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 2015  giugno 21 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Domani è il giorno fatale per la Grecia: dentro o fuori, con tutte le conseguenze del caso. Le banche greche, a secco (i cittadini stanno ritirando i loro soldi dai conti correnti al ritmo di un miliardo al giorno, i depositi rispetto all’anno scorso si sono più che dimezzati), avevano chiesto alla Bce un prestito straordinario di tre miliardi. Draghi gli ha concesso un miliardo e sei, quanto basta per arrivare a domani sera.

• Potrebbe essere un modo per costringere Tsipras e Varoufakis a cedere.
Ci sono alcuni indizi. È vero che domani sera alle 19 si riuniranno i capi di governo o di stato della zona euro, convocati dal presidente del Consiglio Tusk. Ma è anche vero che nel pomeriggio siederanno intorno al tavolo i ministri delle Finanze (Eurogruppo) il cui compito principale sarà di studiare una strategia per affrontare il default. Si suppone, in base a quello che venne fatto a Cipro, che le banche greche verrebbero chiuse per parecchi giorni, che sarebbe vietato esportare capitali oltre a una certa cifra, naturalmente niente bancomat, la gente dovrà cavarsela con gli euro che ha in casa. Si darà quindi avvio alla preparazione di una moneta parallela... Sa che la versione italiana del Wall Street Journal online, citando Goldman Sachs, ha sostenuto che i greci non avrebbero neanche i soldi per stamparsi le dracme? Il conio di una moneta, sul mercato, costa 0,0166-0,0895 dollari. La stampa di una banconota 0,049-0,123. A gennaio in Grecia dovrebbero aver circolato poco più di 300 milioni di banconote e un paio di miliardi di monete... Faccia lei i conti di quanti soldi ci vorrebbero.

• Che cosa pensa Goldman Sachs? Il default ci sarà?
Il Wall Street Journal , sempre citando Goldman Sachs, riferisce quanto segue: «La Grecia non può semplicemente reintrodurre una moneta nazionale. Anche se le trattative con i creditori dovessero fallire e la Grecia decidesse di uscire dall’euro e di non onorare i debiti, le sue passività non potrebbero essere facilmente convertite in dracme. Gli arretrati dovrebbero essere ripagati prima che la Grecia possa avere la possibilità di riaccendere ai mercati finanziari» e ad Atene non verrebbe consentito di «emettere una valuta scambiata a livello globale». I prestiti ricevuti finora sono il risultato di trattati internazionali con scadenza fino a trent’anni. Sessantasei miliardi di debito sono stati emessi secondo normative non-greche. «Sarebbe difficile convincere gli stessi greci a detenere dracme. Il governo potrebbe pagare dipendenti, pensionati e fornitori in dracme, ma poi le dracme non potrebbero essere utilizzate per acquistare beni all’estero. Gli esportatori non vorrebbero essere pagati in dracme. L’economia rimarrebbe largamente azzerata e senza la risorsa naturale della liquidità in euro».

• Mamma mia.
A questo scenario da incubo si contrappone la stranezza di fondi americani che investono allegramente in Grecia, come se sapessero qualcosa che noi non sappiamo. Cioè questi ricconi americani hanno l’aria di credere che all’ultimo secondo l’Europa tirerà fuori i soldi, la Grecia sarà salva e quello che i furboni hanno comprato a 1 sarà rivenduto come minimo a 2.

• Chi sono questi qui?
Ma per esempio il fondo di Wilbur Moss ha investito 1,3 miliardi di dollari in Eurobank Ergasias, la terza banca greca (lui ci ha messo 30 milioni, i suoi clienti il resto). Ross è un famoso c ontrarian ossia, come si dice un poco volgarmente in Borsa, uno che ama andare controvento, quando tutti vendono lui compra. Ha rastrellato roba della Bank of Ireland di Dublino quando l’Irlanda pareva cadavere, e ne ha tratto un margine del cento per cento. Idem con la Bank of Cyprus. In questo modo ha accumulato in 15 anni un patrimonio di tre miliardi di dollari. Suo ragionamento, fatto ai microfoni della Cnbc: «Quella greca è una crisi sopravvalutata, senza alcun senso. Guardiamo i numeri: Atene vale il 2 per cento del Pil europeo. I suoi scambi con l’Europa arrivano a 50 miliardi di euro. Insomma una goccia nel mare». Non è il solo a pensarla così: hanno scommesso sul salvataggio greco anche Daniel Loeb col suo fondo Third Point (ha già guadagnato con Alpha Bank e Piraeus Bank, al tempo della crisi precedente: titoli comprati a 17 euro e rivenduti a 36), oppure John Paulson (4 miliardi di dollari guadagnati sui subprime) o anche David Einhardt. Gente che crede al salvataggio e ci mette i soldi.

• Quindi potremmo essere ottimisti.
Non lo so. Ieri Juncker e Tsipras dovrebbe essersi telefonati. Adesso, però, Juncker non conta più troppo. La palla è in mano ai greci che devono dire se accettano o no le condizioni poste loro dai creditori. Varoufakis in un’intervista ha detto che la Grecia sarebbe pronta a un compromesso se arrivassero «segnali significativi» da parte della Merkel. (leggi)

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