Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  giugno 07 Martedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA CLINTON VINCE LE PRIMARIE DEMOCRATICHE REPUBBLICA.IT HILLARY Clinton ha vinto la nomination democratica

APPUNTI PER GAZZETTA - LA CLINTON VINCE LE PRIMARIE DEMOCRATICHE REPUBBLICA.IT HILLARY Clinton ha vinto la nomination democratica. E’ un evento storico: la prima donna che diventa candidata alla Casa Bianca dalla nascita della democrazia americana. E Barack Obama interviene di persona su Bernie Sanders: è ora che ti fai da parte, nell’interesse dei democratici e dell’intero paese. La notizia della vittoria viene lanciata dall’Associated Press alle 22.20 di Washington, poi confermata dalla Cnn mezz’ora dopo. L’ultimo conteggio dei delegati, dopo avere incluso le piccole primarie del weekend (Portorico e Isole Vergini) con l’aggiunta dei superdelegati, dà questo verdetto: Hillary ha superato la fatidica soglia della maggioranza assoluta, i 2.383 delegati necessari perché la convention democratica di luglio a Philadelphia la "incoroni" come candidata alla Casa Bianca. SPECIALE Primarie Usa 2016 Ma fino all’ultimo la grande festa di Hillary è turbata da Bernie Sanders. Il senatore del Vermont, che si autodefinisce socialista e non è mai stato iscritto al partito democratico, ha con i suoi "nuovi" compagni di strada un rapporto difficile. Le sue accuse contro Hillary la mettono quasi sullo stesso piano di Donald Trump: da ultimo, la polemica sui fondi esteri affluiti alla fondazione filantropica dei Clinton, riecheggiano le bordate di Trump contro "crooked Hillary" (disonesta). Sanders ha ripetuto per mesi che anche il sistema delle primarie è "rigged" cioè truccato contro di lui. Ce l’ha in particolare coi superdelegati, quelli che non vengono eletti dalla base degli elettori bensì sono parlamentari e governatori, quindi parte dell’establishment. In realtà il vantaggio di Hillary è incolmabile anche a prescindere dai superdelegati. Lei batte Sanders su tutti i fronti: ivi compreso nel numero assoluto di voti espressi dalla base, senza superdelegati. Usa 2016: da Stevie Wonder alla Aguilera, le stelle cantano per Hillary Condividi Sanders fino all’ultimo resiste. Oggi si vota in un altro Supermartedì, l’ultimo, con un maxi-Stato come la California che assegna più di 500 delegati; altro bacino importante di voti è il New Jersey. Si credeva che questo martedì sarebbe stato decisivo per consentire a Hillary di superare la soglia dei 2.383 delegati. In realtà è già accaduto prima, come confermato nel conteggio finale dell’Associated Press. Di qui la scesa in campo del presidente, che a tutti gli effetti è il vero leader del partito. Obama ha avuto una lunga conversazione telefonica con Sanders domenica, rivela la Casa Bianca: mezz’ora di "moral susasion", pressione morale ai fianchi del 74enne senatore del Vermont. Per Obama è essenziale mettere fine alla diatriba lacerante, fare l’unità del partito, per concentrare tutte le energie sulla sfida finale contro Trump che si sta rivelando molto più rischiosa del previsto. Obama potrebbe annunciare il suo "endorsement" alla Clinton in settimana. Tra i due c’è un patto di ferro che risale all’epoca in cui Hillary venne sconfitta nelle primarie del 2008 ma poi accettò lealmente di lavorare per il vincitore, nel ruolo di segretario di Stato. Obama vuole fare al più presto l’unità del partito anche per recuperare i voti dei giovani che hanno plebiscitato Sanders durante le primarie, e che saranno essenziali a novembre contro Trump. Per il presidente in carica la sfida diventa personale. Trump lo calunniò nel 2012 cavalcando la falsa leggenda sulla sua nascita in Kenya che lo avrebbe reso ineleggibile. E in questa elezione Obama si gioca il suo lascito storico: la vittoria di Trump diventerebbe anche un verdetto negativo sulla sua presidenza. LASTAMPA.IT Hillary Clinton è ufficialmente la prima donna candidata alla Casa Bianca. Lo ha determinato l’agenzia Associated Press facendo il conto dei delegati vinti durante le primarie e i super delegati che si sono impegnati a sostenerla. Lei ha celebrato dicendo che siamo arrivati ad un momento storico, ma ha anche frenato gli entusiasmi, perche’ oggi si vota in sei stati e la Clinton spera ancora di conquistare regioni importanti come la California e il New Jersey. PUBBLICITÀ inRead invented by Teads Hillary Clinton è il primo candidato donna alla Casa Bianca della storia Il sistema di elezioni democratico richiede che un candidato per ottenere la nomination conquisti almeno 2.383 delegati, però questa soglia si può raggiungere con i delegati vinti attraverso le primarie, ma anche con i circa 700 super delegati che sono notabili nominati dal partito e non eletti. Hillary ha la maggioranza rispetto a Bernie Sanders grazie a questi super delegati, ma per dare più credibilità alla sua candidatura vuole ottenere la maggioranza anche dei delegati eletti. LEGGI ANCHE Ora Trump invade i bagni: boom di vendite per la carta igienica con la sua faccia (D’Arino) Questo traguardo potrebbe raggiungerlo stasera alle 8 della East Coast, quando chiuderanno le urne nel New Jersey, ma lei tiene a vincere anche la California che e’ lo stato piu’ popolato degli Stati Uniti. Sanders infatti sostiene che Clinton non e’ il candidato migliore per sfidare il repubblicano Trump, e chiede ai super delegati di riconsiderare il loro appoggio a Hillary, e darlo a lui durante la Convention di luglio a Philadelphia. Questa divisione del Partito democratico, se non sanata in tempo, potrebbe aprire a Trump le porte della Casa Bianca. CARTA IGIENICA Almeno “sulla carta” Donald Trump ha già vinto. Se per carta intendiamo quella igienica a doppio velo. L’immagine del magnate statunitense, infatti, sta letteralmente spopolando sui rotoli di carta igienica prodotti da un’azienda cinese della regione dello Shandong. In concomitanza con la campagna elettorale che vede Trump correre per la Casa Bianca, le vendite della Quingdao Wellpaper Industrial Co. sono cresciute in maniera esponenziale. PUBBLICITÀ inRead invented by Teads Ogni rotolo costa l’equivalente di 45 centesimi di euro ed è possibile scegliere fra ben tre differenti tipologie: il “Trump sorridente”, il “Trump imbronciato” e il “Trump che punta il dito”. Il prodotto spopola in Cina, ma piace anche negli Stati Uniti (da dove arrivano anche ordini di 5000 rotoli per volta). Sullo stesso “fronte”, Hillary Clinton si è già arresa. Il rotolo di Hillary, infatti, non vende nemmeno lontanamente quanto quello di Trump e l’azienda cinese sta già pensando di ritirarlo dal mercato. Segno dei tempi o brutto segno, la faccenda parla da sé. Di sicuro è la riprova del fatto che, almeno nel proprio bagno, ognuno governa come gli pare. 10 COSE CHE NON SAPPIAMO DELLA CLINTON [Esplora il significato del termine: È successo nel 2004, quando era in Senato, durante una missione in Estonia. Lo raccontò ai giornalisti il padrone del ristorante Gloria di Tallinn, dove la senatrice di New York aveva mandato sotto il tavolo il gentiluomo dell’Arizona. Hillary Clinton e John McCain (Reuters) prev next Hillary Clinton e John McCain (Reuters) I due erano comunque i finalisti, il resto della commissione si era arreso dopo la terza vodka: intervistata l’anno scorso, Clinton disse cavallerescamente che era stato un pareggio.] È successo nel 2004, quando era in Senato, durante una missione in Estonia. Lo raccontò ai giornalisti il padrone del ristorante Gloria di Tallinn, dove la senatrice di New York aveva mandato sotto il tavolo il gentiluomo dell’Arizona. I due erano comunque i finalisti, il resto della commissione si era arreso dopo la terza vodka: intervistata l’anno scorso, Clinton disse cavallerescamente che era stato un pareggio. Tra le mille anomalie della campagna elettorale 2016 c’è la pubblica percezione dei due frontrunner, i due candidati in testa nelle primarie. Il repubblicano Donald Trump e la democratica Hillary Clinton sono considerati da una maggioranza di elettori «disonesti» e «inaffidabili». Il 57 lo dice di Hillary, il 55 di The Donald. Lo si legge nell’ultimo sondaggio sul tema, commissionato da Economist/YouGov. D’altra parte, dicono ormai vari strateghi repubblicani, “Hillary batterebbe Trump anche dalla galera”. Poi si vedrà. Era il Wellesley, tutto femminile; poi si è laureata in legge a Yale, dove ha conosciuto Bill Clinton. Alla Casa Bianca era detta The Big Girl, più per il ruolo da adulta che per la statura. Hunter S. Thompson, nei suoi reportage sulla campagna di Bill nel 1992, la definiva «la piccola Hillary dagli occhi d’acciaio». Sono seguiti soprannomi peggiori, e altro Dal 1992, ha cambiato taglio e piega decine di volte. E suoi consiglieri l’hanno convinta a prendersi in giro e a definirsi «hair icon» sul profilo Twitter. Da qualche anno si attiene al corto-medio-fine, comunque. E naturalmente, secondo i malevoli e gli omofobi, è molto più di un’assistente personale. Huma Abedin è poi sposata con Anthony Weiner, ex deputato dimessosi dopo aver twittato per sbaglio foto del suo organo riproduttivo. Dopo aver provato a ricandidarsi a New York e dopo essersi ritirato per altre distrazioni online, Weiner si occupa del loro bambino mentre Abedin viaggia con Clinton: i complottisti di destra, sempre online, scrivono che sua madre è membro della Fratellanza Musulmana, il che non pare avere molto senso.] opo aver provato a ricandidarsi a New York e dopo essersi ritirato per altre distrazioni online, Weiner si occupa del loro bambino mentre Abedin viaggia con Clinton: i complottisti di destra, sempre online, scrivono che sua madre è membro della Fratellanza Musulmana, il che non pare avere molto senso. La politica americana è di fatto ostaggio dei super ricchi; metà di tutti i finanziamenti dei Super PAC in queste elezioni arrivano da solo 50 persone. Per Hillary ci sono le grandi banche (Clinton non ha ancora reso pubblici i suoi discorsi alla Goldman Sachs pagati 675 mila dollari), l’industria del fracking (e gli ambientalisti negli stati dove si estrae gas sono per Bernie Sanders), i divi festaioli. George Clooney, dopo aver organizzato una cena di raccolta fondi da 30 mila euro per tavolo, dopo essere stato contestato fuori dalla cena a San Francisco, dopo aver visto l’auto di Hillary bombardata di biglietti da un dollaro, ha fatto una pelosa autocritica, anche. Con la commissione d’inchiesta su Bengasi, con il pasticcio delle email del dipartimento di Stato che passavano dal suo server casalingo. Le 11 ore di deposizione di Hillary davanti alla commissione - non ha avuto un cedimento, li ha presi un tot in giro - sono state il suo momento migliore di questa campagna. ora, secondo il Washington Post, «le probabilità di un suo rinvio a giudizio sono infinitesimali». Secondo Barack Obama, intervistato dalla rete conservatrice Fox News, non c’era «roba top secret top secret». Secondo i conduttori complottisti di destra che hanno molto parlato di una Hillary incriminata iniziano a parlare di complotto per coprirla. E così via. Coi Clinton non si sa mai, comunque. I giornalisti che seguono la sua campagna, come tutti i giornalisti che l’hanno seguita, si lamentano di avere zero accesso alla candidata. Clinton non li ama, le solite «persone vicine» raccontano che lei ha sempre reagito da Sister Frigidaire, senza mostrare dispiacere o offesa, ma ha sofferto parecchio per gli attacchi personali e le molte storie sulle amanti ammesse e presunte di Bill e sui suoi tentativi di togliere dai guai il marito. Tuttora, il suo comportamento pubblico è costruito in modo ingegneristico, da comitati di consulenti: quelli che la conoscono la raccontano simpatica e informale, in privato, molto in privato. Però è diventata abbastanza brava come ospite di trasmissioni satiriche. È andata bene al Saturday Night Live, nella parte di una barista che serve da bere a Hillary Clinton interpretata da Amy Poehler. E anche l’altra sera da Stephen Colbert; ha detto che, per la piccola Charlotte e per il prossimo bambino della figlia Chelsea, sarà probabilmente «una nonna sovversiva», e altro. «Ma un vegano dalla mente aperta», ha giurato Hillary a Colbert; e un vegano da pochi anni, da quando è stato operato al cuore dopo decenni di cheeseburger. Purtroppo, Bill Clinton è un marito gaffeur. Stavolta più che nel 2008. iorni fa ha preso in giro i fan di Bernie, dicendo «per loro basta sparare a Wall Street e tutto si sistema», e la cosa non è stata presa bene. Prossimamente, anche con Bill, si vedrà.