
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri c’è stato un vertice tra i grandi capi del nostro trasporto aereo: il ministro di Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli; Fabrizio Palenzona, amministratore delegato di Adr, la società che gestisce Fiumicino; Colaninno e Rocco Sabelli, presidente e amministratore delegato di Alitalia; Vito Riggio e Alessio Quaranta, presidente e direttore generale dell’Enac, cioè l’Autorità italiana dell’aviazione civile.
• Bastonate?
Macché. Senta il comunicato che ha emesso alla fine il ministro Matteoli: «L’incontro è stato molto proficuo essendosi registrata una comune volontà da parte di Adr e Cai-Alitalia a lavorare insieme per superare i disservizi nel ritiro bagagli e le altre difficoltà riscontrate in vari servizi aeroportuali. La relazione che ho ricevuto dall’Enac (è il ministro che parla in prima persona), per i suoi contenuti, è sostanzialmente distante rispetto alle notizie che sono trapelate su alcuni organi di informazione e, comunque, oggi è stato appurato che non esistono i presupposti per provvedimenti di revoca delle licenze».
• Come sarebbe? Ma se è tutto un casino dell’Ottanta! Io faccio i salti mortali per aggiustarmi gli appuntamenti sull’orario dei treni, perché Alitalia non mi dà nessuna garanzia (quando prendo un impegno di lavoro) che sarò trasportato sul posto in tempo utile. Si parla, in genere, di ritardi di due o tre ore, quindi non più aggiustabili.
Lo so, evito l’aereo anch’io. Ma se Matteoli, nel suo comunicato, scrive quello che scrive, io che ci posso fare?
• Ma chi ha ragione, scusi? Alitalia o il popolo dei viaggiatori che a me pare costantemente taglieggiato?
Hanno ragione i viaggiatori, naturalmente. Ma liberiamoci subito della ragione politica che ha ispirato il comunicato, ragione più che evidente: la cordata capitanata da Colaninno ha preso Alitalia per obbedire a un diktat di Berlusconi che s’è giocato la penosa partita dell’italianità nella scorsa campagna elettorale (bisogna aggiungere che pessima fu pure la gestione della tentata vendita della compagnia da parte di Prodi). C’era poi un secondo punto: Intesa doveva assolutamente rientrare della forte esposizione verso Air One e la soluzione alla quale alla fine si è approdati è servita anche a questo. chiaro che il disastro di questi primi mesi di gestione deve a questo punto essere politicamente occultato. Oltre tutto la frase del comunicato che tranquillizza sulla «revoca delle licenze» dice che siamo al limite della sopportabilità anche dal punto di vista normativo: le licenze non sono state revocate, ma per miracolo. Il ministro poi non fornisce numeri e dice genericamente che le notizie di stampa sono infondate. Mi viene da ridere: in giugno l’accoppiata Alitalia-Fiumicino è risultata la peggiore in Europa quanto a puntualità del decollo. Se si guardano le tratte, tra le venti peggiori d’Europa (Turchia compresa) sei sono italiane. Le completo il quadro facendole sapere che secondo uno studio realizzato dall’Istituto Bruno Leoni è molto probabile che entro pochi mesi Air France prenda il controllo della compagnia. Il momento per il traffico aereo è drammatico e non si vedono all’orizzonte spiragli di ripresa. Alitalia poi funziona male e sconta, sulla rotta più proficua, cioè la Roma-Milano, anche la concorrenza delle Ferrovie. Nella semestrale resa nota il 30 giugno, l’azienda ha ammesso di aver bruciato un quarto del capitale (273 milioni). Il tasso di riempimento degli apparecchi fa cadere le braccia: 59% contro una media europea del 72%. Significa che nei primi sei mesi di quest’anno gli aerei hanno volato mezzi vuoti. In una dichiarazione di metà luglio i vertici della compagnia hanno sostenuto che l’indice di riempimento, o load factor , era intanto salito al 72%. Posso dirgliela chiara? Non ci credo. Insomma, forse non c’è bisogno di revocare le licenze, perché il mercato alla fine risolverà il problema da sé.
• Che mi dice di Fiumicino?
C’è una responsabilità dell’aeroporto nei ritardi perché troppo spesso non fanno arrivare in tempo il pullman che deve trasferire i passeggeri, qualche volta si perdono per via della scala che serve a scendere o a salire, altre volte non arrivano in tempo «i servizi di bordo», cioè il caffè e le bibite.
• E lo smarrimento bagagli?
Drammatico. Anche qui siamo ampiamente al di sotto degli standard europei. A Fiumicino gestiscono il cosiddetto handling quattro compagnie, ma due di queste sono di Alitalia: Az Servizi ed Eas. Se dal computo generale si tolgono i bagagli trasportati da Alitalia, Fiumicino rientra subito nella media europea. I lavoratori di Az ed Eas guadagnano poco, hanno tutti un secondo lavoro e non sono per niente disposti a nessun tipo di sacrificio. Nonostante i comunicati di Matteoli, la vedo male anche qui. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 4/9/2009]
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