
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Renzi non è contento del risultato, ma di questo parleremo dopo.
• E adesso di che parliamo?
Cerchiamo di dare un quadro d’insieme, riferendoci alle città principali. Concentrarsi troppo solo sui casi di Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna alla fine può essere fuorviante. L’Italia è il paese dei comuni, alla fine.
• Sentiamo.
Delle città più importanti, solo quattro hanno già il sindaco: Cagliari, Cosenza, Rimini, Salerno. Cosenza è andata al centro-destra, suppongo: lo suppongo perché hanno vinto 15 liste civiche, che si direbbero moderate, ma tra le quali non compaiono né la Lega né i Fratelli né Forza Italia. A Salerno c’è stato un plebiscito per Vincenzo Napoli (70,49%), e quindi non so se è giusto parlare di centro-sinistra: è l’area di Vincenzo De Luca, il governatore campano, che fa partito a sé (bisognava far decidere a lui il candidato sindaco di Napoli del Pd). Le città importanti che vanno al ballottaggio col candidato di centro-sinistra in vantaggio sono dieci: Milano, Torino, Bologna, Ravenna, Brindisi, Caserta, Savona, Crotone, Olbia, Carbonia. Solo a Torino e a Carbonia l’avversario del candidato democratico sarà un grillino. Nelle altre città il piddino dovrà affrontare un esponente del centrodestra, qualche volta nella versione puramente fittiana (Brindisi), qualche volta avendo contro la sola Lega (Savona), qualche volta infine dovendosela vedere con un aggregato di liste civiche, come a Crotone, dove tra le varie sigle c’è anche quella dell’Udc. In altre otto città si va al ballottaggio col sindaco di centrodestra in vantaggio: Trieste, Latina, Novara, Grosseto, Varese, Benevento, Pordenone, Isernia. Il caso di Isernia è emblematico: Giacomo D’Apollonio, sostenuto da Fratelli d’Italia e Alleanza Nazionale, è andato in finale col berlusconiano Gabriele Melogli. A Latina è finita al ballottaggio contro il centro-destra una lista civica. Da tutte le altre parti è in lizza il centro-sinistra. Il M5S è in testa per il ballottaggio solo a Roma. Poi c’è Napoli, col caso unico De Magistris contro Gianni Lettieri di centro-destra. Tirando le somme, il centrosinistra è in gara in 17 città importanti, il centrodestra pure e il M5S corre ancora solo a Roma, Torino, Carbonia. Da questi numeri ognuno tragga le conclusioni che vuole.
• Renzi però non è contento.
No. L’ha detto chiaro: «Noi non siamo contenti. Non siamo come gli altri che indossano il sorriso di ordinanza. Volevamo fare meglio soprattutto a Napoli, dove c’è il risultato peggiore del Pd». Il Pd ha preso l’11,63%, le 11 liste collegate a Valeria Valente stanno al 21,15%, Verdini ha portato in dote appena l’1,42. Renzi ha annunciato che, dopo i ballottaggi, deciderà con la direzione del Pd di commissariare il partito a Napoli. Il premier tuttavia ha precisato che «su 1.300 sindaci il Pd ne porta a casa quasi mille. Ci siamo consolidati come prima comunità politica nazionale ed europea» un giudizio che il grillino Di Battista contesta sostenendo che il primo partito in Italia è a questo punto il M5S, dato che il suo consenso non è stato favorito da nessuna alleanza.
• Che ha detto su Giachetti, Milano, Torino?
Secondo Renzi, Giachetti, raggiungendo il ballottaggio, «ha fatto un mezzo miracolo, e adesso vorremmo anche l’altro mezzo. Onore al merito, è stata una campagna molto molto difficile e ora c’è, è in campo». Giachetti è parecchio distante dalla Raggi: 24,9 per lui, 35,2 per lei. Ma anche a Napoli, cinque anni, fa De Magistris finì il primo turno con un 26 e Lettieri con un 44 e poi De Magistris fu eletto sindaco con più del 60%. Al ballottaggio può succedere tutto.
• Che si prevede per i prossimi 15 giorni?
Salvini ha sempre detto che non appoggerà mai un candidato di Renzi. Dichiarazione che fa il paio con quella di Berlusconi, secondo cui il vero nemico è l’eversore Movimento 5 Stelle. Il problema è: i capi-partito, incluso Renzi, sono in grado oggi di orientare veramente gli elettori? Probabilmente no, e questo significa che, avendo di fronte due sole opzioni, l’elettore deciderà di testa sua, in base anche ai criteri più misteriosi: simpatia per questo e avversione per quello, meglio una femmina che un maschio, eccetera eccetera. Dei programmi di ciascuno si sa talmente poco... E poi i programmi sono forse inutili, il sindaco ha quasi sempre le mani legate: le città sono indebitate fin sopra i capelli, e devono mettere tasse per riequilibrare le aperture elettoralistiche, a livello nazionale, del premier. Come dicono tutti, perciò: attenzione, tra quindici giorni può succedere di tutto.
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