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 2009  settembre 04 Venerdì calendario

L’AFFAIRE L’ORéAL ENTRA IN TRIBUNALE. IN PALIO LA SIGNORA PIU’ RICCA DI FRANCIA


Madre contro figlia, figlia contro madre, e sullo sfondo uno dei più solidi e sostanziosi imperi economici di Francia, la L’Oreal. Se siete amanti di intricate saghe familiari, questioni d’eredità, intrecci di soldi e parentele, quello che si è aperto ieri al tribunale di Nanterre, a Parigi, è senz’altro l’affaire che fa per voi. Il processo che vedrà Françoise Bettencourt, rampolla della L’Oreal, contro il fotografo François Marie Banier, protetto della madre Liliane e destinatario della sua generosità, è un canovaccio che ha già tutti gli elementi archetipici per poter diventare un dramma familiare dagli accenti segnatamente tragici.
Quello di ieri in tribunale è stato solo il prologo, la fissazione delle udienze delle prossime settimane, ma l’attesa è alta. La vicenda è nota da tempo, da quando scoppiò inattesa nel 2008. I Bettencourt non hanno infatti mai avuto nessuno degli attributi che caratterizzano generalmente le ricche famiglie di ereditieri. Poca vita sociale, ritirata e poco visibile. Un’attività filantropica null’affatto rivendicata e una casa nella Neuilly dove eleggono domicilio tutte le grandi fortune francesi, ma senza ostentazione.
Nonostante sia da sempre la «donna più ricca di Francia», Liliane Bettencourt, figlia unica e unica ereditiera di Eugene Schueller, il fondatore della multinazionale della cosmetica, è stata cresciuta nel rispetto dei valori cristiani, in un contesto volutamente spartano, poco propenso alla mostra di sé o allo sperpero della ricchezza. Così, secondo la stessa tradizione familiare, Madame L’Oreal ha tirato su anche la figlia Françoise, che avrebbe potuto sposare un Agnelli o un Rockfeller, ma ha preferito una vita coniugale lontana dai riflettori, intenta a suonare il piano, scrivere libri, far crescere figli e, ovviamente, occuparsi dell’impero di famiglia, ora soprattutto che la madre ha 87 anni e il padre è deceduto.
Nessuno si aspettava che un dramma greco di tali dimensioni potesse attecchire in una delle più amate, discrete e rispettate famiglie di Francia. Eppure, un mese dopo la morte del padre André, nel novembre 2007, Françoise si è presentata al tribunale di Nanterre per depositare una denuncia contro anonimi per circonvenzione d’incapace.
In realtà quella denuncia per anonimi mirava a Banier, il fotografo che fin dal 1987 era entrato nelle grazie della madre sapendosi rendere indispensabile, intrattenendola, portando nelle sue giornate una ventata di vita, un tocco d’anticonformismo nella rigida retorica che regola la vita delle grandi fortune. E Madame L’Oreal ha contraccambiato con regali e doni miliardari. Quadri di maestri, assegni milionari, assicurazioni vita. Secondo la denuncia di Françoise regali che nel complesso si aggirano sui cinquecento milioni di euro, ma che secondo le indagini della Brigata finanziaria, si attestano piuttosto intorno al miliardo.
Certo, non sono i soldi che interessano Françoise in questa faccenda. La madre le ha già trasferito la proprietà della stragrande maggioranza delle sue azioni, il 29,3 della L’Oreal, conservandone solo l’usufrutto. Il problema è che la «donna più ricca di Francia» ha conservato un 1,26 per cento di azioni che negli equilibri della multinazionale fanno la differenza: senza quella parte l’azionista maggioritario sarebbe la Nestlè con il 29,6, e quando Françoise ha sentito dire che Banier aveva intenzione di farsi adottare dalla madre, o di entrare nel consiglio d’amministrazione, ha avuto paura che la L’Oreal venisse sottratta alla famiglia. Ed è questa paura che la spinge a tentare di far interdire la madre.
Quando un anno dopo la denuncia, lo scorso dicembre, nel corso dell’indagine preliminare Madame L’Oreal ha rifiutato di sottoporsi ad una perizia psichiatrica e il caso è diventato di dominio pubblico, la donna più ricca di Francia ha abbandonato la sua proverbiale discrezione e contrattaccato in pubblico. E in un’intervista ha dichiarato di «non vedere più la figlia e di non averne neanche voglia». Françoise, ha detto, ormai e diventata «una cosa inerte».
Nelle prossime settimane sarà il tribunale a chiudere l’affaire, a stabilire se Francois Marie Banier è solo un raggiratore di anziane e ricche signore, se la donna più ricca di Francia non è più in grado d’intendere e vada messa sotto tutela e, soprattutto, se il futuro della L’Oreal sarà ancora sotto il controllo della famiglia.