lettera a Sergio Romano, Corriere della Sera 04/09/2009, 4 settembre 2009
RUSSIA E POLONIA 70 ANNI FA. IL REBUS DELLE RESPONSABILITA’
Mi spieghi come mai viene sempre enfatizzato l’attacco alla Polonia nella Seconda guerra mondiale e si tace sull’invasione parallela della stessa Polonia da parte dell’Urss.
Filippo Silvestro
filipposilvestro@tin.it
Caro Silvestro,
Non mi sembra che gli articoli dedicati al 70˚ anniversario dell’inizio della Seconda guerra mondiale abbiano ignorato il patto tedesco-sovietico e le responsabilità dell’Urss nella spartizione della Polonia. Ma non potevano certo dimenticare che la responsabilità principale fu di Hitler e della sua insaziabile volontà di potenza. Il guaio è che il nostro sguardo storico è molto spesso influenzato da simpatie, antipatie, convinzioni politiche o religiose, battaglie che continuiamo a combattere nella nostra mente e nel nostro cuore contro il nemico di ieri. Gli anticomunisti non perdono occasione per attribuire all’Urss tutti i mali del secolo. Gli ex comunisti cercano di collocare le responsabilità dell’Unione Sovietica in un contesto più largo e di invocare alcune attenuanti. Le commemorazioni ci sembrano utili o dannose a seconda dello spirito con cui vengono organizzate e degli obiettivi che si prefiggono. Quelle di Danzica, per esempio, rispondono al desiderio polacco di ricordare al mondo che la Polonia è la principale vittima della Seconda guerra mondiale, il solo Paese che sia stato aggredito contemporaneamente dallo Stato sconfitto (la Germania) e dallo Stato vincitore (l’Urss). una rivendicazione che non serve soltanto ad affermare una versione storica della guerra, ma anche e soprattutto a legittimare la politica estera della Polonia d’oggi, il suo appoggio all’Ucraina contro la Russia e il suo rapporto speciale con gli Stati Uniti dietro le spalle dell’Unione europea.
Non è sorprendente, in queste circostanze, che Vladimir Putin, pur accettando l’invito alla commemorazione degli scorsi giorni, abbia scritto un articolo («Le pagine della storia – motivo di reciproche rivendicazioni oppure la base per la riconciliazione e il partenariato ») per annegare il patto tedesco-sovietico in una prospettiva più lunga, e si sia servito di argomenti partigiani ma non privi di una certa efficacia. Nell’articolo, pubblicato dal quotidiano polacco «Gazeta Wyborcza» e dal sito web del governo russo, Putin sostiene che un discorso sulle responsabilità non può prescindere né da quelle dei firmatari del Trattato di Versailles, alla fine della Grande guerra, né dalla remissiva politica delle democrazie verso Hitler alla fine degli anni Trenta, né dalla mutilazione della Cecoslovacchia durante l’accordo quadripartito di Monaco (una mutilazione a cui, come ricorda Putin, presero parte anche la Polonia e l’Ungheria). Scritto da un Primo ministro russo, questo articolo è indubbiamente un’arringa pro domo sua. Ma contiene osservazioni da cui gli storici, se non hanno prestato la penna a una ideologia, potrebbero difficilmente dissentire.