
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
La notizia di oggi è che Forza Italia alle elezioni comunali di Bolzano ha preso il 3,73% dei voti, mentre nel 2010 aveva ottenuto un buon 21,61%. In termini assoluti: 1.042 voti adesso contro 9.798 allora. Bolzano ha poco più di centomila abitanti, non faremo dunque l’errore di scambiarla per l’Italia intera. Però Forza Italia è andata male in tutto il Trentino ed è andata male anche in Val d’Aosta, regioni dove si è votato domenica (e solo domenica) per rinnovare i consigli comunali. È andata invece molto bene la Lega, che ha preso tre volte più voti dei berlusconiani, e qualche volta quattro volte più voti dei berlusconiani. Questi due elementi ci dicono qualcosa sul futuro del centro-destra? Forse sì.
• Intanto bisognerebbe avere anche qualche notizia sul Pd.
Ha retto bene. A Trento è stato riconfermato il sindaco democratico Alessandro Andreatta, ad Aosta è passato al primo turno il renziano Fulvio Centoz, a Bolzano il democratico Luigi Spagnolli andrà al ballottaggio col candidato di centrodestra Alessandro Urzì, ma la distanza tra i due è tale (41,5 contro 12,7) che è difficile prevedere sorprese. Anche se Andreatta ha avuto meno voti dell’altra volta, nel complesso i democratici hanno mantenuto la stessa percentuale di consensi. Ci sono dichiarazioni soddisfatte di Guerini e della Serracchiani.
• L’astensionismo?
Il 6 per cento di votanti in meno, ma siamo sempre sopra al 60%.
• Veniamo al centro-destra.
Un panorama di macerie. Il 2,91 ad Ala, il 4,69 a Riva del Garda, il 4,25 a Trento. Eccetera. In ognuna di queste piazze, e anche altrove, la Lega ha preso tre o quattro volte di più. Commento di Salvini: «A Trento e a Bolzano abbiamo triplicato i voti rispetto alle elezioni di due anni fa, abbiamo raggiunto il massimo storico della Lega di sempre. Siamo il secondo partito a Trento, terzo partito a Bolzano. Se tanto mi dà tanto è un bell’antipasto per il 31 maggio (quando si voterà per le regionali – ndr). Per quanto riguarda il calo di Forza Italia, lascio che siano loro a fare la riflessione necessaria». La riflessione di Forza Italia viene da Giovanni Toti, candidato in Liguria: la colpa, secondo Toti, è tutta della dirigenza locale, mentre il partito a livello nazionale farà presto vedere di che pasta è fatto. Testualmente: «Bisogna al più presto nominare un commissario perché i risultati del voto amministrativo in Trentino Alto Adige sono ampiamente deludenti. Ritengo siano il frutto di inadeguatezza di ricette, litigi, distinguo e totale incapacità della nostra locale classe dirigente - passata, presente e futura - di rappresentare i nostri elettori e le loro esigenze. Forza Italia e la coalizione di centrodestra, dove si presentano uniti e con una squadra credibile, come accade in Liguria e in altre regioni, dimostreranno di essere non solo competitivi, ma vincenti. Aspettare il 31 maggio per credere». Fitto, che si prepara alla scissione, è di tutt’altro avviso: «Credo che sia necessario rifondare il centrodestra. Anche alla luce dei risultati che arrivano dal resto d’Italia si conferma che il centrodestra messo in campo da Berlusconi è abbastanza superato».
• Berlusconi?
Non ha parlato. Ma le agenzie hanno battuto nel pomeriggio l’interessante notizia che Piersilvio e Marina hanno staccato un assegno da centomila euro per aiutare il partito del papà. In questo gesto – reso doverosamente noto, perché i partiti devono far sapere alla Camera quanti soldi hanno preso e da chi li hanno presi – dobbiamo leggere un messaggio nascosto: se i due rampolli della casa reale mettono un po’ di soldi nel partito del padre, vuol dire che in questo partito ci credono.
• Funzionerà?
L’aria è che il segnale di Trento e Bolzano sia un preallarme serio. Berlusconi ha prima appoggiato l’Italicum, e poi lo ha contrastato, ha prima detto che Renzi era una specie di suo figlio politico ideale e adesso sostiene che si tratta di un campione di autoritarismo. A questo si aggiungano le litigate furibonde in casa, l’inguardabile cerchio magico che lo circonda, e le prossime, sicure scissioni: quella di Fitto e quella di Verdini. Verdini sta mettendo insieme una truppa che vada a sostenere Renzi in Senato quando si tratterà di votare la riforma costituzionale. Fitto, in Europa, vuole addirittura lasciare il Ppe ed entrare nel gruppo dei Conservatori e Riformisti di Cameron. Un po’ tutti, da quel lato, fanno le mostre di volersi accodare a Cameron, vincitore delle elezioni inglesi. Fino ad ora Silvio ha detto di voler fondare, dopo l’estate, un Partito Repubblicano, sempre guidato da lui e aperto all’ingresso di tutti gli altri soci del centro-destra. Al momento, che Salvini, la Meloni, Alfano e gli altri si mettano ancora una volta sotto la sua cappella sembra una pia illusione.
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