Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  luglio 31 Venerdì calendario

Terzi Giuliomaria

• Bergamo 9 giugno 1946. Diplomatico. Ministro degli Esteri nel governo Monti (2011-). Dal 2009 ambasciatore italiano negli Stati Uniti • «La strada esiste già. È intestata a suo nonno e si trova nel quartiere industriale di Brembate Sopra, comune di 7.500 abitanti nel bergamasco sulla riva destra del Brembo. [...] Giulio Terzi di Sant’Agata, infatti è originario di Tresolzio, frazione di Brembate, dove esistono ancora il castello e i vasti possedimenti di famiglia; tra le rive del Brembo, sulle pendici del monte Roncola, ha vissuto la sua infanzia, andando a scuola dai Padri Barnabiti al Ginnasio di Lodi, e quindi frequentando il liceo classico del Collegio Vescovile Sant’Alessandro di Bergamo. Come molti diplomatici italiani, anche Terzi di Sant’Agata è un sofisticato prodotto nostrano destinato all’esportazione. Tanto radicato per storia, tradizioni familiari, vincoli patrimoniali e costumi, nel microcosmo di provincia e nella sua realtà territoriale da potersene facilmente astrarre per seguire la propensione “weltgeschichtliche” obbedendo così all’istinto cosmopolita. Chi conosce il marchese Giuliomaria Terzi di Sant’Agata sa benissimo, infatti, che dietro l’aristocratico bergamasco, nipote per parte di madre del prefetto di Bergamo Francesco Ballero, uomo per altro bellissimo, alto, longilineo, dinoccolato, perfetto conversatore, grandemente attento alle forme e ai dettagli, amatissimo dalle donne tanto da aver fondato di recente una nuova famiglia, fiero delle sue origini al punto da celebrare come un ossimoro l’asciutta orsitudine bergamasca, capace però di gesti misurati e prudente mediazione, sicuro di sé sino a ostentare senza complessi l’anello con lo stemma al mignolo della mano destra, non c’è il diplomatico vanesio che secondo antica tradizione antistatale non dovrebbe essere intelligentissimo per brillare nella sua funzione di rappresentanza, ma un funzionario pubblico preparatissimo e scaltro, dal fiuto politico e comprovato con altissime capacità di mediazione. E soprattutto c’è un grande lavoratore, così appassionato del suo mestiere da essere universalmente ricordato come un capo esigente, un negoziatore instancabile, un tessitore di sicura esperienza. “È uno che non si risparmia e non molla mai”, dicono i colleghi felici della nomina a Washington. “È un uomo di potere con un palmo di pelo sul cuore e sa essere tremendo”, sussurrano gli amici delle sue vittime. Che l’affabile Terzi sia anche un duro e che lo sia prima di tutto con se stesso, lo dimostra l’aver debellato una leucemia che lo colpì anni fa, sottoponendosi a un drastico protocollo di cure negli Stati Uniti. Molto in questo senso contano i natali, ma ancora di più gli studi e l’ambizione. L’ambasciatore Terzi si è laureato in Diritto internazionale alla Statale di Milano, poi, borsista all’Ispi è entrato alla Farnesina giovanissimo, vincendo il concorso a soli 27 anni, nel lontano 1973. Da allora, con molto aplomb e altrettanto zelo ha percorso tutte le tappe di una perfetta carriera diplomatica. È stato primo segretario politico a Parigi, consigliere commerciale a Ottawa, console a Vancouver, consigliere alla rappresentanza presso la Nato a Bruxelles, dopo la caduta del Muro di Berlino, quindi ministro consigliere all’Onu, cresciuto alla scuola siciliana dell’ambasciatore Francesco Paolo Fulci, suo grande mentore, poi responsabile del coordinamento della Segreteria generale, quando ministro era Renato Ruggiero, e ambasciatore a Tel Aviv ai tempi della seconda Intifada dal 2002 al 2004, quando contribuì direttamente allo sdoganamento internazionale dell’ex fascista Gianfranco Fini, organizzando la prima visita ufficiale in Israele dell’allora vicepresidente del Consiglio, e dove ancora molti ne ricordano l’attivismo a favore delle più sperdute comunità italiane, come gli ebrei libici di Or Yehuda, che nel 2003 organizzarono un memorabile seminario sulle due guerre. Rientrato a Roma come vicesegretario generale, Terzi ha diretto per due anni la Cooperazione politica multilaterale e gli Affari politici, prima di essere nominato ambasciatore nel 2007 e partire per New York come capomissione alle Nazioni Unite [...] sei mesi prima che si concludesse il sesto biennio di presenza dell’Italia come membro non permanente nel Consiglio di sicurezza che ha posto in essere la stabilizzazione del Libano, il contrasto della pirateria al largo della Somalia, il cessate il fuoco a Gaza, le operazioni di peace keeping e peace enforcing e nuovi passi concreti verso l’opzione di un vero seggio europeo» (“Il Foglio” 31/7/2009).