la Repubblica, 7 giugno 2016
Quanto sono rissosi vegani e vegetariani
C’è un composito, vivacissimo fronte naturista-integralista: che per esempio contesta i vaccini e la chemioterapia, non mangia carne e non ruba il latte alle mucche e le uova alle galline, e cerca nella sintonia con il cosmo la via per la salute e la saggezza. Ci si aspetterebbe che quella intensa nicchia di umani producesse testimonial in linea con i propri presupposti – salute e saggezza – e invece capita sempre più spesso il contrario. Non il monaco sorridente, non il mite pacificato, ma l’energumeno urlante, il sospettoso psicopatico, il fanatico insultante, la Brigliadori che monopolizza il Costanzo Show (c’è ancora, c’è ancora…) vociando contro la chemio imposta da lobbies di baroni corrotti e di farmaceutici avidi, le lettere furibonde e vindici che tempestano giornali e giornalisti sospettabili di non essere amici della nutria. Curioso che pratiche ascetiche producano individui rissosi. Maturando, e facendo proseliti, quei movimenti dovrebbero munirsi di spin-doctor in grado di far capire ai militanti che sbraitare è controproducente. Lo è sempre, in assoluto, ma ancora di più in presenza di culture che inclinano alla meditazione, all’armonia, alla gentilezza nei confronti di tutto ciò che è vivente. Perché vedere una vegana che aggredisce verbalmente un primario, magari mangiatore di zampone, che la guarda sbigottito e inerme, non è una buona pubblicità per la dieta vegetariana.