio 2007 per 24 ore consecutive in otto città diverse nei cinque continenti. Fu organizzato da Gore per promuovere la battaglia per l’emergenza climatica. stato visto da oltre 2 miliardi di persone in diretta televisiva e sul web.
Il piano di Al Gore per un’energia a zero emissioni da qui al 2020: un decremento della domanda di energia legata ai combustibili fossili del 28% attraverso una maggiore efficienza nella loro utilizzazione, e un incremento dell’offerta di energia eolica, solare e geotermica.
Nel 2009 la Cina spenderà 220 miliardi di dollari per finanziare l’industria verde, dal risparmio energetico alle fonti rinnovabili, dall’auto elettrica al motore ibrido. Negli stessi 12 mesi l’amministrazione Obama stanzierà 112 miliardi. Gli Usa nel 2009 hanno installato 8.300 megawatt di impianti eolici, record storico, mentre la Cina arriva seconda con 6.300 megawatt, ma entro la fine dell’anno il colosso asiatico sarà il primo esportatore mondiale di turbine eoliche.
Oggi il business delle energie rinnovabili occupa 1,4 milioni di europei, per lo più ricercatori, tecnici e manodopera altamente qualificata. Per la Commissione europea altri 410mila posti di lavoro verranno creati se l’Ue raggiungerà l’obiettivo del 20% di energie rinnovabili sul totale entro il 2020.
L’anno scorso, per la prima volta, i capitali privati investiti nelle fonti rinnovabili (140 miliardi di dollari) hanno superato quelli investiti negli idrocarburi e altre energie fossili (110 miliardi) (dati United Nations Environmental Program).
Quella volta che a cena a casa di Luciano Benetton, Gore chiese: «Ma Milano perché è così inquinata? Ho visto che avete tanta terra adattissima per coltivare prodotti da utilizzare come combustibili al posto del petrolio, è già possibile: perché non lo fate?».
Dal 2008 Al Gore è cittadino onorario di Milano. Un riconoscimento per il sostegno dato in favore di Milano come sede dell’Expo 2015.
Il 2 novembre Gore pubblicherà il nuovo libro dal titolo Our Choice: «An Inconvenient Truth ha raggiunto milioni di persone con il messaggio che la crisi del clima sta minacciando il futuro della civiltà umana e che essa deve e può essere risolta. Ora che la necessità di un’azione urgente è ancora più evidente, è giunto il momento di un piano globale completo che risolva realmente la crisi climatica. La nostra scelta sarà rispondere a questa chiamata».