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 2009  settembre 04 Venerdì calendario

Ieri c’è stato un vertice tra i gran­di capi del nostro trasporto ae­reo: il ministro di Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli; Fa­brizio Palenzona, amministrato­re delegato di Adr, la società che gestisce Fiumicino; Colaninno e Rocco Sabelli, presidente e ammi­nistratore delegato di Alitalia; Vito Riggio e Alessio Quaranta, presidente e direttore generale dell’Enac, cioè l’Autorità italia­na dell’aviazione civile

Ieri c’è stato un vertice tra i gran­di capi del nostro trasporto ae­reo: il ministro di Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli; Fa­brizio Palenzona, amministrato­re delegato di Adr, la società che gestisce Fiumicino; Colaninno e Rocco Sabelli, presidente e ammi­nistratore delegato di Alitalia; Vito Riggio e Alessio Quaranta, presidente e direttore generale dell’Enac, cioè l’Autorità italia­na dell’aviazione civile.

Bastonate?
Macché. Senta il comunicato che ha emesso alla fine il mini­stro Matteoli: «L’incontro è sta­to molto proficuo essendosi re­gistrata una comune volontà da parte di Adr e Cai-Alitalia a lavorare insieme per superare i disservizi nel ritiro bagagli e le altre difficoltà riscontrate in va­ri servizi aeroportuali. La rela­zione che ho ricevuto dall’Enac (è il ministro che parla in prima persona), per i suoi contenuti, è sostanzialmente distante ri­spetto alle notizie che sono tra­pelate su alcuni organi di infor­mazione e, comunque, oggi è stato appurato che non esisto­no i presupposti per provvedi­menti di revoca delle licenze».

Come sarebbe? Ma se è tutto un casino dell’Ottanta! Io faccio i salti mortali per aggiustarmi gli appuntamenti sull’orario dei treni, perché Alitalia non mi dà nessuna garanzia (quando prendo un impegno di lavoro) che sarò trasportato sul posto in tempo utile. Si parla, in gene­re, di ritardi di due o tre ore, quindi non più aggiustabili.
Lo so, evito l’aereo anch’io. Ma se Matteoli, nel suo comunica­to, scrive quello che scrive, io che ci posso fare?

Ma chi ha ragione, scusi? Alita­lia o il popolo dei viaggiatori che a me pare costantemente taglieggiato?
Hanno ragione i viaggiatori, na­turalmente. Ma liberiamoci su­bito della ragione politica che ha ispirato il comunicato, ragio­ne più che evidente: la cordata capitanata da Colaninno ha pre­so Alitalia per obbedire a un dik­tat di Berlusconi che s’è giocato la penosa partita dell’italianità nella scorsa campagna elettora­le (bisogna aggiungere che pes­sima fu pure la gestione della tentata vendita della compa­gnia da parte di Prodi). C’era poi un secondo punto: Intesa doveva assolutamente rientra­re della forte esposizione verso Air One e la soluzione alla qua­le alla fine si è approdati è servi­ta anche a questo. chiaro che il disastro di questi primi mesi di gestione deve a questo punto essere politicamente occultato. Oltre tutto la frase del comuni­cato che tranquillizza sulla «re­voca delle licenze» dice che sia­mo al limite della sopportabili­tà anche dal punto di vista nor­mativo: le licenze non sono sta­te revocate, ma per miracolo. Il ministro poi non fornisce nume­ri e dice genericamente che le notizie di stampa sono infonda­te. Mi viene da ridere: in giu­gno l’accoppiata Alitalia-Fiumi­cino è risultata la peggiore in Europa quanto a puntualità del decollo. Se si guardano le trat­te, tra le venti peggiori d’Euro­pa (Turchia compresa) sei sono italiane. Le completo il quadro facendole sapere che secondo uno studio realizzato dall’Istitu­to Bruno Leoni è molto probabi­le che entro pochi mesi Air Fran­ce prenda il controllo della com­pagnia. Il momento per il traffi­co aereo è drammatico e non si vedono all’orizzonte spiragli di ripresa. Alitalia poi funziona male e sconta, sulla rotta più proficua, cioè la Roma-Milano, anche la concorrenza delle Fer­rovie. Nella semestrale resa no­ta il 30 giugno, l’azienda ha am­messo di aver bruciato un quar­to del capitale (273 milioni). Il tasso di riempimento degli ap­parecchi fa cadere le braccia: 59% contro una media europea del 72%. Significa che nei primi sei mesi di quest’anno gli aerei hanno volato mezzi vuoti. In una dichiarazione di metà lu­glio i vertici della compagnia hanno sostenuto che l’indice di riempimento, o load factor , era intanto salito al 72%. Posso dir­gliela chiara? Non ci credo. In­somma, forse non c’è bisogno di revocare le licenze, perché il mercato alla fine risolverà il problema da sé.

Che mi dice di Fiumicino?
C’è una responsabilità dell’aero­porto nei ritardi perché troppo spesso non fanno arrivare in tempo il pullman che deve tra­sferire i passeggeri, qualche vol­ta si perdono per via della scala che serve a scendere o a salire, altre volte non arrivano in tem­po «i servizi di bordo», cioè il caffè e le bibite.

E lo smarrimento bagagli?
Drammatico. Anche qui siamo ampiamente al di sotto degli standard europei. A Fiumicino gestiscono il cosiddetto han­dling quattro compagnie, ma due di queste sono di Alitalia: Az Servizi ed Eas. Se dal compu­to generale si tolgono i bagagli trasportati da Alitalia, Fiumici­no rientra subito nella media europea. I lavoratori di Az ed Eas guadagnano poco, hanno tutti un secondo lavoro e non sono per niente disposti a nes­sun tipo di sacrificio. Nonostan­te i comunicati di Matteoli, la vedo male anche qui. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 4/9/2009]