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 2009  luglio 31 Venerdì calendario

LA SANTA ALLEANZA DELL’ADVERTISING



Microsoft e Yahoo! annunciano una decennale collaborazione commerciale e produttiva. La borsa premia il colosso di Redmond, ma penalizza la società di Sunnyvale. Per il momento Google sta a guardare, ma l’accordo prefigura una gestione oligopolistica delle inserzioni pubblicitarie su Internet. Una spartizione che potrebbe non piacere ai naviganti del cyberspazio RETE Annunciato l’accordo tra Microsoft e Yahoo!
Accordo fatto tra Microsoft e Yahoo!. Non la tanto inseguita fusione, come sperava Microsoft, ma una decennale collaborazione commerciale e produttiva che prevede l’uso congiunto dei rispettivi programmi informatici e la vendita delle inserzioni pubblicitarie. La borsa valori ha subito premiato Mcirosft, che ha visto aumentare del due per cento il valore delle sue azioni e penalizzato Yahoo!, le cui azioni hanno invece perso il dieci per cento del valore.
Una brutta giornata, ieri, per Larry Page, Sergej Brin e Eric Schmidt. I fondatori e l’amministratore delegato di Google, appena arrivati nel quartier generale di Mountain View, hanno infatti dovuto subito fare i conti con i rumors sulla possibilità che i suoi diretti concorrenti nei motori di ricerca - Microsoft e Yahoo! - stessero sulla dirittura d’arrivo della firma di un accordo per la loro collaborazione. Un accordo che Google aveva inseguito per mesi, desistendo solo quando l’antitrust statunitense aveva mandato a dire che la possibile partnership tra le due imprese avrebbe creato una situazione di monopolio nelle inserzioni pubblicitarie.
Con il passare delle ore le indiscrezioni hanno continuato a imperversare in Rete, alimentando una discussione su come l’alleanza tra Microsoft e Yahoo! possa cambiare la geografia e i rapporti di potere su Internet. Le teste d’uovo di Google non hanno potuto fare altro che attendere con apprensione, nutrendo la speranza che le indiscrezioni si dissolvessero nel cyberspazio, cosa che non è però accaduta. Così, quando è stato annunciato l’imminente uscita di un comunicato congiunto tra Microsoft e Yahoo! ogni speranza sulla infondatezza delle notizia è caduta e l’unica cosa da capire riguardava la natura dell’accordo
La lettura del comunicato lascia ben pochi dubbi. Microsoft e Yahoo! hanno definito una collaborazione commerciale e produttiva per i prossimi dieci anni, basata sullo scambio di licenze sul software e sulla progressiva integrazione tra i due motori di ricerca, mantenendo però l’autonomia gestionale e imprenditoriale delle due imprese. Un accordo di «basso profilo», ma tuttavia ambizioso perché l’obiettivo è la modifica modificare degli equilibri di mercato su Internet. La partnership è cioè finalizzata a contrastare il potere di Google nei motori di ricerca e a strappargli quote di quel mercato di inserzioni pubblicitarie che ha reso Larry Page e Sergej Brin tra gli uomini più ricchi del pianeta. Per Google, l’unica consolazione sta nel fatto che non c’è stata nessuna fusione tra le due imprese concorrenti, così come si era prospettato diciotto mesi fa, quando Microsoft mise sul tavolo 45 miliardi di dollari per acquisire una partecipazione azionaria che avrebbe portato al controllo di Yahoo!. Da allora è stata un’altalena di trattative, rotture, ingresso e rapida uscita dal palcoscenico di altri protagonisti (Rupert Murdoch e America on line) e, cosa più rilevante, la defenestrazione del fondatore di Yahoo! da amministratore delegato.
Microsoft aveva un disperato bisogno di uscire dall’angolo nel fiorente mercato dei mercati di ricerca. Il suo programma è tutt’oggi considerato «mediocre» e era usato solo dall’otto per cento dei naviganti in Rete, rispetto al venti per cento di Yahoo» e il sessantacinque per cento di Google. Dietro queste cifre si cela il sempre più ricco mercato delle inserzioni pubblicitarie, che finora hanno portato un fiume di denaro nelle casse di Google, lasciando a Microsoft le briciole. Inoltre, una parte considerevole dei profitti sono stati sempre oculatamente reinvestiti da Google per aumentare la sua presenza in Rete cercando di far diventare l’impresa di Larry Page e Sergej Brin nel cuore pulsante della Rete. Google ha infatti fornito gratuitamente molti programmi per «stare in rete». Un modello di business basato sulla gratuità dei programmi per gli utenti della rete che, diventati afecionados del software e dei servizi di Google, potevano trasformarsi in clienti delle imprese che si fanno pubblicità attraverso il motore di ricerca.
In questo mercato Microsoft è rimasta al palo: il suo motore di ricerca è sempre stato giudicato inferiore sia a quello di Google che a quello di Yahoo!, le cui fortune economiche derivano dall’aver usato lo stesso modello di business. Da oggi le cose per la società di Redmond potrebbero cambiare e darle la tranquillità necessaria per elaborare le prossime mosse da fare su Internet. Il potere di Google è infatti ancora intatto. Anzi, la società di Mountain View nelle scorse settimane ha annunciato che vuol sviluppare un sistema operativo non sottoposto a copyright e che distribuirà gratuitamente, così come fa per tutti i suoi programmi informatici. Allo stesso tempo, Larry Page e Sergej Brin continuano a sviluppare il progetto sulla digitalizzazione dei libri presenti in alcune importati e prestigiose librerie statunitensi, per poi ampliarlo a tutti i volumi sfornati dall’industria editoriale. Progetto ambizioso che incontra resistenze da parte degli editori e dei bibliotecari, ma che la tenacia diplomatica di Eric Schmidt spera di superare, così come è riuscito a portare in porto l’accordo con le multinazionali dell’intrattenimento rispetto al diritto d’autore sui video presenti su YouTube: accordo, quest’ultimo, che ha fatto aumentare le inserzioni pubblicitarie, portando così in pareggio, per la prima volta, il disastrato bilancio di YouTube.
La Rete continua ad essere una realtà in movimento, sebbene la partnership tra Microsoft e Yahoo! punti a istituzionalizzare un oligopolio che potrebbe comunque risultare soddisfacente per tutte e tre le multinazionali, che congela la situazione in vista della prossima mossa da fare nel risiko per il controllo di Internet. Un ottimismo della volontà che pecca di presunzione, perché rimuove il fatto che nella Rete il social network è insofferente verso non solo il monopolio dell’informazione e del sapere, ma anche verso la loro spartizione oligopolistica. Social network che ha nomi diversi - Facebook, Twitter: solo per citare i più noti - è che sta diventando una frontiera sfavorevole sia a Google che a Microsoft.