Glauco Maggi, Libero 31/7/2009, 31 luglio 2009
OBAMA SCIVOLA SUL LUPPOLO NON BEVE BIRRA AMERICANA
finita a "tarallucci e birra", poiché in America il vino viene ancora in coda tra i vizi, come il calcio tra gli sport seguiti. I tre "amici" che hanno fatto a gara a chi ha agito più "stupidamente" si sono ritrovati ieri sera alla Casa Bianca e ci hanno bevuto su. A che cosa? Alla pace razzistica ritrovata, come se fosse mai stata messa in forse da un fatterello di cronaca di quartiere. In breve: l’austero e nero professore di storia della cultura nera di Harvard Henry Louis Gates Jr. torna da un viaggio in Cina nella villetta di Cambridge datagli per il suo incarico accademico. Con lui è l’autista nero che gli porta i bagagli. Non riesce però a entrare per problemi di chiave della porta principale e allora entra dal retro: poi, dall’interno, e con l’aiuto dell’autista che spinge a spallate da fuori, ha ragione della porta guasta. L’operazione è notata da una passante di 70 anni che, non avendo il cellulare, ferma una americana-portoghese di 40 anni, Lucia Whalen, e le chiede di chiamare la polizia. Lei osserva la scena, chiama il 911 e descrive i due tizi sospetti «uno mi sembra ispanico, ma non ci giuro». Arriva il poliziotto bianco James Crowley, origini irlandesi, e fa la sua parte: chiede al professore, che ora è solo, di uscire dalla casa e di presentarsi. Ma il professore si inalbera: sono a casa mia, questo è il mio tesserino da professore, lei non sa chi sono io. Fino alla stoccata razziale: mi chiedi di uscire perché sono nero? Razzista che non sei altro eccetera eccetera. L’agente può scegliere se chiudere i due occhi, compatendo il maturo (59 anni e claudicante), arrogante maleducato, o se seguire il manuale di polizia, che prescrive che chi si comporta da dissennato e inveisce rumorosamente da invasato contro un pubblico ufficiale va arrestato sui due piedi. Così fa, e finisce in copertina per il nome aulico dell’ammanettato. Entra in scena Obama, che commenta: il prof è un mio amico, io non conosco i fatti perché non c’ero, ma l’agente ha agito "stupidamente". Furore dei colleghi poliziotti contro Obama, che capisce presto di aver fatto lui una stupidata, chiede scusa e se ne esce con la trovata della birra riparatrice in compagnia. In un paese che ha il grave problema della diffusione dell’alcool, non è un bel vedere il presidente che offre ai compari di pasticcio la birra e non il té nel tardo pomeriggio. Se vi aspettate che gli alcolisti anonimi, e tantomeno le femministe, intervengano per censurare il comportamento così politicamente scorretto dei tre maschi pasticcioni vi illudete. Solo i produttori di birra nazionali si sono risentiti, perché alla festa sono state servite una Bud Light- Anheuser Bush InBev di proprietà belga-brasiliana (per Obama), una Red Stripe-Diageo inglese (per il professore) e una Blue Moon- SabMiller inglese (per l’agente). Mancava solo il protezionismo del luppolo.