Wall Street Jobs, 31 luglio 2009, 31 luglio 2009
Le città cinesi cercano di proteggere l’acqua, risorsa scarsissima in molte aree della Cina, facendola pagare cara
Le città cinesi cercano di proteggere l’acqua, risorsa scarsissima in molte aree della Cina, facendola pagare cara. La città di Luoyang venerdì terrà un incontro pubblico sulla proposta di alzare il prezzo dell’acqua di una quota compresa tra il 40 e il 48%. Shangai ha alzato il prezzo dell’acqua del 25% a giugno e programma un altro aumento, del 22%, per novembre del 2010. Anche la provincia di Zhengzhou ha elevato il prezzo del 25%. L’idea diffusa è che il basso prezzo dell’acqua sia almeno in parte la causa della carenza idrica cinese. In marzo anche il premier Wen Jiabao ha promesso: ”Andremo Avanti con la riforma dei prezzi dell’acqua”. Il governo sta anche spendendo miliardi di dollari in un controverso sistema di canali che dovrebbe portare l’acqua dalle regioni più piovose del Sud al secco Nord. L’acqua disponibile pro capite, in Cina, è un quarto della media mondiale. Secondo la Banca mondiale i problemi idrici costano l’1,3% del Pil cinese. Ai livelli attuali (2,44 yuan per una tonnellata) il prezzo medio dell’acqua cinese è di circa 10 volte inferiore a quello dell’acqua in Europa.