Valentina Arcovio, Il Messaggero 21/6/2015, 21 giugno 2015
ETEROLOGA, NON PIÙ DI 10 FIGLI PER DONATORE
ROMA Mentre è attesa per il prossimo mese la nascita del terzo bambino concepito in Italia con la fecondazione eterologa, il ministero della Salute ha incassato il primo parere favorevole del Consiglio superiore di sanità (Css) sullo schema di Regolamento che disciplinerà questa tecnica di procreazione assistita. Il provvedimento, che recepisce la direttiva Ue 2012 sul controllo di tessuti e cellule umani, conferma i paletti alle donazioni già previsti nelle linee guida sulla fecondazione eterologa, approvate dalla Conferenza delle Regioni nel settembre 2014, e specifica i test di controllo per i donatori. A quest’ultimi, il Css ha però aggiunto l’obbligo di effettuare una "mappa cromosomica" per ridurre al minimo il rischio di trasmissione di eventuali patologie genetiche.
IL LIMITE
È stato invece confermato il limite massimo di 10 nascite per ogni donatore. Limite, questo, che può essere derogato nel caso in cui una coppia, che abbia già avuto un figlio tramite fecondazione eterologa, voglia sottoporsi nuovamente a questa procedura utilizzando i gameti dello stesso donatore. Inoltre, sono stati ribaditi i limiti d’età per i donatori per ridurre al minimo i fattori di rischio genetico: agli uomini è consentita la donazione dall’età di 18 anni fino ai 40, alledonnetrai20ei35anni.
Nel Regolamento si specificano anche i test di controllo previsti per i donatori e si sottolinea che devono essere effettuati una consulenza genetica, il test per la fibrosi cistica ed eventuali altri esami ritenuti necessari. Il Css ha pure indicato che la consulenza da parte del genetista sia corredata da un referto scritto da parte dello specialista.
E’ inoltre vietata la donazione di cellule riproduttive tra parenti fino al quarto grado, e si precisa che la coppia ricevente deve essere informata del fatto che gli esami di controllo sul donatore non possono comunque garantire l’assenza di patologie per il nascituro. Per quanto riguarda, invece, i costi si è ancora in attesa dell’approvazione definitiva dei nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea) che dovrebbero includere anche la fecondazione eterologa. Infine, rimane ancora poco chiara la posizione del ministero della Salute sulla carenza di donazioni e, quindi, di gameti disponibili. Perché se da un lato c’è chi ha superato il problema, dall’altro sono ancora tanti i centri con difficoltà a reperire i gameti necessari. «Vari centri pubblici hanno definito contratti con banche del seme estere ed i gameti iniziano ad essere disponibili», dice Elisabetta Coccia, direttrice del Centro di pma dell’Ospedale Careggi di Firenze, dove a luglio nascerà il terzo bambino concepito con la fecondazione eterologa.
I COSTI
Ma i costi sono elevati e le modalità discutibili. Su questo medici e istituzioni avranno la possibilità di confrontarsi il prossimo 2 luglio a Catania, in occasione del Congresso Umr-Hera. Nel frattempo il Careggi si è ben organizzato. «Stiamo attivando una Banca del seme maschile ed abbiamo tre prime donatrici volontarie italiane», dice Coccia.