7 giugno 2016
Renzi è «deluso» dal risultato del voto del Pd alle Amministrative • A Torino, Roma e Milano il Pd convince solo la borghesia dei centri storici • Arrestato in Ucraina un allevatore francese che «progettava attacchi a Euro 2016» • Sara Di Pietrantonio aveva confidato a un’amica: «Vincenzo m’ha detto che dovrò soffrire» • A Rimini è vietato tenere al fresco gli alcolici nella zona della movida
Renzi 1 Renzi è «deluso» dal risultato del voto del Pd alle Amministrative. Ammette che il Pd «ha problemi», che «non siamo andati bene». Anche se «restiamo saldamente in testa, abbiamo vinto in mille su 1.300 Comuni e stiamo intorno al fatidico 40% in molte città. M5S canta vittoria, ma governa in appena 17 Comuni su 8 mila, cui vanno aggiunte altre 4 municipalità, ieri». E ancora. «Il dato è molto difficile da commentare a livello nazionale. Per tutti i partiti. A Roma la destra è andata male, a Milano no, c’è: dunque è molto difficile dare un quadro del centrodestra nazionale, Berlusconi a Milano doppia la Lega, continua ad essere presente e chi lo nega nega la realtà». Quasi di sfuggita, il commento sul risultato del M5S: «Ottengono un risultato buono a Roma (nella Capitale ha pesato il voto di protesta), a Torino, credo che vadano al ballottaggio a Carbonia, ma poi falliscono clamorosamente la prova a Milano, Napoli, Trieste» (Galluzzo, Cds).
Renzi 2 In questo momento il bersaglio di Renzi è il partito. Soprattutto quello meridionale, che è caduto sotto i colpi degli elettori. Il giorno dopo, perciò, il premier appare determinato: «Nel Pd dicono che ci devo mettere la faccia? Mi criticano perché non mi occupo abbastanza del partito? Bene, ora la faccia ce la metto. E me ne occupo. Dopo i ballottaggi, entro con il lanciafiamme nel Pd del Sud. Non solo metto un commissario a Napoli, ma cambio tutto il gruppo dirigente del partito meridionale, perché così non si può andare avanti» (ibidem).
Borghesia A Torino, Roma, Milano la sinistra convince solo la borghesia dei centri storici. Nella Capitale, Pd e alleati hanno conquistato due municipalità, quelle appunto dove abita la buona borghesia: centro, Parioli, Nomentano; le altre tredici - da Ostia a Tor Bella Monaca, dalla Cassia all’Eur - a Virginia Raggi. A Torino Chiara Appendino e il Movimento 5 Stelle si sono presi un luogo simbolico, la circoscrizione 5: Vallette e Lucento, i rioni degli operai, dai grandi palazzoni costruiti negli Anni Sessanta per dare casa alla manodopera emigrata dal Sud, roccaforti un tempo rosse, e anche Borgo Vittoria, che ospitava la storica sede del Pci. Fassino aveva il 58%, ora ha il 35. Anche Beppe Sala, a Milano, arranca: Pisapia controllava tutti i municipi, lui ha perso la zona 2, Turro, Grego e Crescenzago; la 5, da Porta Ticinese a Gratosoglio, e la 7, tra Baggio De Angeli e San Siro. Si fa sfilare da Parisi anche la zona 9, tra Affori e Comasina, dove negli ultimi dieci anni la sinistra aveva sempre governato, anche quando a Palazzo Marino c’era Letizia Moratti (Rossi, Sta).
Moutaux 1 Grégoire Moutaux, 25 anni, di professione allevatore, arrestato il 21 maggio scorso in Ucraina al posto di frontiera di Yagodyn, verso la Polonia, teneva nella sua Renault Kangoo sei kalashnikov, tre lanciarazzi anti-carro, 125 chili di esplosivo, 100 detonatori e 5000 munizioni. «È un estremista di destra che progettava di compiere 15 attentati in Francia durante gli europei di calcio», ha annunciato ieri in una conferenza stampa a Kiev il capo dei servizi ucraini Vassil Grytsak. La ricostruzione offerta dall’Ucraina: i loro servizi segreti SBU hanno cominciato a tenere d’occhio Grégoire Moutaux lo scorso dicembre, quando è stato segnalato nelle regioni dell’Est del Paese, il Donbass dove è ancora in corso la guerra tra forze regolari ucraine e separatisti pro-russi. Moutaux si sarebbe presentato come un volontario desideroso di dare aiuto, e ha cominciato presto a fare domande su come acquistare armi da guerra. A quel punto il SBU lo ha incoraggiato, e gli avrebbe fornito parte dell’arsenale trovato nel piccolo furgone. Armi per un valore totale di 250 mila euro. Gli uomini dei servizi lo hanno controllato per mesi raccogliendo le prove: in un video diffuso ieri dal SBU, si vede Moutaux caricare i mitra e le casse di munizioni nella sua Kangoo, e si passa poi alla scena dell’azione delle forze speciali, che lo bloccano allo frontiera ucraino-polacca quando sale in auto per ripartire dopo una sosta. Gli agenti ucraini lo afferrano nell’abitacolo e lo gettano a terra, così come fanno con l’uomo seduto sul lato passeggero. Moutaux avrebbe anche elencato gli obiettivi degli attacchi progettati dalla sua organizzazione: moschee, sinagoghe, uffici delle imposte, ponti, e luoghi affollati in generale. L’arresto è avvenuto il 21 maggio ma il capo dei servizi Vassil Grytsak ne ha dato notizia solo ieri spinto da alcune indiscrezioni diffuse dai media francesi nel fine settimana (Montefiori, Cds).
Moutaux 2 Le autorità francesi sembrano scettiche sulla versione ucraina. Un po’ per non alimentare la paura del terrorismo, e un po’ perché Vassil Grytsak non ha una credibilità di ferro: il 21 marzo, dopo gli attentati di Bruxelles poi rivendicati dall’Isis, Grytsak si affrettò a ipotizzare una fantasiosa pista russa, e anche nella conferenza stampa di ieri il capo del SBU ha voluto sottolineare i legami del sospetto con il Donbass e la guerriglia filo-russa. Un modo per evocare indirettamente Putin, il grande nemico dell’Ucraina (ibidem).
Sara Sara Di Pietrantonio, la studentessa romana strangolata e bruciata, il 28 maggio, dall’ex fidanzato Vincenzo Paduano, era stata aggredita anche nella notte tra il 21 e il 22 maggio, sotto casa di Alessandro, il suo nuovo ragazzo. Subito dopo questa aggressione aveva confidato ad Alessandro: «Ho paura che Vincenzo mi ammazzi». Sara si era anche sfogata con un messaggio vocale inviato su whatsapp a un’amica: «Mi ha detto: “Dovrai soffrire come sto soffrendo io”. Mi ha terrorizzata a tal punto che stanotte avrò dormito al massimo tre ore» (Scarpa, Rep).
Alcol Il comune di Rimini ha emesso un’ordinanza che vieta ai titolari di minimarket e negozi al dettaglio (non ai bar) nella zona della movida di tenere bevande alcoliche pronte per la vendita in frigorifero. Obiettivo dichiarato: limitare il consumo di birre e liquori nelle ore più intense della movida, spesso all’origine di violenze ed eccessi. L’ordinanza, scattata il primo giugno, prevede pena multe tra i 300 e i 500 euro (Del Frate, Cds).
(a cura di Roberta Mercuri)