Alberto Mattioli, La stampa 31/7/2009, 31 luglio 2009
NOTE E TECNOLOGIA ATTRAZIONE FATALE
Teatri che trasmettono l’opera in diretta su Internet o in alta definizione nei cinema, e magari in un altro continente. Una YouTube Symphony Orchestra che suona on line. Prime assolute di partiture con apparati elettronici degni della Nasa. Nel 2006, un concerto «per telefonini e orchestra» di David Baker, giusto per fare il verso agli idioti che durante i concerti non li spengono. E adesso i messaggini via Twitter che raccontano il programma delle musiche, appunto, «a programma».
Nella mondo della musica cosiddetta classica, sia per chi la fa sia per chi l’ascolta, la modernità è spesso vista come qualcosa di sgradevole, inutile nel migliore dei casi e pericoloso nel peggiore. Non molti anni fa, Riccardo Muti non voleva i sopratitoli sul boccascena della Scala come in tutti i teatri del mondo «perché distraggono», e tanto peggio per chi non sa a memoria un libretto di Janacek in ceco. E invece, usata con giudizio, la tecnologia serve e anche molto. Per esempio, occuparsi d’opera è diventato molto più comodo e facile da quando ci sono Internet, il dvd e i voli low cost. E poi se i messaggini danno noia durante la Pastorale, basta spegnere il Blackberry...