
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Da oggi RaiSat non si vede più su Sky…
• E’ una notizia? Secondo me la maggior parte degli italiani non ha neanche ben chiaro che cos’è RaiSat...
RaiSat, come dice la parola stessa, è la Rai dal satellite. E si vedeva naturalmente su Sky. Che pagava, per questa fornitura, 50 milioni l’anno. Non la consideri con tanta sufficienza: RaiSat aveva due canali per bambini ( Yoyo e Smash Girls ), le fiction d’annata su Premium, Rai Cinema , con dei bei film, e poi due reti di culto: Gambero Rosso , dedicata alla cucina, ed Extra , all’interno del quale si vedevano le repliche di Vespa e della Gabanelli e il David Letterman Show . Sky aveva offerto a viale Mazzini la possibilità di continuare per altri sette anni al prezzo di 350 milioni, cioè 50 milioni l’anno. Quindi, in pratica, la stessa offerta di prima. Murdoch voleva però che gli fosse garantita la fornitura dei tre canali Rai, cioè Rai Uno, Rai Due e Rai Tre. La Rai ha rifiutato, sostenendo che i programmi delle tre reti generaliste andavano valorizzati e che Sky non poteva pretendere di continuare ad averli gratis. I dati infatti dicono che le trasmissioni di Rai Uno, Rai Due e Rai Tre sono le più viste di tutta la piattaforma satellitare. strano, ma è così. Il mancato accordo relativo a RaiSat conferma che stiamo rapidamente andando verso una ridefinizione importante di tutta l’offerta televisiva. La Rai da oggi comincerà a oscurare, sul satellite, i programmi di Rai Uno, Rai Due e Rai Tre privi di diritti per l’estero. La sensazione è che in prospettiva renderà sempre meno ricca la propria offerta sulla piattaforma Sky.
• In questo modo la Rai non perde quattro milioni e 800 mila abbonati?
Cercherà di portarli sulla propria piattaforma digitale, dove fornirà la vecchia programmazione di RaiSat gratuitamente, mentre Sky fino ad ora la vendeva nei suoi pacchetti. Dico «vecchia programmazione di RaiSat», ma devo escludere il David Letterman Show e il Gambero rosso.
• Come mai?
Perché Sky aveva subodorato da tempo la rottura con viale Mazzini e aveva acquistato direttamente dalla Cbs il David Letterman Show , che andrà in onda su Sky Uno. Stessa mossa per il Gambero Rosso , che traslocherà, ma resterà visibile dalla piattaforma di Murdoch. Sky ha preparato la rottura con la Rai mettendo insieme dieci canali dedicati a cinema, telefilm, programmi per bambini, musica e lifestyle (che si aggiungono a quelli dei pacchetti Mondo e Cinema ).
• Che programmi vedremo?
Sky Cinema Italia (posizione 314, niente alta definizione fino al prossimo aprile) metterà in onda la produzione cinematografica italiana degli anni 1940-1990. Si comincia stasera con Il Gattopardo di Visconti restaurato. Sempre stasera Cult si trasferirà sul canale 319 (era al 131) e offrirà cinema, serie tv e documentari. Quelli di Sky promettono 300 ore di prime visioni e 100 ore di documentari all’anno, 200 film al mese (da domani, per la serie Arrivano gli autori , comincerà la messa in onda di capolavori come La dolce vita o Il tè nel deserto ). Nella posizione 121 verrà piazzato Fox Retro , che da domani metterà in onda i telefilm più popolari degli anni Settanta, Ottanta e Novanta: Starsky e Hutch, Magnum PI , Mission: Impossible , Charlie’s Angels , Miami Vice , le sitcom I Jefferson e Il mio amico Arnold , Mork e Mindy , e ancora Love Boat , A-Team e i più recenti Baywatch e Willy, il Principe di Bel-Air . C’è poi la faccenda di Baby Tv, un canale pensato per i bambini da zero a tre anni che sarà messo nella posizione 620.
• I bambini da 0 a 3 anni devono già guardare la televisione?
Non si tratta di una rete nuova. L’hanno inventata Lilian Talit e Ron Isaak in Israele nel 2003. Nel 2007 ha cominciato a trasmettere in Gran Bretagna. Nell’ottobre 2008 è stata acquistata da Fox. Da domani si comincia anche in Italia: colori tenui, musiche accattivanti, lentezza e ripetitività, episodi di pochi minuti. Niente pubblicità. Chi difende l’esperimento dice che si tratta di un divertimento attivo, capace di stimolare curiosità e interesse. I nemici (la grande maggioranza dei pedagoghi) insinuano che in questo modo si voglia creare una dipendenza dalla tv, da cui poi il bambino, crescendo, non potrà più liberarsi. Ci si chiede: se Baby Tv non avrà nessuna pubblicità, come si ripagherà i costi della programmazione? La risposta è molto semplice: con gli abbonamenti. Ricordiamoci che il 96% del bambini in età prescolare guarda la tv. Le associazioni dei genitori protestano, il giornale dei cattolici, Avvenire , pure. Sky tira avanti: sicura del fatto suo e, soprattutto, certa che per acquisire clienti, specialmente se futuri, ogni tattica è ammessa. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 31/7/2009]
(leggi)