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 2009  luglio 31 Venerdì calendario

MERIDIONE, VIA A UN NUOVO ENTE E A UNA BANCA


Oggi fiducia sul decreto anticrisi e varo dei «ritocchi». Il pressing del Quirinale

ROMA - Il Cipe di buon mat­tino, con il via libera al piano di investimenti della Sicilia. Poi a seguire il Consiglio dei ministri con il decreto bis per correggere al volo le norme del provvedimento anticrisi, che sarà approvato questa sera stessa dal Senato con un voto di fiducia, e soprattutto la pri­ma discussione del nuovo pia­no decennale per il Sud, con la riedizione della Cassa per il Mezzogiorno, annunciato ieri da Silvio Berlusconi. Sarà un’ultima giornata di lavoro as­sai impegnativa quella che at­tende oggi il governo prima della pausa estiva. Anche per­ché il Consiglio dei Ministri do­vrebbe avere una ’coda’ sera­le, non appena il decreto sarà approvato dal Senato, per vara­re formalmente le modifiche.

Il piatto forte è il progetto messo a punto con il ministro dell’Economia, Giulio Tremon­ti, con cui il premier tenterà di calmare i fautori del partito del Sud. Riportando tutto a una lo­gica unitaria perché «per ren­dere nazionale la questione me­ridionale ci sarà, oltre alla Ban­ca del Sud, un nuovo ente» ha annunciato Berlusconi ieri a L’Aquila. La nuova struttura dovrebbe coordinare gli inve­stimenti e le azioni di sviluppo a favore del Mezzogiorno ab­bandonando la frammentazio­ne regionale, e proiettandosi oltre il 2013, quando bisogne­rà ridiscutere a Bruxelles gli aiuti della Ue alle aree svantag­giate.

Fino ad allora, ha ricor­dato ieri Berlusconi, nel Sud ci sono da spendere 27 miliardi, tra fondi euro­pei e nazionali, e i primi quattro saranno assegnati già oggi alla Sicilia dal Ci­pe. il primo dei piani re­gionali che arriva al tra­guardo, sbloccato ieri, do­po un braccio di ferro durato mesi, da un incontro tra Tre­monti e il governatore sicilia­no, Raffaele Lombardo. Un ver­tice «sollecitato e seguito dal presidente Berlusconi» e «deci­sivo per il caso Sicilia», fa sape­re una nota del Tesoro.

Il Consiglio dei ministri si riunirà subito dopo per risolve­re i nodi del decreto anticrisi, nelle stesse ore all’esame del­l’Aula del Senato. Nel testo at­tuale ci sono un paio di norme, sulle quali è caduta l’attenzio­ne del Quirinale, che vanno modificate. impossibile però farlo con un nuovo decreto fin­ché il Senato sarà impegnato nella loro discussione. La solu­zione del pasticcio, del tutto analogo a quello della Finanzia­ria 2008 del governo Prodi, non è semplice. Il governo pun­terà ad ottenere il via libera del Senato con la fiducia questa se­ra stessa. Il Consiglio dei mini­stri inizierà nel frattempo la di­scussione del decreto corretti­vo, e sarà probabilmente ricon­vocato ’ad horas’ per l’appro­vazione formale, non appena arrivato il via libera del Senato. l’unico modo che permet­terebbe al Presidente della Re­pubblica di promulgare la leg­ge di conversione del decreto anticrisi ed emanare conte­stualmente il nuovo provvedi­mento del governo. Evitando che le norme contestate entri­no in vigore anche per un solo minuto. Un problema serio so­prattutto per l’attività della Corte dei Conti: il decreto, nel­la versione all’esame del Sena­to, limita notevolmente l’inizia­tiva dei magistrati della Corte. «Se la legge entrasse in vigore in nove casi su dieci - dice l’As­sociazione dei magistrati della Corte - le azioni avviate dalla Corte risulterebbero vanifica­te ». Con il decreto bis saranno ripristinate anche le competen­ze del ministero dell’Ambiente sulle infrastrutture energeti­che. Ci sarebbero modifiche marginali anche allo scudo fi­scale, ma non dovrebbe essere modificata la tassazione delle plusvalenze auree. Subordina­ta al parere della Bce, che è con­traria, la norma così com’è non è applicabile a Bankitalia. «Rispetteremo le norme euro­pee, ma l’oro non è della Banca d’Italia, ma del popolo, dei con­tribuenti » ha detto ieri Tre­monti.