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 2009  luglio 31 Venerdì calendario

Da oggi RaiSat non si vede più su Sky…• E’ una notizia? Secondo me la maggior parte degli italiani non ha neanche ben chiaro che co­s’è RaiSat

Da oggi RaiSat non si vede più su Sky…

E’ una notizia? Secondo me la maggior parte degli italiani non ha neanche ben chiaro che co­s’è RaiSat...
RaiSat, come dice la parola stessa, è la Rai dal satellite. E si vedeva naturalmente su Sky. Che pagava, per questa fornitu­ra, 50 milioni l’anno. Non la consideri con tanta sufficien­za: RaiSat aveva due canali per bambini ( Yoyo e Smash Girls ), le fiction d’annata su Premium, Rai Cinema , con dei bei film, e poi due reti di culto: Gambero Rosso , dedicata alla cucina, ed Extra , all’interno del quale si vedevano le repliche di Vespa e della Gabanelli e il David Letter­man Show . Sky aveva offerto a viale Mazzini la possibilità di continuare per altri sette anni al prezzo di 350 milioni, cioè 50 milioni l’anno. Quindi, in pratica, la stessa offerta di pri­ma. Murdoch voleva però che gli fosse garantita la fornitura dei tre canali Rai, cioè Rai Uno, Rai Due e Rai Tre. La Rai ha ri­fiutato, sostenendo che i pro­grammi delle tre reti generali­ste andavano valorizzati e che Sky non poteva pretendere di continuare ad averli gratis. I da­ti infatti dicono che le trasmis­sioni di Rai Uno, Rai Due e Rai Tre sono le più viste di tutta la piattaforma satellitare. stra­no, ma è così. Il mancato accor­do relativo a RaiSat conferma che stiamo rapidamente andan­do verso una ridefinizione im­portante di tutta l’offerta televi­siva. La Rai da oggi comincerà a oscurare, sul satellite, i pro­grammi di Rai Uno, Rai Due e Rai Tre privi di diritti per l’este­ro. La sensazione è che in pro­spettiva renderà sempre meno ricca la propria offerta sulla piattaforma Sky.

In questo modo la Rai non per­de quattro milioni e 800 mila ab­bonati?
Cercherà di portarli sulla pro­pria piattaforma digitale, dove fornirà la vecchia programma­zione di RaiSat gratuitamente, mentre Sky fino ad ora la ven­deva nei suoi pacchetti. Dico «vecchia programmazione di RaiSat», ma devo escludere il David Letterman Show e il Gam­bero rosso.

Come mai?
Perché Sky aveva subodorato da tempo la rottura con viale Mazzini e aveva acquistato di­rettamente dalla Cbs il David Letterman Show , che andrà in onda su Sky Uno. Stessa mossa per il Gambero Rosso , che tra­slocherà, ma resterà visibile dalla piattaforma di Murdoch. Sky ha preparato la rottura con la Rai mettendo insieme dieci canali dedicati a cinema, tele­film, programmi per bambini, musica e lifestyle (che si aggiun­gono a quelli dei pacchetti Mon­do e Cinema ).

Che programmi vedremo?
Sky Cinema Italia (posizione 314, niente alta definizione fi­no al prossimo aprile) metterà in onda la produzione cinema­tografica italiana degli anni 1940-1990. Si comincia stasera con Il Gattopardo di Visconti re­staurato. Sempre stasera Cult si trasferirà sul canale 319 (era al 131) e offrirà cinema, serie tv e documentari. Quelli di Sky promettono 300 ore di prime vi­sioni e 100 ore di documentari all’anno, 200 film al mese (da domani, per la serie Arrivano gli autori , comincerà la messa in onda di capolavori come La dolce vita o Il tè nel deserto ). Nel­la posizione 121 verrà piazzato Fox Retro , che da domani met­terà in onda i telefilm più popo­lari degli anni Settanta, Ottan­ta e Novanta: Starsky e Hutch, Magnum PI , Mission: Impossi­ble , Charlie’s Angels , Miami Vi­ce , le sitcom I Jefferson e Il mio amico Arnold , Mork e Mindy , e ancora Love Boat , A-Team e i più recenti Baywatch e Willy, il Principe di Bel-Air . C’è poi la fac­cenda di Baby Tv, un canale pensato per i bambini da zero a tre anni che sarà messo nella posizione 620.

I bambini da 0 a 3 anni devono già guardare la televisione?
Non si tratta di una rete nuova. L’hanno inventata Lilian Talit e Ron Isaak in Israele nel 2003. Nel 2007 ha cominciato a tra­smettere in Gran Bretagna. Nel­l’ottobre 2008 è stata acquista­ta da Fox. Da domani si comin­cia anche in Italia: colori tenui, musiche accattivanti, lentezza e ripetitività, episodi di pochi minuti. Niente pubblicità. Chi difende l’esperimento dice che si tratta di un divertimento atti­vo, capace di stimolare curiosi­tà e interesse. I nemici (la gran­de maggioranza dei pedago­ghi) insinuano che in questo modo si voglia creare una di­pendenza dalla tv, da cui poi il bambino, crescendo, non po­trà più liberarsi. Ci si chiede: se Baby Tv non avrà nessuna pub­blicità, come si ripagherà i co­sti della programmazione? La risposta è molto semplice: con gli abbonamenti. Ricordiamo­ci che il 96% del bambini in età prescolare guarda la tv. Le asso­ciazioni dei genitori protesta­no, il giornale dei cattolici, Av­venire , pure. Sky tira avanti: si­cura del fatto suo e, soprattut­to, certa che per acquisire clien­ti, specialmente se futuri, ogni tattica è ammessa. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 31/7/2009]