Giovanni Pons, la Repubblica 21/6/2015, 21 giugno 2015
LO SLALOM DI COSTAMAGNA PER TROVARE LA NUOVA MISSION DELLA CDP
MILANO.
Quasi completato il blitz sui vertici della Cassa Depositi resta da capire quali saranno gli indirizzi strategici futuri. In attesa che i nuovi responsabili Claudio Costamagna e Fabio Gallia illuminino la via si possono fare solo delle ipotesi, anche se il cammino appare stretto. «Il tema non può essere solo riferito a chi dirige - ha detto Susanna Camusso- . La cosa che non si capisce è che cosa voglia fare il governo della Cassa depositi e prestiti». In qualche modo gli ha risposto Giuseppe Guzzetti: «Cdp non cambierà la sua missione. La Cassa deve continuare a finanziare gli enti pubblici, deve intervenire a sostegno dell’economia reale, quella sana e non quella decotta».
Di sicuro la prima preoccupazione di Renzi e Padoan sarà quella di mantenere il bilancio della Cdp fuori dal perimetro della pubblica amministrazione, in modo da non gravare sul debito pubblico. La condizione qualificante è che Cdp, anche se fosse totalmente a capitale pubblico, si comporti come una “market unit”. Cioè non intermedi denaro pubblico ma solo risparmio privato, come in effetti è quello raccolto presso gli sportelli postali. La presenza nel suo capitale di enti privati come le Fondazioni, non è condizione necessaria ma aggiuntiva volta a rassicurare la Ue. Se poi alla Cassa è richiesto di entrare in società in perdita, come è stato per l’Ilva, non può certo farlo direttamente. Può però dare un aiuto nella forma di un prestito assistito da garanzia dello stato, ma facendo in modo che il rendimento del prestito sia superiore, anche di poco, al costo della garanzia. In questo modo Cdp può sostenere di operare come un privato con il profitto in testa ai suoi pensieri. Cdp poi non può essere banca, come ha rischiato di diventare se passava il progetto di Banca Sace, altrimenti dovrebbe avere ben altri indici di patrimonializzazione. Dunque i paletti sono molti e non sarà facile allargare l’ambito di operatività della Cassa se non trattando preventivamente con Bruxelles. Ma Costamagna e Gallia, si spera, avranno già la soluzione in tasca.
Giovanni Pons, la Repubblica 21/6/2015